Super Bears
Hypnotize The Fools 2019 - Stoner, Rock, Alternativo

Hypnotize The Fools
09/09/2019 - 11:08 Scritto da Doriana Tozzi

Benvenuti nel 2004 con i Super Bears e il loro alternative rock in salsa stoner contenuto in tubetti punk da esportare orgogliosamente all’estero

Come in un sogno, mettendo in play “Hypnotize the fools”, il primo ep dei Super Bears, un basso agitatissimo e l’esplosione delle chitarre dai riff strepitanti e distorti catapultano direttamente nei primi anni del nuovo millennio, quando si stavano raccogliendo i frutti delle migliori lezioni dei Nineties e le si cominciava a ripulire e potenziare alla luce di tecnologie più avanzate. Nel panorama rock tricolore di quegli anni, a livello di composizione e produzione, si era ancora più esterofili di oggi, e anche in questo ep d’esordio (benché partorito nel 2019) si può sentire veramente pochissima italianità (giusto qualche retrogusto nelle solari melodie del cantato, quando non si confondono con i geni californiani).

Non è affatto un male, perché è evidente che i Super Bears hanno le idee chiare e la loro musica si muove coerentemente e solidamente verso quelle coordinate spazio temporali, mostrandosi all’altezza di un progetto a cui una promozione internazionale gioverebbe senza dubbio.

A livello di coordinate musicali, la direzione dei nostri sembrerebbero soprattutto i Queens Of The Stone Age, per raggiungere i quali però i Super Bears spaziano e sbandano spesso e volentieri tra ispirazioni punk oriented (Bad Religion, Millencolin) e altre più sonoramente British (Hard-Fi, Kaiser Chiefs), definendo una ricetta che più genericamente si può riassumere con la definizione di alternative rock, e che non intende (almeno per adesso, dato che si parla comunque di un esordio) creare qualcosa di particolarmente nuovo quanto piuttosto regalare splendidi viaggi nel passato a chi gli anni di cui sopra li ha vissuti sfegatatamente e presentare nel migliore dei modi anche alle nuove generazioni i fasti sonori di vent’anni fa.

In ogni caso le idee sono buone e ben messe a fuoco anche per tentare di spingersi un po’ più in là e lavorare su una formula che ne dia una maggior riconoscibilità, che in questo lavoro un po’ manca. Vedremo cosa deciderà di fare la band lombarda in un futuro album sulla lunga distanza, intanto auspichiamoci di poterli ascoltare dal vivo e auguriamogli lunga vita!

 

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