Arbdesastr
s/t 2007 - Indie, Elettronica, Post-Rock

s/t

Su basi gentili di glitch e tasti di piano-organo prolungato, il duo Arbdesastr si piazza tra l'elettronica icelandic, dilatata e lenta fino a diventare un mantra o una nenia, e il dream pop, per l'aria di magia e di epifania, aperture distese e plateali di sovraimpressioni di voci. In particolare, il piano funziona in tipico stile Lali Puna, cinematografica elettronica minimale e tragedìaca. L'incedere nelle melodie è alla Thom Yorke, con moti intimistici e amnesia, e nella traccia successiva è talmente vicino ai Sigur Ros da poterli confondere, cori maschili che chiedono perdono e conforto. Elementi di confronto con artisti importanti ce ne sarebbero tanti per Arbdesastr, ma resta comunque un'analisi forzata, perché le tracce, pur mostrando le inequivocabili dipendenze dall'elettronica-alt rock da Oxford in su, sono innanzitutto pezzi a sé, pezzi buonissimi da ascoltare e per immergersi in mezzo agli ultrasuoni delle balene. Solo dopo esserti fatto questo viaggio in tuta da sub realizzi che hai fluttuato fino al confine tra le isole Shetland e l'Islanda. Pur rimanendo fermi in qualche angolo veronese (dove i due abitano). “Mirrors”, “the Rubber Man”, “Rest”, “Sky and space you”: sono così lunghi che è difficile da credere, ma una volta dentro, la corrente artica ti trascina con sé e per chi è amante del genere sarà sicuramente una bella sorpresa, intercettata dalla genovese Marsiglia Records e scaricabile gratuitamente dal sito dell'etichetta.

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