Michele Piano
Nïnde 2020 - Elettronica, Ambient

Nïnde
19/02/2020 - 13:34 Scritto da Gabriele Vollaro

"Ninde", il pianeta languido e ambient di Michele Piano

"Nïnde" è il disco d'esordio di Michele Piano, compositore e pianista pugliese con laurea e specializzazione al conservatorio. Si potrebbe banalmente dire che è uno che ci sa fare, che sa il fatto suo. Non è da mettere in dubbio. C'è tuttavia qualcosa in più. Nelle orecchie ci scorrono quaranta minuti di finissima ambient; ambient melodica, ambient pianistica. Languida. Oserei dire genialmente scarnificata e resa primordiale.

Non si tratta però di una scelta di comodo. E non trovo corretto nemmeno parlare di minimalismo. I lunghi accordi non sono lasciati da soli a fare da unico tappeto sonoro. L'impianto strutturale è molto più sofisticato, grazie a incursioni sovrapposte di altre note, perpendicolari, che sembrano creare un canto in lontananza. Canto spaventoso di un mondo disabitato, Nïnde appunto.

L'intelligenza non è solo compositiva. C'è una grande idea anche nella costruzione dell'intero album. Michele crea un climax ascendente, per quanto riguarda l'intensità, il battito cardiaco di ogni traccia. E se la prima parte è un movimento omogeneo, senza alcun elemento di disturbo (forse un disturbo umano?), a partire da "Nïnde, Pt.2" qualcosa cambia, qualcosa di diverso si smuove. Arrivano, come guglie fuori dall'acqua, nuovi registri di note, piccoli loop di rumori; emergono, in questo mare sonoro stratificato e quasi assordante, e vanno a creare una partitura sopraelevata, a completare questo bassorilievo.

La punta di sperimentazione, seppure timida, arriva a picchiettare; quasi una nuova forma di vita.

Un progetto che può crescere e diventare davvero importante.

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