Quello che sembra non è appunto. Nel senso che non me l’aspettavo così guardando la copertina, introspettiva e intrigante. Così ordinario. Devo dire che il primo ascolto è stato spiacevole anche per via del genere che trovo ripetitivo. Rock-blues con voce femminile. Poi l’ho ascoltato meglio. Non è da bocciare senza pietà, anzi. Il difetto è quello di essere monocorde. Perché è indiscutibile la bravura di musicisti e cantante. Bel sound ma, purtroppo, sempre quello. Dico purtroppo perché il gruppo non si sbilancia. Sei tracce scarsamente distinte che navigano spesso nella monotonia. Soliti ritmi, solita cadenza della voce. Poco passionalità e poco coinvolgimento in chi ascolta. “Quello che sembra non è” è il pezzo più compiuto. Anche per una musicalità più fascinosa rispetto alle altre. Il disco resta comunque debole. Quello che sembra mancare è proprio la grinta e un pizzico di fantasia che serve a non annoiare e a non cadere sempre nella ripetitività di suoni e voci che una volta riposti nel cd dimenticherai. Un po’ piatto in sostanza. E’ un gruppo che potrà anche piacere, potrà essere anche carino da ascoltare in un pub per trascorrere una serata ma che passa inosservato. Coraggio, architettate!
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