Biografia Scarlet

16/08/2018 - 13:01 Scritto da Scarlet Scarlet 0
La cometa “Scarlet” irrompe nel panorama musicale romano nella seconda metà del 1984. Erano tempi eroici: passata la tempesta punk e l’”onda”new wave, le bands della capitale cominciavano ad orientarsi verso il sound proveniente dall’Inghilterra, quella New Wave of British Heavy Metal di cui erano portavoce gruppi come Judas Priest, Saxon e Iron Maiden. Stefano Barelli, Alfonso Nini e Stefano Toni, rispettivamente chitarra, basso e batteria di una proto-metal band chiamata “Lizard”, che vedeva alla voce la presenza carismatica del singer Claudio Simeoni, poi purtroppo tragicamente scomparso in un incidente d’auto, decidono, in controtendenza, di guardare anche oltre oceano, dove il metallo inglese veniva riforgiato al fuoco del groove e dell’impeto melodico di gruppi quali Ratt, Rough Cut, White Lion e Dokken. Mescolando le qualità dei due tipi di metallo, la durezza di quello inglese e la leggerezza di quello americano, i nostri cominciano a mettere su un repertorio di brani originali che non attendeva altro che una voce in grado di rendergli giustizia. Stefano Toni si ricorda allora della sua compagna di avventure nei Lunar Sex (altra storica band romana dei primi eighties, vincitrice del primo Festival Rock Italiano), quella Claudia Ruti osannata da critica e pubblico nelle infuocate gigs al teatro Espero di Roma. Inaspettatamente Claudia accetta con entusiasmo la proposta di diventare la front woman di un gruppo così diverso dai Lunar Sex e la sua meravigliosa voce, aggressiva e dolce al tempo stesso, dà il tocco finale ai brani composti da Stefano Barelli. Rimane solo il problema del nome, e quale soluzione migliore che chiamare il gruppo “Scarlet”, come l’eroina fragile ma indistruttibile del celebre film “Via col vento”? Un demo vede la luce nell’estate dell’85 ed è subito leggenda: due delle testate più influenti del giornalismo musicale italiano, Ciao 2001 e HM, concedono al nuovo gruppo la seconda di copertina con commenti entusiastici. Le foto pubblicate mostrano il gruppo nel suo look ai limiti del glam, con i quattro musicisti ad impersonare simbolicamente, nel costume e nel “nickname”, quattro belve feroci: Claudia “Shere Khan” Ruti, la tigre, Steve “Baghera” Barelli, la pantera, Alph “The Wolf” Nini, il lupo e Steve “The Snake” Tony, il serpente. L’attesa per la prima esibizione dal vivo del nuovo misterioso “monolite” cresce nel sottobosco del metal romano e in un “Black Out” (tempio romano della musica live negli eighties) strapieno i nostri, nell’ottobre dell’85, sono protagonisti di una performance “stellare” che, letteralmente, cambierà la vita di alcuni dei presenti (Fernando Regaldo, figura popolarissima del circuito rock della capitale, fondatore degli “S.O.S.” e organizzatore di numerosi eventi musicali, ha più volte dichiarato di aver deciso di imbracciare la chitarra perché “fulminato”, in quella magica serata, dalla presenza scenica e dalla bravura di “Baghera” e l’altrettanto popolare “Baffo”, celebre voce “metallica” di Radio Rock, ha confessato di essersi chiesto, in quella occasione, da quale lontana galassia provenisse quel gruppo e, soprattutto, la sua sensualissima e straordinaria cantante). Ma le comete, si sa, sono veloci, luminose e …spariscono in fretta. Un’altra, leggermente più opaca, esibizione al “Grigio Notte” (che non manca però di interessare l’allora giovanissimo critico musicale Ernesto Assante, presente al concerto) e Claudia, alla vigilia di una tournèe assieme ai “Sabotage”, decide che la vita da “rockstar” non fa per lei e di dedicarsi a tempo pieno all’altra sua grande passione, le arti marziali. Lo shock per gli altri tre è tremendo e dopo alcuni improbabili tentativi di sostituzione, il gruppo sbanda e deraglia, frantumandosi in una miriade di progetti collaterali insoddisfacenti o di breve durata. Dell’ultimo tipo fa parte il progetto “Rockrose” che, pur nella sua vita limitata, aveva portato alla registrazione di un demo interessante, ma soprattutto aveva permesso ai tre ex Scarlet di entrare in contatto, attraverso la cantante Elisabetta Bombacci, con il mondo del teatro e del musical, mondo da cui proviene quello che diventerà la voce degli “Scarlet Mark II”, l’allora non ancora celebre Giampiero Ingrassia. Da sempre appassionato di metal e amico di Elisabetta, Giampiero rimane affascinato dalle nuove composizioni di Stefano Barelli, più dure e orientate verso il “classic hard rock”, e accetta di entrare a far parte del gruppo. Da questa collaborazione scaturisce un ennesimo demo, dalla copertina nera con logo fucsia in primo piano e dal sound tagliente enfatizzato dalla voce acuta e stentorea di Giampiero (Jon Pearo, come lo aveva apostrofato Gene Simmons quando ne fece la conoscenza in occasione di un concerto dei Kiss a Roma). Il look diventa più cupo, predominano nero e borchie, e il gruppo, agghindato di tutto punto, partecipa alla prima puntata del serial “Classe di ferro”, di cui Giampiero Ingrassia è il protagonista, suonando in playback il singolo “Good reputation”. Ma gli impegni sempre più pressanti legati alla sua carriera in ascesa