Solki
Peacock Eyes 2017 - Punk, Indie, Alternativo

Peacock Eyes
10/07/2017 - 09:00 Scritto da Letizia Bognanni

Torna il dream-punk dei Solki, sempre enigmatico e affascinante

Il pavone è un animale incompreso: usato sempre come simbolo negativo di esibizionismo e vacua vanità, in realtà è un goffo volatile che vola poco ed esibisce la coda solo nel disperato tentativo di essere il prescelto dalla scontrosa e selettiva femmina. C'è del rock, in questa lotta fra insicurezza e bisogno di “fare la ruota” e urlare per essere amato.
Come l'animale a cui è intitolato il loro secondo album, la musica dei Solki vive di contraddizioni. Di timidezze, di sussurri e grida, di scoppi improvvisi di colori e magnificenza. Lo chiamano dream-punk, ed è una definizione che illustra perfettamente l'attitudine di Serena Altavilla, Lorenzo Maffucci e Alessandro Gambassi - coadiuvati qui da Alessandro Fiori -, quella di shakerare atmosfere eteree e rarefatte insieme a spigolose e dissonanti schegge di furia chitarristica e percussiva.

Nell'iniziale “Puddle”, ad esempio, dove si passa da toni bucolici, quasi infantili, all'inquietudine dettata dal parossistico saliscendi ritmico, o nella teatralità di “Fuck Youth” e “Jealous Girl”, nelle riottose “Liza's for all” e “Empty Bag Jellyfish” - dove è fin troppo facile tirare fuori i nomi di PJ Harvey o Patti Smith –, nell'andatura rétro romantica e sbilenca di “Peacock Eyes” e in quella marziale e insieme ribelle di “In a Bounce”.

E come quando si guarda l'animale, quando si ascolta la musica dei Solki non si vedono goffaggine, ansia, bisogno, vanità, ma solo il risultato di tutti i contrasti, e cioè una creatura elegante, sontuosa, dall'aspetto e dai colori unici.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.