andrea deidda
nastro 2020 - Sperimentale, Glitch, Elettronica

nastro
28/10/2021 - 03:04 Scritto da Sergio Sciambra

Un lavoro che riprende la tecnica della manipolazione dei nastri con un approccio più contemporaneo, dedicato agli appassionati ma non solo

Il titolo e la tracklist di questo lavoro di Andrea Deidda, una serie di tracce Nastro numerate da una a dieci, dovrebbe farci capire subito che siamo davanti ad un lavoro dedicato ad una delle arti più classiche e, al tempo, innovative e rivoluzionarie della musica elettroacustica: la manipolazione delle bobine di nastro magnetica. Una tecnica ormai quasi antica, obsoleta rispetto ai progressi raggiunti dalla sintesi e dalla tecnologia che utilizziamo per creare da ascoltare musica. Deidda però tematizza questo recupero con una prospettiva interessante, che non guarda al revival nostalgico o al virtuosismo smanettone da maniaco dell'analogico, ma poggia proprio sulla storicizzazione del nastro come supporto e come strumento musicale. La gestualità e i tempi richiesti dall’ascolto sul nastro, la manualità artigiana del taglia e cuci e della manipolazione, sono lo specchio di un tempo diverso che ci dice qualcosa anche del nostro presente, non solo nel rapporto con la fruizione e la creazione di musica, ma anche con il tempo, gli oggetti e la quotidianità e l’accessibilità dei supporti culturali. Un percorso artistico interessante che, chiaramente, rimane alle spalle del disco, determinante ma invisibile l’orecchio dell’ascoltatore. Quello che invece è udibile e il recupero della tecnica attraverso un’estetica sonora tutto sommato moderna, orientata sulle direttrici della musica sperimentale classica” ma affine anche alla più moderna musica sperimentale elettronica che si è evoluta dal dancefloor. La colonna portante della serie di composizioni è un layer di fruscii, tensione elettrostatica e rumore bianco che l’anima del nastro, un oggetto sonoro che ritorna ad ondate modificandosi e viaggiando ciclicamente da texture noise a musicalità da pad sintetico. Al di sopra, l’innesto di una serie di impulsi in forma somigliante a kick e percussioni o più leggeri indefinibili crepitii della materia sono, che regalano una piacevole ed inaspettata ventata ritmica che a momenti tocca territori IDM ( Nastro 3). Nonostante le premesse rigorose, l’ora di composizioni scorre senza annoiare, complice un senso di tridimensionalità e concretezza che restituisce il lavoro che c’è dietro ‘Nastro’, ma soprattutto il tentativo di reinterpretare in chiave più contemporanea una tecnica che arriva diretta dagli albori della musica elettronica.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.