I Management
Un incubo stupendo 2017 - Indie, Punk-funk

Un incubo stupendo

I Madedopo addolciscono certi aspetti dei loro caratteri senza rinuncia all'ironia e alla spregiudicatezza che li rappresenta da sempre

A farla da padrone in "Un Incubo Stupendo", nuovo disco del Management del Dolore Post-Operatorio, uscito a quasi 10 anni dal primo (per la precisione sono già 9 anni, e viene da sudar freddo a pensarci), sono come al solito le melodie di Luca Romagnoli e gli arrangiamenti di chitarra di Marco di Nardo, che per l’occasione si è anche improvvisato produttore artistico e quindi dittatore in studio. A vedere il risultato, le cose durante le registrazioni, comunque, devono essere andate abbastanza bene.

Viene da dire che se per Schopenauer la vita era un pendolo tra dolore e noia, i MaDe DoPo sono in perenne oscillazione tra il pop e l’indierock. A voler essere più pignoli, ad un primo ascolto i riferimenti di arrangiamento che vengono in mente sono l’indie inglese ed americano di inizio anni zero (ricordate i primi Arctic Monkeys e Franz Ferdinand, così come i Modest Mouse e i Death Cab for Cutie?), che si alternano di brano in brano o si intrecciano anche all’interno degli stessi. La matrice pop si rivela, invece, nelle melodie delle canzoni e nei potenziali sing along spaventosi in termini di live (in più di un momento si ha la sensazione che a cantare sia quasi Vasco Rossi, o la sua estensione Tommi Paradiso). Entrambi fattori, questi, che conferiscono al gruppo una potenza commerciale enorme.

Ma i Management, ovviamente, non sono solo musica ma anche testi, ed è proprio qui che le cose cominciano a cambiare. L’ultimo (bel) brano del disco, "Ci vuole stile", può servire proprio per spiegare le critiche maggiori che possono essere mosse al lavoro, sembra quasi un’autocritica fatta ad hoc dall’autore stesso. Nei suoi versi Luca Romagnoli sentenzia, in poche parole, che c’è un modo giusto, stiloso per fare ogni cosa, che non si può essere approssimativi e populisti. Nello specifico, bisogna saper parlare d’amore in un determinato modo e quindi canta: “e avrei voluto per una santa volta dirti che ti amo, avrei riempito questa canzone di burro e marmellata ma non si può perché ci vuole stile”. Tutto giusto, no? Il problema è che andando ad ascoltare le prime canzoni del disco, è egli stesso a cadere in situazioni melense che sfociano in frasi decisamente troppo adolescenziali che inficiano la qualità finale dei brani, vedi, ad esempio, “io farei di tutto per vederla ridere, se potessi sarebbe il mio lavoro” in "Naufragando".

Situazioni melense che vengono invece totalmente capovolte dall’ironia e spregiudicatezza di "Esagerare Sempre" e "Visto che te ne vai", che sono protagoniste di spunti testuali simpatici (“e ci piace l’amore ma spesso un po’ di sesso nel cesso ci va bene lo stesso” o “ti prego ascoltami prima che te ne vai, dai chiudi quella porta, è importante ti prego, lasciami una sigaretta”) o quanto meno caratterizzati da un basso rischio di contrazioni di diabete. È insomma su questo tipo di canzoni che i Management devono giocare le loro carte migliori.

I testi, in ogni caso, forniscono un ottimo accompagnamento metrico e soprattutto melodico ai tessuti musicali cosa che al di là della loro originalità, li rende atti alla causa.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.