Il Marchese
Effetto Bukowsky 2008 - Grunge

Effetto Bukowsky

C'era una volta una generazione, quella di Seattle, che aveva fatto del nevermind la propria filosofia di vita e del punk la propria attitudine. L'idea di ascoltare nuovamente un disco grunge mi è proprio piaciuta, mi sono detto: finalmente in un panorama italiano che sta sempre di più dimenticando la durezza, la sporcizia dei suoni per privilegiare qualsiasi raffinatezza possibile, esce qualcosa di ruvido, sincero. E di un disco ruvido e sincero si tratta, fatto sta però che di moderno non ha granchè, si limita a scopiazzare i sempreverdi Nirvana fino alla nausea, come se in questi anni nulla fosse cambiato, con una voce che a tratti ricorda il peggiore Pelù e nei facili ritornelli strizza addirittura l'occhio ai Negrita e che costantemente urla urla e urla… eppure in tutte queste urla non si intravede un pizzico di rabbia autentica e di sofferenza, non c'è neanche un po' di innocenza... Quello che resta è solo la lezione estetica di Cobain e soci, di contenuti ce ne sono davvero pochi. Intendiamoci, il disco è davvero ben suonato ed è registrato ottimamente, ma all'ascolto risulta davvero tedioso, superato l'impatto forte delle prime canzoni non c'è più evoluzione e tutto rimane statico e fine a se stesso, il sound risulta deludentemente piatto senza mai raggiungere un vero e proprio climax. I testi, infine, sono sì italiani ma privi di un messaggio, sembrano più messi lì giusto per gridare qualcosa, piuttosto che dire qualcosa. Nel complesso: un lavoro impeccabile per qualità del suono e capacità tecniche ma che di anima ne ha davvero poca, manca di spunti personali e di rielaborazione.

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