Lule Kaine
s/t 2004 - Strumentale, Psichedelia, Noise

s/t

Immagini ambivalenti sul booklet di questo cd: se i crepuscoli rosso-fuoco rimandano a un epoca romantica persa nei secoli, i numeri al di sotto di grafemi cuneiformi sono più affini a un immaginario matematico-scientifico moderno. In questa ambivalenza si collocano i Lule Kaine, gruppo piemontese la cui musica interamente strumentale rimanda con estrema diligenza le lezioni di diversi complessi che hanno fatto la storia del (post) rock recente. Ogni brano sembra dedicato a un gruppo diverso, tra cui mi sembra di percepire almeno: Tortoise (“Mr. Papillon”), Massimo Volume (“d-river”), Labradford (“Danser après l’hiver”) e Mogwai (“Tuner”).

A dispetto delle molte influenze, questo cd riesce anche ad essere piuttosto compatto, probabilmente grazie ai timbri costanti degli strumenti e a un’esecuzione di gruppo che crea intrecci chitarristici puntuali e stratificati. Nonostante tutti questi innegabili pregi, i Lule Kaine non riescono tuttavia a convincere pienamente. Mentre si ascolta il cd non si può che lodare la loro abilità strumentale, ma quando la musica finisce si fatica a ricordare anche solo qualche passaggio. In definitiva sembra che la matematica cerebrale prevalga di gran lunga sulla poesia e sull’emotività, un limite che mostrano molti complessi di rock strumentale.

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