Alexandro Schillaci
Flussi 2008 - Strumentale, Rock, Progressive

Flussi

Un violino, pazzo e struggente. Poi un respiro pesante spezza il suo lamento e apre alla presenza di una chitarra e di un pianoforte. Questo è l'inizio emblematico di "Flussi", album misterioso e onirico. Reale e virtuale, esattamente come lo sono gli strumenti. Realmente suonati o virtualmente campionati. Un sound inconfondibile fa da tappeto sonoro a tutto il lavoro, in cui si innestano momenti dai ritmi più frenetici e apparizioni jazz. Si entra in una dimensione trascendentale, in cui è difficile spiegare a parole un album istintivo, che si muove in una ricerca profonda di se stessi ("Pensieri"). Attira attenzione il complesso "Il sogno", disteso tra un senso di sospensione e brusco risveglio, e perfetto esempio della capacità di Alexandro di incastrare le correnti sonore in modo pulito, creando una narrazione continua e coerente. Chiude con due piccoli doni d'addio (ma si spera in un arrivederci) per l'ascoltatore, gli "Xenia", più ironici e armoniosi rispetto a quanto incontrato prima.

È un ottimo esordio, considerando anche la giovane età (classe 1986) dell'autore e il percorso di sperimentazione intrapreso.

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