AREZZO WAVE 2004 > Fiz - seconda parte



I concerti:

Camera 237 (Calabria). Suite strumentali alla maniera di Godspeed You!Black Emperor e/o Mogwai, roba riascoltata dodicimila volte da dodicimila gruppi diversi, però non sono male, hanno Quel nonsoche che serve nel fare quel genere di musica.

Disumetica (Molise). Lamentosi, che non si riesce a leggere bene, che dopo 2 canzoni dici va beh hanno anche spaccato i maroni. Che fan pure il teatrino dello scendere a uno a uno dal palco e lasciar solo il bassista a chiudere il pezzo e poi però risalire per prendersi quei 2 applausi che gli fanno i loro 2 amici sottopalco. Una tristezza che metà basta.

The March. L'America dei viaggi in treni merci, delle praterie, delle nostalgie di un altrove che non si raggiungerà mai, racconti di far west, 2 chitarre e 2 voci, cioè un tizio americano e Odette Di Majo (ve li ricordate i Soon?). Per dire, sembra che hanno acceso il palco, che sia iniziata la musica per davvero solo adesso, tanto è lo scarto rispetto ai gruppi che li hanno preceduti. Semplice e bello. A capire bene l'inglese lo sarebbe stato ancora di più, o forse no. Forse è un bene perdersi le parole, lasciarsi trasportare dalla musica e basta. Seguire quella cantilena che è l'inglese e immaginarsi in un romanzo di Steinbeck.

Poi è il turno dei Tre Allegri Ragazzi Morti, tanto stralunati quanto coinvolgenti, che non si ricordano le canzoni, che prendono e suonano a caso pezzi del loro, cito, "vasto repertorio. Perché prima eravamo un gruppo di rock'n'roll, mentre adesso siamo un gruppo che va in giro a suonare per la gente". E ancora "questa canzone è 'la pianura' e serve per darsi dei motivi per scopare con gioia". E' un concerto senza alcuna soluzione di continuità, con canzoni iniziate e non finite, che diventano balletti o altre canzoni. Bel concerto, ma nemmeno concerto, bel momento di intrattenimento e spensieratezza. Davvero dolcissimo.

Che poi, con i TARM sul palco, si sono moltiplicate le ragazzine sotto. E tu ti ci perdi a guardarle. Che ti sembra che i giovani siano più belli di quando eri giovane tu. Per esempio, quest'anno va di moda per le ragazze (che se lo possono permettere) di arrotolarsi la canottiera fin sotto il seno e tenere i pantaloni abbassati a vita esageratamente bassa, quindi pancini piatti lunghissimi e le righe del bacino ben in evidenza giù a lasciar immaginare... Acty dice che gli stan sul cazzo i giovani di oggi perché non sono contenti, io penso che c'è poco da essere contenti, però un po’ più incoscienti e iconoclasti e spensierati e pazzi d'amore sì, quello sì, bisognerebbe esserlo, specie se si ha ancora il lusso di essere giovani.

"Ma la gioventù -ribellione, desiderio di libertà- e la visione sono due punti cardinali del mio orientamento. A sessantasei anni sono più ribelle di quanto non fossi a sedici. ora io so che l'intera struttura deve precipitare, dev'essere abbattuta. Ora sono sicuro che ha ragione il giovane- o il bambino, nella sua innocenza. Nient'altro può bastare, nient'altro soddisfare" (H. Miller)

Concerti finiti. Che ore sono? Quasi mezzogiorno e mezzo. E' tempo di Media Center, conferenza stampa, controllare le email. Oggi è l'8 luglio, no niente scusate, a voi non interessa.

E' l'ora della pappa.

