Inutile far finta di niente ma per chi fa musica (e non solo) – professionista o semplice appassionato non fa differenza – il lockdown ha rappresentato davvero un detonatore quanto ad accrescimento di stimoli e creatività.
Tramonto Industriale non fa eccezione e, a suo modo, si accoda alla lista. A questo giro, però, nessuna nuova composizione frutto della quarantena ma un vero e proprio ripensamento del proprio passato: nella fattispecie un remake a bassa fedeltà in chiave electro-thrash dell’album d’esordio dei suoi P.u.S. – Syrena Catodica – uscito la bellezza di 25 anni fa.
Eravamo nel 1995, appunto, in quel di La Spezia e quello che a tutti gli effetti incarnava all’epoca un progetto musicale di noise rock rudimentale a trazione basso/chitarra/batteria (tra Dead Kennedys e Marlene Kuntz, giusto per tracciare delle coordinate di genere) diventa adesso una creatura figlia dei nuovi tempi per merito di un selvaggio make-up a base di elettronica trasversale (sintetizzatori, controller MIDI, samples estrapolati dal web), sovrapposizioni vocali e field recording.
Quello operato da Paolo Cecchinelli (lui il deus ex machina) è a tutti gli effetti uno stravolgimento strutturale degli otto brani originali – minutaggio compreso – che va provvidenzialmente a stemperare la dozzinalità di quella registrazione, soprattutto in termini di rinnovate tensioni rumoristiche (Aria The, DNA, Niente) e psichedeliche (Onde, Pioggia Cadi) tanto da donare, con ben cinque lustri di ritardo, una forma (semi)compiuta e una patina sperimentale a una manciata di brani sgangherati partoriti dal solo istinto incontrollato di tre sedicenni.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.