Certe volte è davvero facile realizzare una recensione di un disco e questo è uno di questi casi. Già perché, almeno nella mia esperienza di critico e di ascoltatore di musica, quando sento un pezzo come Entropy, al di là di venire subito catturato, mi convinco anche dell'intero progetto. Progetto che ha il nome di Solipsistic, disco di Oolite che mi è molto piaciuto per la sua realizzazione, diciamo così, tecnico, grazie a un'elettronica intellettuale e elegante, perfettamente registrata e missata.
Una traccia come 159, per continuare con la citazione di alcuni brani che mi hanno colpito, è uno di quei pezzi che non sfigurerebbe in nessuna delle selecta di musica elettronica internazionale che tanto siamo soliti ascoltare a inizio/fine d'anno. Per questo motivo il disco in questione lo giudico davvero molto positivamente, a parte per l'inizio che, a mio avviso è un po' debole. E poi non voglio dimenticare di citare che, anche dal punto di vista, diciamo così, filosofico e ideale, qui sono stati posti in campo spunti davvero molto interessanti.
"Ci si chiede profondamente se tutto ciò che viene percepito dai sensi non sia solo il frutto di una permanente allucinazione collettiva o, se non altro, di una rifrazione sensoriale. Ci si chiede se tutto ciò che esiste in assoluto non lo sia invece solo relativamente": così Ollite descrive "la sua creatura" ma, vi confesso, che al di là dell'indirizzo culturale di questo disco, ad avermi catturato è stata la forma più che la sostanza.
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