Offerto agli accreditati, come ogni anno un ricco e lauto buffet, quest'anno trattasi di Buffet africano, senegalese per la precisione (che altrimenti sarebbe come dire 'buffet europeo' e sì ma europeo di dove?). Il tizio che lo prepara è simpaticissimo, sua figlia che lo aiuta è bellissima, avete presente le principesse d'Africa? Quelle con la pelle nerissima come l'ebano e gli occhi dolci e severi, i lineamenti leggeri ma netti, precisi, le gambe lunghissime, il portamento che ci muori, è ancora piccola, avrà 17 anni, ma proprio bellissima. Tra un piatto di zighinì e degli involtini con verdure e salsa piccante, sei magnetizzato sia dal cibo che dalla principessina (chissà quando avrà 25 anni...). E poi c'è un caffè con la cannella e i chiodi di garofano e non hai capito cos'altro dentro che è strepitoso. Ne bevi a bicchieroni. Forse è anche questo a non farti dormire la notte.

Ma non c'è troppo tempo per pensarci su, un'email e poi al lavoro.

Psyco Stage.

Che fatica.

E che clado.

Gnut (Campania). Funky come se fossimo negli anni '70 in qualche oratorio o piano bar convinti di suonare belle canzoni. Sorvoliamo.

Teoremitti continua a scrivere sul suo quadernetto. L'aveva fatto anche due anni fa, ma non ne è venuto fuori niente, a questo giro decidi di obbligarlo a pubblicare su Rockit la sua versione di Arezzo Wave. Ti sembra il minimo, cos'è questa storia che solo tu devi avere l'esclusiva (e l'obbligo)? Tutti a scrivere! Olè. Acty intanto scrive sms.

Skill (Puglia). Blonde Redhead o Yeah Yeah Yeah, ovviamente del genere c'abbiamo provato. Ma c'è di peggio nella vita e in particolare in questa edizione di Arezzo Wave Soporifera. Mentre suonano, teoremitti va sottopalco per vedere se la cantante oltre a essere benvestita è altrettanto carina (risposta: no), tu e Acty fate la gara di pance con Miki degli Serif's (che sono in studio e forse quest'autunno escono con il 3° disco). Risultato: benchè lui sia dimagrito e tu ingrassato, vince Acty.

La Camera Migliore. La domanda del sempre lucido teoremitti è: "perché Carmen Consoli produce un gruppo che canta come lei?", rispondi con un "per pigrizia, così lei può faticare meno a scrivere le canzoni e portarle in giro, con tanto che la cantante de La Camera Migliore si muove e canta davvero in maniera identica". Ah, Carmen è molto molto più brava, no giusto per dare una giusta dimensione alle cose.

Arriva una signorina tanto carina che forse è la ragazza di teoremitti o forse no, nel dubbio si abbracciano un po’ e qualche bacetto casto se lo danno. boh...

Nel frattempo Acty si mangia le unghie. Tu fai un giro nel retropalco a rifornirti di birra.

Suonano gli Estrema, da 20 anni in giro e la storia del trash in Italia etc etc e bla bla. Sospendi il giudizio e basta.

Preferisci aprire quel bellissimo e attualissimo libro che è 'lire 26.900' di Beigbeder (vi scongiuro leggetelo!):

"Sono un pubblicitario: ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccata a Photoshop. Immagini leccate, musiche nel vento. Quando, a forza di risparmi, voi riuscirete a pagarvi l'auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l'avrò già fatta passare di moda. Sarò già 3 tendenze più avanti, riuscendo così a farvi sentire sempre insoddisfatti. Il Glamour è il paese dove non si arriva mai. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che fa invecchiare quella precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma.

La vostra sofferenza dopa il commercio. Nel nostro gergo l'abbiamo battezzata 'frustrazione post-acquisto'. Non potete stare senza un prodotto, ma appena lo possedete, dovete averne un altro.(...) Ma per creare bisogni si devono stimolare la gelosia, il dolore, l'insoddisfazione: sono queste le mie munizioni. Il mio bersaglio siete voi. (...)
Io Sono Dappertutto. Non mi sfuggirete. Vi proibisco di annoiarvi. Vi impedisco di pensare. Il terrorismo della novità mi serve a vendere il vuoto. Per stare sulla cresta dell'onda sotto deve esserci il vuoto. (...) Io stabilisco cos'è Vero, cos'è Bello, cos'è Bene.(...) Il vostro desiderio non vi appartiene più: io vi impongo il mio. Vi proibisco di desiderare a caso. Il vostro desiderio è il risultato di un investimento calcolato in miliardi di euro. Sono io che decido oggi quello che vorrete domani"

Così vanno le cose. Così devono andare?