in campo teatrale e televisivo consigliano Giampiero di dare forfait, prima di costringere il gruppo a pause troppo frequenti e lunghe della propria attività. Gli “indistruttibili” Barelli, Nini e Toni, pur apprezzando l’estrema onestà professionale e umana di Giampiero, accusano il colpo, ma non cedono. All’orizzonte sta per apparire infatti una nuova stella, dalla voce “clean” ed incredibilmente estesa, con sfumature bluesy e soul, alla Glenn Hughes, per intenderci. E’ Marco Betti, frontman di numerose bands romane, tra cui “Stonehenge” e “Circus”, questi ultimi uno dei progetti collaterali che avevano vista impegnata la sezione ritmica degli Scarlet nel periodo del “dopo Claudia”. Con Marco Betti alla voce gli Scarlet rinascono nella versione “Mark III” e incidono un demo molto ambizioso con la produzione di David Petrosino, uno dei personaggi più importanti e più sottovalutati del rock italiano e non solo. Il sound è di nuovo mutato, il “classic hard rock” si tinge di psichedelia (siamo nel 1989 e il “grunge” è alle porte) e la voce di Marco conferisce una gamma di sfumature che vanno dal Geoff Tate più introspettivo e meno metal al Glenn Hughes meno gigionesco e più concreto. Con Marco Betti gli “Scarlet” si cimentano in una breve serie di concerti (aprono anche al “Uonna Club” per gli “Underneath What”, giovane speranza dell’hard rock inglese dei primi nineties) e partecipano alla registrazione di una compilation di nuove bands rock italiane. Ma gli obiettivi sono diversi: Marco non intende intraprendere la via del professionismo in ambito musicale e ben presto le strade si dividono. Gli “Scarlet” proseguono ancora per un po’ con questo “moniker” reclutando alla voce niente di meno che lo stesso David Petrosino, produttore del demo e da sempre amico fraterno degli altri tre, ma, sotto la sua guida, cambiano ben presto nome e genere musicale. Nascono i “Sailor Free”, ma questa è un’altra storia... Solo nel 2012, grazie a Facebook, Alfonso Nini ritrova le tracce di Claudia Ruti, che nel frattempo aveva aperto una palestra, aveva vinto diverso titoli nazionali di arti marziali, ma non aveva evidentemente mai smesso di conservare, in un angolo del suo cuore e della sua mente, il ricordo e la nostalgia di quella magica esperienza di quasi trent’anni prima. Dalla prima telefonata e dalla prima cena tutti insieme alla ricostituzione del gruppo il passo è breve. Ma serve un’altra chitarra e un’altra voce per il nuovo genere musicale che il gruppo aveva deciso di suonare, più attuale e più adatto alla maturità musicale raggiunta dai tre strumentisti in tanti anni di esperienze sui palchi di tutta Europa. E perché allora non rivolgersi di nuovo a Marco Betti, eccellente chitarrista oltre che vocalist di già provata efficacia? Le circostanze possono cambiare e con esse i punti di vista. E infatti Marco, guarda caso, accetta la proposta! Il gruppo così costituito, nella sua incarnazione “Mark IV”, si chiude in sala prove e comincia a mettere su il nuovo repertorio. Dopo un concerto di prova, nel giugno del 2013, in quel di Torvaianica, ad un raduno Harley Davidson, discreto ma non trascendentale, si manifesta chiaramente la presenza di un grosso “buco” negli arrangiamenti: mancano le tastiere che dovrebbero conferire ai nuovi brani atmosfera e profondità. E qui la dea bendata, mai troppo prodiga di doni con la band, concede le sue grazie con l’entrata in formazione di Max Gemin, tastierista “sui generis”: mai ingombrante, preparatissimo in armonia e teoria musicale, non amante del virtuosismo fine a se stesso, capace di mettere il suo strumento al servizio del pezzo e dotato di un orecchio sopraffino. I tempi sono maturi per un demo e dei nuovi concerti e stavolta la formazione torna a “girare” come ai bei tempi. Chi li ha visti al “Traffic” di Roma il 12 ottobre 2017 ha creduto di trovarsi di fronte a degli “Highlanders”: al posto di un gruppo di musicisti invecchiati e spompati il pubblico, intervenuto in gran numero, ha incontrato una formazione energica, determinata e soprattutto al passo con le nuove tendenze del rock contemporaneo. Ma la dea bendata aveva concesso troppo! La vita e il lavoro a cinquant’anni non permettono distrazioni. Claudia, impegnata in svariate attività connesse con la sua professione, con grande tristezza sua e degli altri componenti del gruppo, anche se in un modo decisamente più soft e condiviso rispetto alla prima volta, è costretta di nuovo a lasciare la band. Il resto è storia recente. Gli “Scarlet” sono davvero degli highlanders! Provano numerose cantanti e finalmente trovano in Gio’ Manola, un’artista completa che viene dal musical e dal teatro, esperta di regia, e cantante dalla voce personalissima e tecnicamente ineccepibile. Con lei in formazione gli “Scarlet Mark V” cambiano di nuovo pelle: il personaggio di Gio’, così colorato e imprevedibile, “caliente” e romantico nello stesso tempo, suggerisce altre atmosfere, più rock e meno hard’n’metal. Un nuovo demo è in preparazione: ne vedrete delle belle!

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L'articolo Biografia Scarlet di Scarlet è apparso su Rockit.it il 2018-08-16 13:01:42