Il 95% della musica pop prodotta in Italia è confezionata sfruttando l’antico metodo del “minimo sforzo, massimo rendimento”: una costante ricerca del minimo comune denominatore in grado di soddisfare il maggior numero possibile di ascoltatori al prezzo della minore ricerca e del minore sforzo possibili. I risultati di questo modus operandi, va da sé, raramente sono strabilianti, mantenendosi in una comfort zone artistico-tecnica che soddisfa senza stimolare, innocuo palliativo nel quale rifugiarsi al momento del bisogno.
Poi ti capita di ascoltare un’uscita come Ready For What dei News for Lulu, a sette anni di distanza dal loro ultimo disco, e ti trovi improvvisamente a godere per un album pop come non accadeva da mesi. Le sonorità che il quartetto pavese propone – un soul funk che profuma di anni ’80, glitterato quanto basta da tocchi di acid pop alla Tame Impala – riescono a coniugare immediatezza e raffinatezza, dando vita brani stratificati che si prestano sia ad un ascolto disimpegnato che ad uno indirizzato a coglierne le preziosità. La leggera acidità psichedelica – forse influenzata dalla collaborazione di Luca Bergomi dei Dumbo Gets Mad – scongiura ogni rischio di stucchevolezza e di eccessiva plasticosità. Il recupero degli eighties è accurato senza essere pedissequo; il risultato è un brano come When I Wake Up, probabilmente la hit del disco, dove un sax conturbante ci fa tornare indietro di qualche decennio, in un passato che non è mai stato così vitale.
Ready For What è una boccata d’aria frizzante e rigenerativa per quelle orecchie perennemente alla ricerca di qualcosa che le solletichi: un disco da assaporare il più possibile, nella speranza che quanti più artisti possibili sviluppino almeno la metà della cazzimma dei News For Lulu.
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