Cambio di scena (tipo dissolvenza incrociata nei film)

Main stage, Aperitivo-rock finito.

Che ore sono?

Inizia il concerto degli Altro, dopo i Valentina Dorme nel 2002, selezionati da Rockit per ArezzoWave 2004.

Gli Altro sul palco di ArezzoWave fanno un ben strano effetto. Il palco così grande ed istituzionale, loro così compatti e dall'attitudine ferocemente indie. Le canzoni deragliano senza fare scintille. Guardi la gente sottopalco e non capisci se stanno apprezzando o no, di certo incuriositi, la voce di Alessandro è, diciamo così, particolare, le canzoni al fulmicotone non lasciano troppo spazio a pensieri e/o respiri. Tu hai un piatto di pasta in mano, decisamente poco indie-rocker, speri non ci sia in giro qualcuno che ti conosce e poi ti rendi conto che ArezzoWave è sempre meno cool, che figurati se Malaria Brando, per dire l'essenza dell'indie-chic, ci ha anche solo pensato a farci un salto, che chissà dov'è finita, lei, che pure Vincent non ha più sue notizie da un po’, come cantano gli Altro in 'Rumba'?: "ogni volta penso che/come fosse sempre/altri modi, altri se/come fosse sempre/come fosse sempre/anche se non è vero/tutto come sempre/anche se non è vero".

La serata poi passa tra un giro alle bancarelle (c'è anche un sempre più stralunato Felix, Anima Autoproduzioni, produttore delle maglie Aiuola, chi è di Milano e bazzica il sabato la Fiera di Senigallia ha capito di chi si sta parlando), qualche chiacchiera, un giro fuori dallo stadio, ancora cibo e un giro alla Vip Lounge a rifornirsi di quella che sarà la maledizione alcolica di questa edizione (per ovvi motivi di non-pubblicità non si dirà nulla, se non che trattasi di bevanda a base di vodka, fatevi 2 conti con il bombardamento pubblicitario che tali signori han fatto attraverso ogni media da alcuni mesi a questa parte e avete capito da voi). La prima sera (ieri) è stato come un girare in circolo attorno alla preda, questa sera è già più intensivo, tipo allenamento in vista della gara (domani). Sembrano bibite, sono letali. La tessera nera Vip Lounge che porti al collo (e che vi scambierete per andare a turno a rifornirvi) da diritto a infinitydrink, cioè bevi quanto e come vuoi, cioè Morte Cerebrale.

Siete alticci e sorridenti. Dareste i baci anche alle zanzare talmente siete in sintonia con l'Universo intero. Siete tutti ispirati. Partendo da alcune irreprensibili considerazioni scientifiche dei 2 laureati scienziati (teoremitti e la sua forse-ragazza) componete una canzone, dal titolo 'E state', trascrivete il testo su dei foglietti che poi ovvio perdete, cercate di ricordare:

"le zanzare assaggiano l'aria
le cavallette assaggiano la terra
una volta un tizio ha scritto un libro dimostrando che la luna non esiste
e qualcuno ci ha creduto

non è possibile
non è possibile

in fondo a quella strada il semaforo non funziona mai
ricordi? quella sera il semaforo ha funzionato
è stata l'ultima volta che l'ha visto"

La melodia è inesistente, il cantato inventatevelo un po’ voi tenendo presente 'Da qui' dei Massimo Volume o una qualche co-produzione Snowdonia-Wallace :-)
Bellissima.

Le notti dei morti viventi.

