E’ una canzone nata in 30 minuti a piedi nudi sul prato di un parco cittadino un maggio di qualche anno fa. Tutte le canzoni dovrebbero nascere così spontaneamente e invece, che sbatti!
Inizio questa recensione con una citazione del progetto Il peggio è passato perché mi è venuto in mente quanto spesso capita a una band di girare intorno a un testo o una melodia per settimane o mesi senza che l'idea si tramuti in qualcosa di concreto. Che liberazione quando la canzone si scrive quasi da sé, in modo naturale, senza troppi artifizi o costruzioni aggiuntive.
I tre dal nome piuttosto singolare sono Michele Zilioli (Voce); Simone Vaccari (Chitarra, cori); Francesca Pesci (Sintetizzatori, pianoforte, voce) e fanno un pop tutto loro, super orecchiabile ma con un tocco di quella sperimentazione anni '80/'90 che rendeva le canzoni uniche. In questa si parla di relazioni e di tutte le volte in cui diciamo "Lo so, lo so", promettendo di non farlo più. Il testo, per niente banale, gioca sul tema del tira e molla, della difficoltà di impegnarsi. Un brano divertente e insieme malinconico che con qualche accorgimento da parte della band e qualche paraorecchie in meno da parte di chi seleziona, potrebbe diventare anche una hit radiofonica.
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