Peter Kernel
How To Perform Music For A Funeral 2008 - Rock, Noise, Indie

How To Perform Music For A Funeral

Le cose sono piuttosto semplici. Accontentarsi. O non farlo. È su questa dicotomia dai confini molto labili che si muove l’ascolto di “How To Perform Music For A Funeral”, opera prima di questi svizzeri che rispondono al nome Peter Kernel. Fossimo cattivi, ci limiteremmo a liquidare la faccenda dicendo che il quartetto altro non è che una – ennesima – coverband sputata fuori dall’incestuoso rapporto tra i padri Sonic Youth e i figliocci Blonde Redhead. Dei primi i Kernel conservano le corde vocali strascicate di Kim Gordon e Thurston Moore, le attese claustrofobiche che si risolvono in un nulla di fatto e le chitarre soniche, ça va sans dire (“I Counted Them To Die Properly”). Dai secondi prendono in prestito i ritornelli cantilenanti e quel gusto fashion da sfilata indie-pop (“Smiling”).

Accontentarsi, dunque. E limitarsi a dire che i Peter Kernel fanno muovere – ma non troppo – il sedere, scuotono i watt dei loro ampli e conducono un’operazione filologica di recupero di un suono del quale si sono perse le tracce anche tra chi li ha sdoganati al grande pubblico. Oppure non accontentarsi, ché in fondo le canzoni più che ricalcare senza emozione quanto già sentito non fanno, risultando prescindibili persino per chi è rimasto fermo ai tempi epici della gioventù sonica di “Dirty”. Qui siamo per la seconda opzione. Per non far torto ai Kernel, che se avessero messo anima oltre che riverenza per chi li ha preceduti avrebbero tirato fuori un capolavoro (come dimostra “What The Hell”, un piccolo miracolo di potenza, passione e melodia che inizia dalle parti dei Pixies e finisce dritto al cuore). Peccato.

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