A proposito di Morte Cerebrale, di Universo e di alterazione sia delle percezioni che dei normali ritmi fisiologici, c'è da dire questo per dovere di cronaca: non sei mai stanco. Mai. Questa è un'edizione di ArezzoWave a zero sonno. Non dormi mai, non hai mai sonno. Anche a serata finita, ormai tutti nei letti, le ultime parole e parole e parole. Tu non smetteresti mai di parlare. Anche mentre tutti dormono. Provi a chiudere gli occhi ma è impossibile. Sei tarantolato. E in più le zanzare spaccano le palle più di qualsiasi gruppo emo-core della Terra. Non ti lasciano pace ne scampo. e ZZZZZ e ZZZZZ e ZZZZ e che palle. E poi pungono e pungono e pungono. Ti succhiano il sangue. E te li a grattarti via la rogna. Le zanzare sono emo-core di brutto. Esci in corridoio, trovi 2 ragazzi emiliani, ti siedi con loro al banco del bidello vicino ai bagni, dalla finestra aperta arrivano da lontano echi di musica elettronica, dopo un quarto d'ora di silenzio le prime parole pronunciate da uno dei due emiliani sono "senti, questo è il giro di basso dei Chemical Brothers, prima era Timo Maas". Preferisci tornare in stanza a parlare con le zanzare. Zero sonno. Così per tutto il festival. Alla terza notte già non te lo ricordi nemmeno più come si fa a dormire. Allora ti rialzi dal letto come da un sudario e vai alla finestra a guardare un'Arezzo che dorme che è sempre uno splendore, e poi sonnambulizzi su e giù per le scale e nelle docce e nei bagni. Che la gente normale non lo sa ma di notte i corridoi del Convitto si popolano di gente, di porte che si aprono e si chiudono, di mani giunte, di fantasmi formaggino, di giornalisti insonni e di ninfomani che per fortuna si nascondono, un delirio che a tratti è quasi più interessante del festival istituzionale guarda.

Venerdì, 9 luglio

Al Media Center è arrivato rockit'mag #24. E' bellissimo. Ti brillano gli occhi e non è il sonno. Non fate nemmeno colazione. Passate praticamente l'intera mattinata in Posta per spedire 7 pacchi di mag ad altrettanti collaboratori rockit in giro per l'Italia: la signora allo sportello è l'essere più stordito e lento che avete incontrato dall'inizio dell'anno. E' un supplizio interminabile.

Quando infine arrivate al Wake-up Stage, sul palco ci sono i Dedalo con il loro roccolo inutile (cioè il classico 'rock italiano' ). Prescindibilissimi senza senso di colpa alcuno per il ritardo. Meno male.

E' così l'ora dell'ultimo concerto della mattinata, cioè tocca a Paolo Benvegnù, che inizia con: "quando perdo qualcosa io corro, così non ho più liquidi per lacrime". Vedete Acty sotto il palco che per un attimo smette di mangiarsi le unghie e inizia a smanettare al cellulare, scommettete che sta mandando un sms con quella frase spacciandola per sua :-) Per quanto riguarda il concerto, visto che sei una delle persone più pigre della Terra fai un copia&incolla di un articoletto che avevi scritto per una rivista che poi per problemi di spazio non era uscito. nell'era post-moderna il riciclo è d'obbligo: "Finita l'esperienza con gli Scisma, gruppo indie-pop che ha avuto una piccola notorietà nella felice stagione del rock italiano degli anni '90 con un paio di dischi e altrettanti ep, Paolo Benvegnù ci riprova oggi da solista. Fa uscire un disco dal titolo già di per sé emblematico (Piccoli fragilissimi film) e si fa carico di essere, a dar retta alle note stampa, 'l'inventore dell'ipersensibilismo'. Tralasciando simili vaneggiamenti diciamo che Benvegnù fa canzoni crepuscolari, tendenzialmente sommesse, senza però quasi mai perdere in intensità espressiva. Un cantautorato moderno, mediamente obliquo e ricercato (per qualcuno, concedetelo, stucchevole). Ha secondo me il pregio di essere o amato o odiato, e di questi tempi ad emozioni zero è già qualcosa". Può andare?

