Non l'ho capito mica, se questa specie di cura di cui parla la prima traccia di questo disco, effettivamente esista. Mi ha preso e sbattuto in un fumoso pub, o forse non è un pub ma una stanza della mia mente. Contigua a quella stanza dove da ragazzino mi rinchiudevo mentre nelle cuffie c'era Kid A: la stessa paura, le stesse melodie dilatate, lo stesso mondo incerto fuori dalla porta.
Albert Eno, già cantante dei Kismet, esordisce da solista con Dark 'N' Stormy, ispirato al cocktail di Rum Scuro e Ginger Beer e, per questo, mettendo insieme contrapposizioni apparentemente azzardate: sogno e malinconia, spiazzante realtà e dolore a cui si cerca antidoto, ma soltanto dopo aver preso nota, averlo raccontato, averlo conservato ed interiorizzato.
Le chitarre acustiche brillano, la voce racconta le contraddizioni che costruiscono l'album, ma qui e là appaiono archi e campanelli a riportarci sulla terra, o pedali sulle chitarre che ci spostano dalle parti di Jeff Buckley, mentre la composizione è profondamente radioheadiana. C'è un omaggio, e non è alla band di Yorke, bensì ai Nirvana, con una intima Come As You Are, azzardatissima per lo status di monumento, di comfort song: una difficile prova portata a casa con successo, prendendosi anche la confidenza di variare l'armonia degli accordi, per raccontare con quella stessa melodia e quello stesso testo una storia diversa. Essere onesti con se stessi, abbracciando la vulnerabilità. E se fosse quella la cura?
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