Outcasters
Folle in silenzio n. 1 2020 - Rap, Pop, Alternativo

Folle in silenzio n. 1
01/11/2020 - 18:44 Scritto da Francesco Carrubba

Cinque brani pop-rap che sembrano i primi capitoli della storia di una giovane mina pronta a esplodere

Proviamo ad ascoltare i cinque brani dei torinesi Outcasters come se fossero i capitoli della storia di una giovane mina pronta a esplodere: d'altra parte l'EP si chiama "Folle in silenzio n. 1." Il progetto unisce pop, rap, indie ed emo-trap realizzando un cross-over lo-fi che ha la sua sorgente narrativa in un senso di rivalsa a tratti inquietante.

La traccia "Diana", tra note di pianoforte e atmosfere rarefatte, crea un bell'intreccio tra pop e rap, con un testo diretto e arrabbiato: la trama inizia quindi dalla figura femminile alla quale il protagonista, amareggiato e deluso dalla società, chiede attenzioni e legami. Con il pezzo "HK416" comincia a trapelare la vena più inquietante: il titolo si rifà infatti a un fucile, che nel testo si afferma come l'unico amico del protagonista e che è seguito dal brano cugino "Arma bianca"; qui c'è un verso con sfumatura letteraria niente male: "Naufragar non mi è mai stato dolce in questo mare, se il mio odio è passeggero sappi che fa il pendolare".

Se finora si poteva pensare a una figura tipo l'impiegato Bombarolo di Fabrizio De André applicato a uno studente 2020, la traccia "Genny" sembra spostare lo scenario nella Gomorra della Campania, citando nel titolo uno dei personaggi della celebre serie, nata dopo il libro di Roberto Saviano e il film di Matteo Garrone: il testo parla di stragi davanti agli asili nido, di pizzo e di Scampia. A questo punto quindi la storia assumerebbe contorni più simili a quelli raccontati dallo stesso Saviano in romanzi come La paranza dei bambini e Bacio feroce. Infine "Nebbia" è una ballata ritmata e introspettiva, dedicata a una figura di riferimento, forse materna.

Nel complesso il linguaggio dei pezzi è ricco e utilizzato in modo non banale ma l'energia e la rabbia potrebbero essere canalizzate meglio: nelle prossime produzioni sarà utile lavorare sulla produzione e sulla comunicazione per far emergere davvero tutto il pensiero e il mondo che sembra essere alla base di queste prime cinque canzoni. L'impressione è che i brani degli Outcasters, così come attualmente concepiti e proposti, non possano prescindere da una "presentazione" in grado di spiegare i riferimenti o di creare un contesto: in questo caso forse servirebbe proprio una storia di contorno che introduca e colleghi una traccia all'altra attraverso personaggi e raccordi narrativi. Se invece l'obiettivo è solo realizzare canzoni indipendenti l'una dall'altra, pur partendo da determinati riferimenti, allora probabilmente vanno ripensate e rese più universali.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.