Concerti finiti. Che ore sono? Quasi mezzogiorno e mezzo. E' tempo di Media Center, conferenza stampa, controllare le email.

Buffet africano. La principessa nera. Caffè. Caffè. Un'email e poi al lavoro.

Psyco Stage.

Che fatica.

E che caldo.

Vi perdete il raggae dei sardi Reggaemafing Brizz che con il sole cocente e l'atmosfera di svacco generale ci potevano stare tutti. Leggete sulle schede del giornaletto/programma del Festival per vedere un po’ cosa vi siete persi "Lunghe chiome rasta, densi fumi affettuosi". Le chiome rasta vabbeh ok, ma come fanno i fumi ad essere affettuosi??? Boh. Ma chi le ha scritte queste schede ? Le ha scritte Acty. Ah ecco...

Gli In limine (Emilia-romagna). Non male, marcette marziali di giullari depressi, forse un po’ ripetitivi alla lunga ma dai, se rapportati al livello generale si meritano una piena sufficienza.

I Daunbailò, cioè una parte dei furono Mazapegul. Boh. Rock tra folk zigano e folk italiano e i primi Litfiba. Roba che non vi eccita per niente. Ma proprio per niente.

I Giardini Di Mirò acquistano la giusta prospettiva da lontano, sdraiati su un prato, senza vedere il palco, quindi zero immagine solo musica, come sottofondo nervoso a un pomeriggio che di nervoso non ha nulla: tranquillità non assoluta, ma distratta.

Scrivi poco e di tutt'altro. Non va per niente bene, o forse sì?

Intanto leggi, sempre Beigbeder:

"Per ridurre l'umanità in schiavitù, la pubblicità ha scelto la linea morbida, la persuasione. Viviamo nel primo sistema di dominio dell'uomo sull'uomo contro il quale perfino la libertà è impotente. Anzi, questo sistema punta tutto sulla libertà, è questa la sua più grande trovata. Le critiche servono solo a dargli più risalto, i pamphlet a rafforzare l'illusione della sua melliflua tolleranza. Vi sottomette con eleganza. Tutto è permesso, nessuno viene a malmenarti se fai casino. Il sistema ha raggiunto il suo scopo: anche la disobbedienza è diventata una forma di obbedienza."

E va bene. Solo che ti sale una rabbia nera che rischia di farti passare il buon'umore. Non è il momento, con tutte queste ragazze intorno è pericoloso. Ci vuole un cambio libro, non bisogna implodere. Ne darla vinta. In borsa il libro a copertina verde fluo, fuori il libro a copertina viola, che Henry Miller ha sempre le parole giuste per fomentare. Per esempio:

"L'arte di vivere, implica un atto di creazione. L'opera d'arte non è nulla. E' solo la prova tangibile, visibile di un modo di vivere che, se non è folle, è sicuramente diverso da quello comunemente accettato. la differenza sta nell'atto, nell'affermazione della volontà e nell'individualità. Per un artista è un suicidio attaccarsi al suo lavoro o identificarsi con esso. Un artista dovrebbe essere capace non solo di sputare sull'arte dei suoi predecessori, o su tutte le opere d'arte, ma anche sulle proprie. Dovrebbe saper essere sempre un artista, e infine non essere affatto un artista, ma un'opera d'arte".

Echeccazzo!

Andiamo all'Aperitivo-rock va....

Bere qualcosa mentre si è rapiti dall'uragano (ecco l'unico fatto che possa compensarmi di non essere io l'uragano?)

