Emme è il progetto solista di Matteo Morelli, un musicista elettronico di stanza a Parma. Dopo diversi anni trascorsi ad armeggiare con software e hardware vari, soprattutto come tecnico a fianco dei suoi amici Campofame / In My Room, Morelli ha deciso di cimentarsi personalmente nella realizzazione di un cd nel quale ha messo a pieno frutto le sue esperienze creative. Si tratta di una storia simile a quella di tanti altri, ma mi sembra che in questo caso, la verve e il gusto profusi siano superiori alla media. Inoltre, il fatto di essere a stretto contatto con una scena particolarmente vivace (quella parmense), gli ha permesso di trovare gli stimoli giusti per confrontarsi con i suoi numerosi colleghi e, al tempo stesso, distinguersi da loro. Il risultato è un disco di rock-pop-elettronico che mostra uno stile molto britannico e spesso nostalgico, una sorta di incontro tra Brian Eno, Aphex Twin e i Depeche Mode, giusto per tracciare qualche coordinata.
La memoria va spesso agli anni ’80, non solo elettronici. Se i rintocchi funerei e gli intervalli armonici di “Fuzz” tradiscono un’ascendenza dark in stile Joy Division, all’indie-rock più elettrico fanno riferimento le linee melodiche di “My Sun”. Spesso si sentono echi molto pesanti di colonne sonore di film sentimentali anni ’80 (ad esempio in “Short Song” o in “Your Hands”) con tanto di tastiere atmosferiche che provocano un misto di nostalgia e sorriso. Per quanto virata in senso retrò, la tecnologia utilizzata è del tutto attuale e questo, oltre a riflettersi sulle parti ritmiche, si estrinseca chiaramente in “Dreaming”, brano di glitch-pop (ovvero glitch-soul) nel quale fa la sua comparsa alla voce Agnese Roda degli In My Room.
Anche se leggermente prolisso, nel suo insieme il cd è di certo positivo con diversi episodi interessanti e un talento di fondo di sicuro valore. Dategli un ascolto.
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