Giardino Chimico
Le Stagioni Dell'Atman 2006 - Rock, Indie

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Ho ascoltato molte volte questo disco perchè non mi andava giù che un album confezionato così bene, con tutta quella cura nei dettagli, nella stampa del cd, nel lettering del libretto non mi piacesse. Eppure non mi piace, mi sono sforzato ma non mi piace; e non credo che la colpa sia mia. Mi sembravano più convinti i Giardino Chimico nell'uscita precedente, più diretti verso un unico stile e con questo disco vogliono ampliare gli orizzonti risultando alle volte un po’confusi. E' un album di rock, a tratti acustico, che va a ripescare in buona parte dagli anni '80, anche da gruppi dark come i Christian Death (in particolare nell'ultima traccia) e anche da interpreti di casa nostra come gli Afterhours o sporadicamente i CCCP, ma anche qualcosa del grunge più rinomato, tipo Nirvana, fin dalla prima traccia. Le soluzioni acustiche rendono piacevole l'ascolto, ma le parti elettriche sono prevedibili ed un po' adolescenziali. Per questo disco il gruppo ha deciso che ci voleva un didjeridoo ma sembra solo gusto per la novità. I testi non sono molto coinvolgenti, ne' in italiano, ne' in inglese.

Ma veniamo al vero punto dolente: la voce. Non riesco a togliermi dalla testa che se le linee vocali fossero state eseguite da un buon interprete tutti le ingenuità di questo disco sarebbero potute passare in secondo piano. Invece il cantato è monotono, poco espressivo.Si percepisce chiaramente l'accento regionale. Ma soprattutto: è stonato. Veramente molto stonato, quasi imbarazzante, da karaoke. Un’interpretazione vocale del genere può distruggere un disco e me ne dispaccio. Nei brani in inglese la pronuncia è molto “all’italiana", a volte anche completamente sbagliata.

I Giardino Chimico comunque si impegnano. Pubblicano persino sotto licenza Creative Commons. Attendiamo un loro balzo.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.