Venticinque, episodio 1: la venticinquesima ora di Massimo Pericolo

Siamo tornati con Vane davanti al carcere di Varese, ci siamo fatti cullare dalle acque del suo lago, abbiamo aperto birre con i denti, incontrato i suoi amici, parlato di tutto in libertà. È online la prima puntata del podcast di Rockit e LifeGate, ed è semplicemente imperdibile

Foto di Giulia Bersani - Artwork di Giulia Cortinovis
Foto di Giulia Bersani - Artwork di Giulia Cortinovis

Il lago di Varese, con la sua calma e la sua malinconia. È questo il primo set di 25, podcast di Rockit e LifeGate scritto da Dario Falcini, Giacomo De Poli e Marco Rip. Una serie di audiodocumentari – online su tutte le piattaforme di streaming (qua le varie opzioni, scegli quella che ti aggrada di più) ogni mercoledì – in cui i luoghi, e il loro racconto, sono protagonisti quanto gli artisti che li abitano. È lì che incontriamo Massimo Pericolo, nome d’arte di Alessandro Vanetti, rapper varesino classe 1992.

È lui il protagonista del primo episodio della serie e con lui il nastro di 25 si riavvolge fino al 2019, anno che ha rappresentato un punto di svolta nella sua vita e per tutto l'hip hop di casa nostra. Un successo, quello che lo nel giro di pochi mesi lo ha letteralmente travolto, che è suonato come un avvertimento: stava arrivando qualcosa di nuovo, potente, violento. Chi quell'anno è stato al MI AMI lo ricorda bene: il suo esordio live fu travolgente.

Vane ci aspetta nei pressi di Gavirate, paese del lungolago, anonimo per molti e semplicemente casa per lui, che tra questi paesi di una provincia che è fisica e pure metafisica, quasi morale, ha scritto la propria storia personale. E che da queste terre non intende scollegare il proprio futuro, anche ora che tutti sanno il suo nome e molti conoscono la sua storia, non sempre semplice né lineare.

Saliamo sulla sua Audi – "sono in fissa con questa marca: per me l'auto è l'Audi, ora che posso permettermela" –, Alessandro capisce che siamo stati avvisati di quanto possa essere sportivo il suo stile guida e promette che guiderà piano. Poi imposta il navigatore: per la prima volta dal 2014 rifarà la stessa identica strada che, allora su una volante, lo portò in carcere. Il suo era uno dei nomi coinvolti in un'operazione antidroga ordinata dalla procura di Varese ("in featuring con l'antidroga di Gallarate", aggiunge). Si chiamava Scialla Semper, come il suo primo disco. E siamo tornati a quel fatidico 2019. 

Vane al MI AMI 2019, foto di Enrico Rassu
Vane al MI AMI 2019, foto di Enrico Rassu

Massimo Pericolo ci porta davanti al luogo – "ma sarebbe meglio dire non luogo: quando stai in carcere, è come se non ci fossi" – in cui la sua vita è cambiata. Poteva andare tutto a puttane, invece da lì è uscito ("non di certo per merito di un sistema che non rieduca, ma grazie alle mie motivazioni") un ragazzo intenzionato a cambiare le cose, a concentrarsi sui propri obiettivi, a fare musica.

Dalla casa circondariale in pieno centro città, passando per i vari comuni bagnati dalle acque del lago, attraversiamo i posti che lo hanno formato e hanno ispirato la sua narrazione iper-realista, cruda, capace a suon di verità urlate di fare risvegliare l'Italia dalla lunga sbornia da trap. "Qua è la periferia della periferia della periferia, dove di tutto si mischia. La provincia è un miscuglio disorganico di persone che non ce la fanno e che ce la fanno, che stanno bene e che stanno male. E tutti vivono qua assieme. Questa disarmonia mi ispira", racconta Massimo Pericolo, a 25, che ha passato un'intera giornata con lui, godendo del privilegio di condividerne uno spaccato di quotidianità.

Nel primo episodio della serie di audio-documentari che celebra i 25 anni di Rockit – il prossimo online mercoledì 18 a mezzanotte, protagonista NON VE LO DICIAMO – ripercorriamo una parabola artistica unica, figlia dei propri tempi. Celebriamo il talento che trova il modo di imporsi, la determinazione di chi ha sempre messo tutto sé stesso nella propria musica, anche quando questa non gli dava indietro nulla. Passiamo davanti ai campi in cui è stato girato il video di 7 Miliardi, il pezzo con cui il rapper ha gridato a tutti quanti che era arrivato il suo momento, poi facciamo una passeggiata a Sabbie d'oro, titolo della canzone che a stretto giro ha reso chiaro a tutti che c'erano altre sfaccettature da conoscere, che Massimo Pericolo era una cosa inedita, complessa, unica.

Vane, foto di qualche tempo fa
Vane, foto di qualche tempo fa

Quello che Vane consegna a 25 è un racconto personalissimo. In cui convivono i ricordi della propria infanzia e della propria adolescenza, tra difficoltà e passioni capaci di tenerti a galla (le arti marziali, oltre al rap). Incontriamo i suoi amici, estremamente talentuosi a stappare le birre con i denti, inauguriamo il nuovo bar di Brebbia, parliamo senza filtri della grande truffa chiamata felicità. "Se io posso riprodurre la felicità con una sostanza come la coca, vuol dire che non è quello che devi cercare. La calma, la pace: quella è la felicità per me. Non essere vittima della tempesta emotiva in cui per come sono fatto spesso mi trovo", dice Vane.

Poi chiosiamo sulla musica, la sua funziona terapeutica. "Io sono una persona complessa, che ha pensieri spesso in contrasto, in conflitto tra loro. Ma nelle canzoni io posso esemplificare me stesso". Insomma, non potevamo augurarci un esordio migliore per la nostra serie di audio-documentari, che prenderà in esame personaggi, progetti e momenti storici molto diversi tra loro, fino a comporre un quadro di come è cambiata la musica italiana (e un po' pure noi) nell'ultimo quarto di secolo. Quindi correte ad ascoltare 25 sulle piattaforme di streaming, e mettete mi piace allo show per rimanere sempre aggiornati sulle prossime uscite. Poi fateci sapere.  

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L'articolo Venticinque, episodio 1: la venticinquesima ora di Massimo Pericolo di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2022-05-11 11:29:00

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