Reverie
Shakespeare, la donna, il sogno 2008 -

Shakespeare, la donna, il sogno

Loro sono un ensemble acustico lungimirante a sprazzi di rock progressivo, tutto normale. Se a questo si aggiunge una certa tendenza folk rinascimentale, qualcosa di strano, o per lo meno insolito, si sente nell'aria. Il progetto di Valerio Vado questa volta vuole proprio essere audace e il punto di forza è la scelta testuale. Il prescelto è William Shakespeare messo in musica con fedeltà, mantenendo le atmosfere di amore e gelosia dei suoi sonetti. Conoscenze scolastiche rispolverate faranno riconoscere ai più il celebre "Sonetto 18" che, grazie anche alla voce di Fanny Fortunato, riecheggia nella stanza e fa vibrare l'anima. È un lavoro unico nel suo genere, scenografico ma autonomo, teatrale senza essere vera colonna sonora. Anche i tre pezzi strumentali che si intervallano sono avvolti dalla stessa aura, tutto suona come una novità arcaica. Non si arriccia il naso percependo un netto sfasamento temporale, ma se ne esce incuriositi. Il cerchio di magia e strabilio si chiude, allargando ancora un poco gli orizzonti con due brani in esperanto. Immaginate che il vostro salotto si trasformi e diventi il luogo prediletto per un ballo in maschera. Dimenticate le mere atmosfere carnevalesche e pensate allo sfarzo barocco. Ora, seduti sul vostro divano, siete pronti per gustare il nuovo lavoro dei Reverie. Si chiede solo un po' di immaginazione, dopotutto sono una fantasticheria e, temporali a parte, siamo ancora in tempo per un sogno di una notte di mezza estate.

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