Dopo, arrivate alla Love Zone, i soliti 3 hangar enormi con 3 sale e musica differenti. Ingresso 5 euro, di cui 1 ad Emergency e 4 alla Fondazione ArezzoWave. Voi avete il Pass Vip e quindi entrate. Ti piace molto qui, la moquette ignifuga azzurra e gli schermi con le proiezioni di vjing colorano ad hoc l'atmosfera. Gli spazi enormi e i soffitti altissimi aiutano a perdersi e a ritrovarsi in continuazione. Le puntine dei dj sono già surriscaldate. Fuori la notte ha già finito di sgranchirsi le ossa e sta entrando nel pieno. Il tramonto è durato un'infinità e il cielo si fa di anno in anno più rosso e coreografico, grazie all'inquinamento (dovreste vedere certi tramonti a Milano, sembra di essere in un'allucinazione di Danny Boyle). Un tempo forse, per carburare a dovere, ci si fiondava al bar o ci si sedeva ai tavolini e giù a iniziare a bere. Ma questi sono tempi veloci e moderni. Anche il bere non ha più la ritualità e/o il ritmo del mondo passato. Per ballare musica sintetica devi bere sintetico. E mangiare caramelle. Non è obbligatorio certo, ma se lo fai capisci tutto meglio. Non hai mai letto un libro di Irvin Welsh? Voi siete una generazione di passaggio poco a proprio agio con i bonbon e ancora legati sentimentalmente a bevande quasi demodè come vino e birra, però con queste nuove bevande ci state prendendo gusto. Sarà che sono gratis, sarà che sembrano bibite e allora, da perfetta generazione di passaggio, avete fatto un mix di abitudini vecchie e nuove, per non sbagliarvi avete bevuto bottigliette di vodka+ (tipo il latte+ di Arancia Meccanica, che è chimico uguale) come fossero bottigliette di birra. Avete iniziato al Main Stage per ovviare la noia di concerti da villaggio vacanze e non vi siete più fermati. Più. Dalle 22.00 quando hanno aperto la Vip Lounge fino alla mattina alle 5.00. Quando vi siete presentati per l'ennesima volta al bar e togliendovi il pass e lasciandolo sul bancone avete detto a una barista incredula "33". Diviso 3. Numeri e bottigliette vuote alla mano. 33 in 3. C'è anche una fotografia che vi ha fatto la fotografa ufficiale del festival (...) che immortala lo scempio. Come sostanza dopante di supporto alla performance hai bevuto Caffè Borghetti in confezione mignon comprato sotto il palco al Main Stage da un vecchietto con bastone e grembiule bianco, sai che è difficile farvelo credere ma è tutto vero, il vecchietto che vende Caffè Borghetti a 1 euro la bottiglietta mignon. Arezzo Wave trova sempre il modo di sorprenderti anche nel già visto. Ne bevi 4, che a teoremitti fa schifo il caffè e Acty dice che il Caffè Borghetti si beve allo Stadio d'inverno e non in una discoteca in estate, forse ha ragione, ma mischiati a quanto bevuto 4 Caffè Borghetti fanno lo stesso effetto di una caramella, solo dal gusto un po’ più retrò, tipo trovarsi in un film ambientato in una balera romagnola con Fellini e Tarantino insieme in cabina di regia a mangiarsi un risotto ai funghi allucinogeni e bere sakè mixato china. Roba da mandarti il cervello in poltiglia. Roba da vietare, che sono pericolose quelle nuove bevande+ in bottiglietta. Fanno Male Sul Serio. Ti fottono il cervello per giorni, altro che una sbornia che poi passa (quando sabato in serata raggungete lei a Torino per il concerto di Iggy pop la prima cosa che vi dice baciandovi è "ma sei ancora ubriaco? no ma guardati, sei strafatto"). Non passa mai, non scende mai, non finisce mai. La notte è come il giorno, del passaggio nemmeno te ne accorgi. Girano le lancette e se non fosse per la macchina automatica di Acty che vi porta al Convitto sareste ancora tutti e 3 chissà dove e chissà come.

Il giorno dopo al Wake up-stage. E anche lì, c'è da capire come avete fatto a:

1-svegliarvi (gli altri, che tu non hai dormito)
2-mettere tutte le cose in borsa
3-lasciare il Convitto
4-ricordarsi dov'era la macchina
5-guidare fino al Wake up-stage

Per fortuna il biglietto del treno l'avevate fatto ieri.

