E’ suono d’altri tempi quello del disco d’esordio di un artista da sempre innamorato del blues. Si tratta di un blues cantato in dialetto ciociaro, tra tradizione e influenze popolari che scorribandano nel folk e nel country. La voce si muove solida e dialoga con la chitarra in uno scambio continuo d’intenti; i testi acquisiscono la leggerezza di un linguaggio musicale fruibile. Curtarelli gioca con i grandi del blues e torna alle sue radici attraversando registri e folclori. Le corde nude della chitarra sviscerano le lontane atmosfere di un genere che ha poco di confezionato e che vuole mantenersi fuori dalle mode. Nulla che non sia già sentito, intendiamoci, ma i pezzi si presentano onesti e sinceri.
Autoprodotto e realizzato in home recording, “4 roads e diav’l” è un progetto rimasto latente per molti anni e che ora vede la luce nella profonda ciociaria. Un omaggio a BB King, Clapton, Muddy Waters e all’italianità di Pino Daniele, filtrato da uno stile ironico, divertito. “S’ha bucat gliu sack”, “Roads e diav’l”, “Canta gliu yall” offrono già il quadro d’ascolto di partenza: tensione dettata dalla dinamica blues e da una buona energia. Si prosegue con “Na sigaretta e c ni am”, “Donkey joe”, “Ma ancora chiov” in cui il linguaggio e lo stile si ripetono fino alle ultime tracce. Il dialetto si presta benissimo al genere ma il prodotto rimane sempre un po' uguale a se stesso.
D’altra parte questo progetto sembra essere nato per uno scopo preciso: dar vita ad un sogno lungo quasi trenta anni e nel realizzarlo, divertirsi, senza particolari ambizioni. E, dunque, perfetto così.
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