Dieci anni di vita del progetto Stella Diana e finalmente un disco. Quasi che sia un sintomo di ricerca, approfondimento, delineamento di una propria identità prima di fissare le note in musica e diffonderle. La produzione, poi, è affidata ad uno dei punti di riferimento delle maestranze musicali del centro-sud: Paolo Messere, una sorta di garanzia.
Ci muoviamo lungo il percorso che dalla strada maestra del rock ben impiantato si perde e vaga come una sorta di Cappuccetto Rosso che si lascia incantare da fiori di colori e profumi diversi. Ecco quindi che in una radura ravvisiamo tendenze alla new-wave dei Joy Division gonfiati nel suono del basso, mentre se s’alzano gli occhi in alto, la voce si espande simile a quella di Aldo Tagliapietra (Le Orme), quando racconta trasognato del “Gioco di Bimba”, cavalcando onde shoegaze nelle chiusure ben misurate, come in un ideale incontro tra i Ride e i Cure.
Un disco decisamente niente male.
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