Le 10 migliori canzoni di Ivan Graziani

Presto avremo la fortuna di riascoltare la voce del rocker abruzzese, "recuperata" dal figlio Filippo in un disco di inediti. Per prepararci ecco a voi 10 piccoli capolavori dell'autore di "Monna Lisa", dagli esordi con la Numero Uno fino ai guizzi anni '80

Ivan Graziani, foto press
Ivan Graziani, foto press

Giovedì prossimo, 26 gennaio, arriva Ivan Graziani – Per gli amici, un nuovo album di Ivan Graziani, a trent’anni di distanza da Malelingue, l’ultimo lavoro in studio del cantautore di Teramo. Otto brani inediti, ritrovati dalla famiglia Graziani, prodotti dal figlio Filippo e distribuiti dalla nuova Numero Uno, etichetta che nella sua prima vita aveva realizzato il primo vero disco del grande artista.

Ultimamente si parla spesso di Graziani, dopo che in passato se n'era parlato fin troppo poco. Un po' per quello che è successo a X Factor, ma soprattutto per il bel pezzo di Colapesce Dimartino I marinai, su testo dello stesso Ivan, che anticipa il disco d'inediti. Non vediamo l’ora di ascoltarlo, nel frattempo ricordiamo il rocker abruzzese con una playlist di dieci canzoni tra le più significative del suo sterminato repertorio. 
(Grazie a Patrizio Maria!).

LA PAZZA SUL FIUME

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In principio fu Nino Dale and His Modernists (sì, quello della omonima canzone, ne parliamo qualche riga più in giù), poi quattro album (compreso quello con gli Anonima Sound) passati più o meno inosservati. Fino alle collaborazioni (tra i tanti) con Herbert Pagani e Lucio Battisti, senza dimenticare il rischio di essere ricordato come la voce della PFM. Con la Numero Uno, Ivan Graziani firma Ballata per quattro stagioni: non è un esordio ma è come se lo fosse. La band è stratosferica (Hugh Bullen, Walter Calloni, Lucio Fabbri, Walter Maioli, Claudio Pascoli), l’album non è da meno. Per rappresentarlo, la scelta è caduta su di un brano come La pazza sul fiume, merito di un incedere psichedelico (e anche un po’ prog) che lo fa volare altissimo.

LUGANO ADDIO

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1977, esce I Lupi. La Numero Uno sembra puntare sulla title-track, tanto che Lugano addio finisce come retro del 45 giri incaricato di promuovere l’album. Le radio, però, preferiscono di gran lunga il lato B, portando Lugano addio in classifica e consentendo a Ivan Graziani di diventare popolare. In studio, la formazione resterà più o meno la stessa, ma i valori aggiunti di Gaio Chiocco, Gino D’Eliso, Antonello Venditti e Derek Wilson non possono passare inosservati.

PIGRO

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Poco più di due minuti per consacrare Ivan Graziani come cantautore di rango. Non un cantautore classico, con tanto di barba e pugno chiuso d’ordinanza che tanto andava all’epoca: il verbo è quello del rock’n’roll, che il musicista abruzzese coniuga da par suo grazie a una tecnica chitarristica di prim’ordine. Pigro ne è la dimostrazione, mentre l’album, che prenderà lo stesso titolo del singolo, è un successo. Graziani sembra non fermarsi: è programmatissimo in radio, riempie teatri e palasport mentre i passaggi nel piccolo schermo non si contano più. Un paio di occhialoni dalla montatura color rosso sembra portargli fortuna. 

MONNA LISA

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Siamo sempre dalle parti di Pigro, fonte di piccoli grandi capolavori. Come Monna Lisa, ovvero come tentare di rubare il dipinto più famoso al mondo e non riuscirci. Probabilmente l’ispirazione arriva dal famoso furto di Vincenzo Peruggia, che, nel 1911, se ne scappò dal Louvre con la tela di Leonardo da Vinci in spalla. Di certo, si tratta di un pezzo magnifico, con Ivan Graziani intento a trarre il meglio della sua Gibson e un Hugh Bullen che la asseconda al basso. 

FUOCO SULLA COLLINA

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Secondo molti, anche per chi scrive, Fuoco sulla collina è la canzone più bella mai scritta e interpretata da Ivan Graziani. Tra quelle note c’è tutto: la chitarra che brucia, il simbolismo del testo, il protagonista che confonde i fuochi avvistati in un campo con una fantomatica battaglia, magari con tanto di barricate. “E forse dopo canteremo, a squarciagola canteremo. A sedici anni correre senza fiato è dolce”. Che meraviglia! E che meraviglia la copertina di Agnese, dolce Agnese, album di provenienza di Fuoco sulla collina, opera di Tanino Liberatore. 

FIRENZE (CANZONE TRISTE)

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Firenze (canzone triste) è forse la canzone più popolare di Ivan Graziani, esperto di ballate oltre che di rock’n’roll: a tal proposito, guai  dimenticare Agnese, dolce Agnese (che, però, somiglia un po’ troppo a A Groovy Kind of Love, successo lanciato nel 1965 del duo britannico Diane & Annita e coverizzato da molti, Phil Collins compreso), oppure Paolina o Signorina. Secondo alcune fonti, il brano avrebbe dovuto essere dedicato a Urbino, città dove il cantautore abruzzese, oltre a passare i suoi anni da universitario, fondò gli Anonima Sound assieme a Velio Gualazzi, il papà di Raphael. 

DADA

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Dada, “viso scuro come un temporale, viso tondo da cherubino in un giudizio universale”, è uno dei tanti personaggi di provincia dipinti da Ivan Graziani. Che, questa volta, mette in mezzo un amore torbido “tra cugine strette” nonché una storia di eroina. Finisce tutto bene, perché “Dada è buona assai, Dada ti butta giù, ti tira su, ti cava fuori dai guai”. 

DOTTOR JEKILL MISTER HYDE

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Impossibile non citare Dottor Jekill Mister Hyde, anche se la proponiamo non nella versione in studio di Agnese, dolce Agnese ma dal vivo, in arrivo dal doppio Parla tu (stesso titolo di una canzone degli Anonima Sound). Il motivo? Ricordare la potenza che Ivan Graziani esprimeva nei sul palco. E che potenza!    

NINO DALE AND HIS MODERNISTS

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La leggenda narra che Nino Dale, figura epica di un’epoca passata nonché musicista multitasking, scoprì Ivan Graziani durante un concorso per giovani speranze ad Ascoli Piceno. Ne intuì le potenzialità per poi metterlo sotto la propria ala protettiva, fino a farlo entrare nell’organico dei Modernists. La canzone è una dedica sentita e un po’ malinconica, una sorta di riconoscimento nei confronti di un maestro. Tratta da Ivan Graziani, l’album di Signora bionda dei ciliegi, Navi e Il chitarrista. 

IL TOPO (SIGNORE DELLE FOGNE)

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Dalla fine degli anni ’80 a metà del decennio successivo (l’ultimo album in studio è Malelingue, del 1994, la morte lo coglierà il primo gennaio 1997), Ivan Graziani comincia a non frequentare più i piani alti delle classifiche di vendita. Non che i suoi ultimi dischi siano da buttare, però i gusti del pubblico sono cambiati e, comunque, latitano certi guizzi saltati fuori nella prima parte della carriera. Però le belle canzoni non mancano, come Il Topo (signore delle fogne), tratto proprio da Malelingue e ispirato alle favole di Esopo. Con il solito, buon vecchio rock’n’roll come colonna sonora.   

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L'articolo Le 10 migliori canzoni di Ivan Graziani di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2024-01-24 10:35:00

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