Il suono di un carillon, dopo pochi secondi squarciato da una risata psicopatica introduce questo disco della band per tre quarti lametina. Ogni singola traccia è marcata da suoni che non sono sempre imparentati tra loro: così si sentono gli Helmet quando si scaricano dosi massicce di noise, che si alternano a parti più ipnotiche e di fascinosa lentezza alla Melvins, con altre che sembrano strizzare l’occhio a sonorità più hardcore e altre ancora al metal di Pantera e al post metal dei Korn. In una parola crossover: una varietà di elementi che non annoiano ma creano spunti interessanti. A volte è pur vero che le influenze prendono troppo il sopravvento, come è il caso di "Sud" dove il rimando ai Deftones è ingombrante ma alla fine piacevole, con il cantato in evidente stile Chino Moreno. Versatile ed efficace la voce così come i suoni. Un buon prodotto che lascia ben presagire.
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