Giuliano Dottori
Lucida 2007 - Cantautoriale

Lucida

Quando si presenta uno che dice di essersi ispirato a Elliott Smith e a Nick Drake, meglio tenere le lamette lontane dalla propria visuale che non si sa mai. E poi, bene che vada, esce fuori un Mariottide che si prende pure sul serio, al massimo un Masini con velleità indie, che al solo pensarci lo stomaco non potrebbe far altro che ribellarsi. Felici di essere smentiti da Giuliano Dottori e dai suoi ripetuti ascolti di “Five leaves left” e “Figure 8”, che poi alla fine sono solo rimandi, semplici punti di riferimento, se non fosse per l’ennui che circonda “Lucida”, l’opera prima del cantautore milanese. Co-prodotto dall’ex Vallanzaska Gianluca Mancini (e, viste le premesse, sarebbe da non crederci), l’esordio di Giuliano Dottori è piacevolmente sorprendente, sospeso com’è tra atmosfere soffuse, malinconiche ma non tristi, delicatezze di ogni sorta, sviluppate tra folk e pop raffinati e mai sopra le righe. La beata lentezza dell’opener, “Rancori e segreti”, dice già tanto, con il suo arrangiamento in sette ottavi, quei clarinetti nel finale che spiazzano, quella voce che sembra ferita dall’emozione di vivere. Poi si scopre che Nick Drake c’è davvero (la title-track), che “Nel cuore del vulcano” potrebbe ben figurare all’interno di “Tregua” di Cristina Donà”, che “Endorfina” quasi quasi ricorda gli Afterhours più morbidi. Il viaggio all’interno di “Leggera” si trascina tra disagio di vivere, risvolti psicologici nei rapporti tra giovani uomini e giovani donne che spesso rischiano il deragliamento verso qualche banalità di troppo, ma, in fondo, questo disco gira bene. Bisogna ammettere la presenza di qualche episodio più di maniera (“Leggera come sai”, e qui potremmo tirare in ballo Nek o altri mostri simili) o brani non così esaltanti (“È stato come”). Ma guai a sottovalutare Giuliano Dottori, la sua musica non lo meriterebbe.

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