Verdena - Auditorium Flog - Firenze



Biglietti esauriti e pubblico stipato nel locale, come non si vedeva da molto tempo, per una delle prime date del tour successivo all’uscita del terzo capitolo della discografia dell’ormai quartetto bergamasco. Un disco bello e, in alcuni episodi, decisamente emozionante come è “Il suicidio dei samurai”. Ed è proprio con la title-track che parte il concerto dei Verdena, dopo che ai pur validi Hogwash era toccato il compito non facile (e a volte ingrato...) di aprire la serata.

Quello che appare chiaro fin dalle primissime note è che, probabilmente, a livello tecnico qualcosa non va; sul palco i musicisti sembrano non sentire bene: in più occasioni, per tutta la durata del liveset, Alberto chiederà ai fonici di aggiustare i livelli nelle spie e, in un paio di casi, l’attacco dei pezzi dovrà essere ripetuto - anche se a tutto ciò cercherà di porre rimedio Roberta con un “Va tutto bene” scandito agli altri con tono tra l’imperioso e il rassicurante. Tali disguidi si uniscono ad una rincorsa al volume che appare francamente eccessiva per l’acustica di una struttura come quella in cui il concerto è ospitato. Ed è un peccato, perché certe sfumature, certe accuratezze, certi passaggi più lievi, comunque presenti in svariati brani del gruppo, alla lunga ne soffrono.

I quattro, comunque, sul palco non si risparmiano e snocciolano, con energia costante e con una ormai proverbiale ‘muscolarità’ della performance, una scaletta che taglia fuori alcuni brani più psichedelici del loro repertorio, specie del secondo album, privilegiando un approccio coinvolgente e vigoroso. Escono molto bene da questo trattamento “Luna” o “Spaceman” ma, quando più o meno a metà concerto il gruppo attacca “Nova” e dilata per un po’ le atmosfere, la cosa funziona alla perfezione - e forse qualche momento di ‘respiro’ in più non avrebbe fatto male alla scaletta.

Ma stasera è il lato più diretto a prevalere: il pubblico gradisce, e il gruppo se ne accorge poiché, a più riprese, ringrazia sinceramente. I bis si concludono con una bella esecuzione di “Glamodrama”, il cui finale, quasi epico, lascia il segno su tutti anche grazie all’ottimo lavoro dell’ormai definitivo acquisto Fidel Fogaroli alle tastiere e dell’incredibile batterista, vero motore perpetuo del gruppo.

Resta la curiosità e il desiderio, per chi scrive, di rivederli, in altra situazione, magari a tour ormai inoltrato e con una scelta diversa dei brani. In ogni caso, i Verdena si confermano una delle realtà attualmente più interessanti e solide del nostro panorama, sia su disco che dal vivo.



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L'articolo Verdena - Auditorium Flog - Firenze di FrancescoS è apparso su Rockit.it il 2004-03-04 00:00:00

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