Alice Robber balla sulla tristezza del mondo

Cos’hanno in comune una giovane cantante dance e “Secchan”, un manga giapponese? La leggerezza. Che non significa superficialità, ma profondità ed emozioni che prendono forma (con un velo di tristezza sullo sfondo). “Dancing Sadness” è un disco da ballare sulle macerie

Alice Robber in una foto di posa
Alice Robber in una foto di posa
29/04/2022 - 11:14 Scritto da Mattia Nesto

Quando penso all’Apocalisse di un mondo, nella mia mente si palesa quella meraviglia dell’arte figurativa che è Les Romains de la décadence di Thomas Couture in cui, con un taglio registico à la Sorrentino, si mostra una specie di festa finale di alcuni patrizi romani che, incuranti (o forse profondamente consapevoli) di un mondo che intorno a loro crolla e termina, si divertono come se ci fosse ancora un futuro. 

Vi confesso che sentimenti simili, vuoi un po’ per il momento storico, vuoi per “intermittenze del cuore” assolutamente insondabili, davanti a due opere, diverse e uguali fra di loro: Dancing Sadness, il, bellissimo, ep d’esordio di Alice Robber (pseudonimo di Alice Pistoia, nata a Roma nel 1997, cantautrice) e Secchan, l’ottimo manga, anch’esso di esordio, di Tomoko Oshima. L’ep di Alice Robber, uscito per ASTARTE, e il fumetto di Oshima, pubblicato da J-Pop presentano delle tonalità molto simili. C’è come una nota generale, una tristezza che non finisce per soverchiare le artiste ma anzi dona linfa vitale dal punto di vista creativo. Musicale o narrativo non fa troppa differenza.

Per dimostrarvi quest’assonanza farò una descrizione, come si diceva negli anni Novanta, track by track dei pezzi contenuti in Dancing Sadness affiancandovi altrettanti momenti e passaggi di Secchan.

 

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The Life We Could Live – “Il sesso è bello perché a farlo c’è qualcuno che suda, sbava e geme come me”. Una delle cose che ho letteralmente adorato di Alice Robber e Tomoko Oshima è il loro modo assolutamente diretto di presentarti quanto vogliono comunicare. Non è un caso che il primo pezzo dell’ep sia The Life We Could Live, una traccia molto dance e trasognata che pone le basi per l’intero disco. Ci sono tutti gli elementi che rendono riconoscibile Alice Robber: la voglia e la pulsione di ballare ma sempre con quella nota quasi nostalgica e malinconica che, almeno su di me, riveste un fascino assoluto. Allo stesso modo Secchan si presenta alla lettrice e al lettore ugualmente senza passare dal via. La vediamo infatti intenta a fare quello che di solito fa, ovvero concedersi a uomini senza tanti perché, solo per tentare, alle volte riuscendovi, il più delle volte no, a riempire il vuoto cosmico delle sue giornate. Diciamo che ritrovarsi in lei, se ci guardiamo bene bene in fondo alla nostra piccola e fragile anima, non è troppo difficile. Vero?

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Addiction – “A volte ho l’impressione di trascinarmi avanti nello studio semplicemente cavalcando l’onda dell’impegno che ho intorno”. La frase che pensa Secchan in un altro momento è fondamentale per capire il tema profondo dell’opera: si può, davvero dare un senso alle proprie giornate mentre, almeno all’apparenza, tutti gli altri lo fanno, costantemente? Questo si chiede Secchan e anche io lo faccio. Se poi ci unite il ritmo, quasi ipnotico, di Addiction nel quale “il movimento vince sulla staticità e la profondità della depressione” il gioco è fatto. 

Fever – “Se ti senti sola puoi stare sempre qui”. Fever è uno dei pezzi che preferisco di questo ep perché riesce a mantenersi in equilibrio tra un’attitudine pop e mainstream e una dimensione alternativa comprovata dal suo arrangiamento molto originale. Questa sorta di “perfetta dicotomia” l’ho ritrovata anche nel personaggio, bellissimo, Akkun, l’altro protagonista di Secchan, sorta di “negativo” della ragazza: tanto lei si dona agli altri, quanto Akkun è chiuso in se stesso, tanto lei è non risolta e in balia degli eventi, quanto lui è controllato, studiato e sempre perfetto. Ecco questo “struttura a due” è quella di Fever: due nature in apparenza in contrasto che si ritrovano a ballare assieme sul dancefloor. Se state pensando a Anna e Marco di Lucio Dalla, beh, non state sbagliando così tanto. 

 

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Keep on Dancing – “Secchan ti andrebbe di metterti con me?”. Non giriamoci troppo attorno: questa è la traccia principale di Dancing Sadness. Un po’ perché è uno dei singoli che hanno generato più curiosità attorno al nome di Alice Robber, un po’ perché in questa canzone ci sono tutti i temi, le caratteristiche e i sapori che questa ragazza esordiente ha voluto inserire. C’è il ritmo, la voglia di “ballare sulla tristezza” e di non volersi troppo prendere sul serio avendo però bene in testa quello che c’è da fare. Non essere banali, a prescindere da quanto le cose, in famiglia e nel mondo intero, vadano male. Questo è lo stesso pensiero del personaggio che dice questa frase, di un certo qual peso nell’economia della narrazione come potrete immaginare.

Endless – “E lei farà sempre più esperienze senza di me e avremo sempre meno cose in comune”. Che cosa avviene quando una persona con cui si sta da tanto tempo, lentamente ma in maniera inesorabile, cambia davanti ai nostri occhi? Me lo sono chiesto mentre leggevo Secchan, che racconta anche un tipo di relazione del genere e la domanda mi è tornata in mente ascoltando Endless. Le note basse e il mood più oscuro del pezzo sono le stesse che si ritrovano nel manga: quell’inquietudine che ti piglia, tutta d’un tratto, quando ti accorgi che la persona accanto a te non è più quella nella quale avevi investito tutti i tuoi sentimenti. Le persone cambiano, al netto di quanto noi facciamo e di come, noi stessi, siamo in continua trasformazione. La fine di un amore, diciamo così, può essere la conferma della mutevolezza della vita. 

Falling in the Deep – “In ogni caso Secchan era arrivata al limite, e forse l’universo le ha offerto una via d’uscita”. Secchan è un manga ruvido, nonostante la linea del suo disegno così morbida e abbozzata. I suoi personaggi con un bagaglio emotivo gigantesco lasciano un segno nelle lettrici e nel lettore. Allo stesso modo i bassi profondi come tombe di Falling in the Deep di Alice Robber stanno lì a confermare che, anche se stiamo ballando su un pezzo dance, non per questo stiamo avendo a che fare con qualcosa di superficiale. E ce lo dice la stessa Alice: “Un inno alla forza interiore, alla capacità di reagire alle sensazioni più struggenti, fino a sentirsi catapultati in una festa in cui Disco Music e coreografie danno spazio alla leggerezza d'animo”. Leggerezza d’animo contro il peso del mondo, è una cosa buona e giusta. E dolorosissima. 

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L'articolo Alice Robber balla sulla tristezza del mondo di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2022-04-29 11:14:00

Tag: disco

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