BRIGHèLA
Brighèla 2019 - Cantautoriale, Psichedelia, Folk

Brighèla
01/06/2019 - 08:13 Scritto da Mattia Nesto

Brighèla, con quel nome lì tanto simpatica, fa del folk psichedelico proprio godibile

"Area song", la prima canzone di questo disco, sembra essere una specie di "biografia istantanea" per Brighèla, cantautore nato a Livorno ma cresciuto a La Spezia. Già perché questo è un lavoro al contempo moderno, con quel folk scanzonato e "analogico" caro a tanti cantautori di questa generazione, e dall'altro anche antico, visto che "Una storia siciliana", forse il pezzo più bello di tutti, potrebbe essere stato scritto nel 1976 e nessuno se ne sarebbe accorto. Eppure Brighèla, nonostante qualche incertezza, come in "Atlantide", in cui non si capisce se "conti più il testo, la musica o l'unione delle due", realizza un disco molto interessante, caratterizzato da una penna che è in grado di suscitare "ruvide emozioni", non sempre, purtroppo, sostenuta da arrangiamenti degni. Infatti la vera pecca di "Brighèla" sta negli arrangiamenti, che alle volte sono davvero troppo scontati e un po' inconsistenti rispetto a dei testi mai banali (sì, ci stiamo riferendo ancora una volta a "Atlantide", ma si potrebbero fare anche altri esempi). Tuttavia, lungi dal voler criticare tutto del lavoro dello spezino, va detto che Brighèla è davvero un disco con spunti molto ma molto interessanti, che mantiene il suo "buon sapore" anche dopo svariati ascolti. Insomma: questo è un esordio e se Brighèla passerà più tempo in studio, il prossimo disco sarà un gran bel lavoro. E noi, siamo certi, che sarà proprio così.  

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