Prima di partire, siete la fotocopia della fotocopia della fotocopia di voi stessi. Una ragazza tanto carina dai capelli rossi, con un che di selvaggio che la rende interessante (oltre alla minigonna e alle mutandine bianche a disegnini fucsia) si avvicina e dice, rivolgendosi a teoremitti "ah, la maglia con l'annaffiatoio, l'aiuola dischi, la conosco, bello il sito", tu nemmeno avevi capito di cosa si stava parlando, teoremitti risponde "eh si siamo noi", e ci si presenta, tu per farvi capire quanto sei strafatto ti presenti con il nome di battesimo, che forse è appunto dal battesimo che non usi più. Lei dice "ma siete di Rockit", qualcuno risponde di sì. Poi l'unico che riesce a parlarci è Acty che lui va con il pilota automatico e quando c'è da parlare è peggio di un politico, tu e teoremitti siete imbambolati, qualcuno sta suonando sul palco ma chissà chi è, non so cosa pensi teoremitti in questo momento ma tu ti senti il cervello che fa ciak ciak nella testa, tipo una fanghiglia grigia nauseabonda che puzza di vodka. Che fine indegna. Finisce che prendete il treno tu e teoremitti, che chiudi gli occhi per mezzora appallottolato sul sedile del treno, che fai uno dei viaggi più allucinati degli ultimi 3 anni, che riprendi un minimo delle tue capacità mentali soltanto verso le 6 e mezza e ti rendi conto di essere a Santhià (!!!), cioè in Piemonte, cioè hai attraversato 4 regioni d'Italia senza sapere nemmeno più il tuo nome. Ci credo poi che hai perso la carta di credito, conciato così. Come glielo spieghi il giorno dopo alla signorina tanto gentile del call center per il blocco della carta? Che è colpa della vodka+ ? Lascia perdere, non hai più l'età per certe cose, quest'autunno sulla torta saranno 30 candeline... Mon dieu.

La festa è finita (il vino anche), andate in pace (o almeno non fate la guerra).

Si diceva all'inizio che Arezzo poteva essere l'occasione per stappare e condividere quanto imbottigliato durante l'anno, o almeno negli ultimi mesi. A dare un'occhiata sommaria a quanto effettivamente scritto, non è andata per nulla così. Intendo dire, di quanto successo tra le 2 edizioni (tanto/tantissimo/troppo/troppo poco), in queste pagine c'è giusto un sapore, un aroma sottile, che si intuisce soltanto nel ritmo e nella piega che prendono certe situazioni, come nella spinta che l'onda lunga di un soggiorno all'estero sempre dà. Davvero questa volta i quadernetti e gli appunti presi, ma soprattutto il vissuto vero e proprio, sono sostanziosi sia in quantità che in qualità. E allora prendo tutto e tengo in cantina a fermentare, bottiglia gran riserva ben allineata con tutte le altre bottiglie, perché quando verrà il momento, quando sarà tempo di iniziare davvero con la Festa, non mi faccia trovare a secco, che di gesù che trasformano acqua in vino non ne esistono più (semmai ai giorni nostri trovi in abbondanza chi trasforma acqua in veleno), e bisogna essere sempre pronti che non si sa ne il giorno ne l'ora diceva qualcuno. E ancora, come ha detto Sepulveda ad Arezzo, nell'incontro di sabato al Word Stage, "bisogna sempre stare lì a scrivere... perché voglio che l'ispirazione mi trovi mentre lavoro... ". Vedremo. Intanto chiudo qui, ne approfitto per 1 saluto 1 bacio e 1 sorriso a te che hai letto o a te che leggerai. Ricordati che se non c'è limite al peggio, non c'è limite nemmeno al meglio.

Fuori da tempo e storia, via dall'eternità:

"Forse di questa età,
di questi giorni più acuti
che baionette e pugnali,
quando i secoli saranno canuti,
resteremo soltanto
tu
ed io,
che ti inseguirò di città in città"

(V. Majakovskij)



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L'articolo AREZZO WAVE 2004 > Fiz - seconda parte di Stefano 'Fiz' Bottura è apparso su Rockit.it il 2004-07-20 00:00:00

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