RAUSTE
Nine 2023 - Sperimentale, Elettronica, Ambient

Nine
23/03/2023 - 16:16 Scritto da Stefano Gallone

Il nuovo lavoro del sound artist italo-svedese Rauste è una magnifica opera ambient/drone capace di dialogare coi suoi padri ma anche di rivolgere lo sguardo a orizzonti emotivi e identità proprie

Alla seconda prova sulla lunga distanza, Rauste – italiano di stanza a Stoccolma – conferma lo splendore delle proprie idee – sia musicali che contenutistiche – maturate attraverso l'esordio in studio Keys del 2021 e ora perfezionate oltre ogni dire lungo i lineamenti di una nuova creatura che parte da quelle intuizioni per estendere il proprio raggio d'azione animistico verso orizzonti talmente densi di intenzionalità cristalline da lasciare letteralmente col fiato sospeso dal primo all'ultimo attimo di invito alla meditazione.

Fantasmatico proprio come la sua visione sonora del mondo, Nine – questo il titolo del nuovo lavoro – è un album decisamente magnifico, capace di lasciare campo libero a un'elettronica ambient/drone quasi micellare, certamente debitrice verso ogni possibile paternità putativa pregressa ma, nel frattempo, perfettamente capace di seminare e lasciar germogliare una propria precisa e condivisibile identità costruita su ampio senso del genere e altrettanto sterminato desiderio di immersione oltre le superfici sonore che ne definiscono parametri e orientamento.

Fortissima e ammirevolmente densa è l'abilità con cui il sound artist italo-svedese costruisce stratificazioni spaziotemporali di enorme coinvolgimento emozionale, tanto nel suo saper perfettamente coniugare i lavori più sofisticati di un Thomas Köner con elementi di supporto uditivo prossimi a conseguenti diramazioni alla Stars Of The Lid (Black snow), quanto nel giocare con architetture complessive che ammiccano a certe diramazioni alla Aidan Baker (Parallax) ma non si fanno attendere in termini di sublime stimolazione dei sensi che rende il tutto qualcosa di altro da sé (Ghosts and spiders, Death of season) e di ulteriormente spiritualizzante per tramite di sguardi a Giulio Aldinucci, Fabio Orsi e l'ultimo Sakamoto (Impossible summer).

Splendido anche il cambio di registro e di respiro che orienta il tutto verso la luce di un Susumu Yokota in dialogo col Brian Eno più seminale (Strangers, Blue green purple, June 13th) in cerca di lidi solari percettibili come tali solo sulla base delle esperienze emotive acquisite lungo il percorso (The invisible).

Tra le migliori produzioni ascoltate e riascoltate da alcuni anni a questa parte, senza ombra di dubbio. Di conseguenza, da annoverare fin da ora tra i migliori titoli dell'annata in corso.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.