Random Clockwork
Wires 2019 - Rock, Elettronica, Alternativo

Wires
03/01/2020 - 15:13 Scritto da Doriana Tozzi

Dopo una lunga gestazione, il disco d’esordio della band frusinate nasce già maturo con brani electro-rock dallo stile riconoscibile e fluido

Una gestazione lunga per l’album d’esordio dei Random Clockwork, “Wires”, la cui stesura è iniziata nel 2015 e che quindi non molto tempo dopo avrebbe dovuto vedere la luce e invece – per vicissitudini varie – è stato sfornato solo un paio di mesi fa, a distanza di più di dieci anni dalla formazione della band. Quasi certamente queste sono anche le ragioni per cui “Wires” si mostra già come un lavoro maturo, che segue liberamente il profilo dell’electro-rock senza il timore di “sbavare” verso melodie pop e atmosfere dance o dare sembianze metal ai tratti più spigolosi del volto musicale del gruppo frusinate, tramite arrangiamenti che prestano attenzione alle tematiche dei testi enfatizzandole attraverso dinamiche e soluzioni mutuate dai fertili anni ’90 ma anche da evoluzioni più recenti dell’elettronica e del rock.

I Random Clockwork sono abili nel forgiare frasi sinuosamente elettroniche che si proiettano in un oscuro cosmo di suoni metallici dal groove travolgente su cui si poggia la morbida voce di Danila Monfreda, delineando subito uno stile riconoscibile e fluido. Nonostante il disco sia quasi una “compilation” dei migliori brani composti dalla band sin dai primi anni di vita, è possibile ugualmente intravedere tra le dieci tracce un fil-rouge che parte con un salto nel buio alla scoperta di se stessi (“Macula”) e man mano trascina verso la consapevolezza delle proprie capacità (“Felina” e “Faster Transmission”) guardando in faccia le proprie paure (“Amigdala”) per trovare alla fine dentro di sé un indissolubile legame con l’universo e con la divina natura (“Inanna”).

Registrato e prodotto dal tastierista della band, Valerio D’Anna, nel suo Domus Vega Studio, “Wires” è un’ottima testimonianza delle capacità dei Random Clockwork, che (come confermano gli apprezzamenti riservati alla band da Pat Mastelotto dei King Crimson) sapranno farsi apprezzare ben oltre gli italici confini.

 

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