Indaco è il titolo del nuovo album di Alberto Nemo, artista poliedrico e iperprolifico che nel corso di questo strampalato 2020 ci ha già regalato decine e decine di produzioni.
Quello di Nemo è un progetto di carattere encliclopedico che, come abbiamo più volte evidenziato su Rockit, è partito da lontano cercando di avvolgere l'arte a trecentosessanta gradi: tra cover, riferimenti cinematografici, scorci letterari e sguardi pittorici di varia natura, il cantautore ha realizzato una serie di dischi che possono configurarsi come un immenso calderone culturale messo su in pochissimo tempo ma senza deficit qualitativi.
In questo nuovo lavoro di otto brani sono presenti i classici brani Nemizzanti ("Partirò", "Terraferma", "Erano"), caratterizzati dalla solita veste "liturgica e sacrale" della voce, accompagnati da derive pop che richiamano il Battiato più radiofonico o il Battisti più sperimentale ("Cosa farò", "Follia", "Sai cosa penso?"). Anche in questo disco Nemo si conferma esploratore a tutto tondo della realtà poetica e musicale della canzone, in una ricerca assidua e costante che davvero non conosce pause. Tra atmosfere malinconiche e spesso ricche di inquietudine si innestano episodi dai colori più vivaci e molto meno oscuri rispetto ad un recente passato, pur senza evidenti deviazioni dalla rotta principale intrapresa ormai una trentina di dischi fa.
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