The Band: il talent per cover band di cui non sentivamo proprio il bisogno

Carlo Conti esordisce– con Verdone, Nannini e Asia Argento (what?!) – con l’ennesimo talent musicale, che, a sua detta, aiuterà il mondo dei live in difficoltà. Ma siamo sicuri che siano le cover band a necessitare di visibilità e sostegno?

Carlo Conti e il suo "The Band"
Carlo Conti e il suo "The Band"
21/04/2022 - 09:14 Scritto da Simone Stefanini

Amiche e amici del trash, ricordate Carlo Conti? L'uomo dietro programmi di dubbio gusto come Tale e Quale in cui vip interpretano cantanti truccati come loro, che più di una volta ha favorito in prima serata sulla rete nazionale più seguita il blackface senza preoccuparsi se fosse offensivo per le persone di colore? Ricordate quando, in uno dei Festival di Sanremo che ha presentato, per promuovere la famiglia tradizionale ha invitato gli Anania ovvero padre madre e 16 (sedici) figli, presentandoli come un fenomeno da ammirare e non da seguire psicologicamente?

Ricordate quando qualche anno fa, prima dell'Avvento di Amadeus, era l'uomo Rai per eccellenza e, forte del fatto che era stato dj col mullet in gioventù, gli affidarono addirittura tutta Radio Rai nel 2016 e lui come prima cosa smantellò Radio2 cancellando programmi che proponevano musica bella e contenuti interessanti come Babylon di Carlo Pastore, Mu di Matteo Bordone e 610 di Lillo & Greg?

Con una presentazione del genere Carlo Conti potrebbe sembrare un cataclisma per la radiotelevisione di Stato e invece è ancora l'uomo su cui puntare quando si parla di musica nazionalpopolare in Rai e di show che fingono di aiutare i musicisti e invece li fanno passare, manco ce ne fosse bisogno, come "quelli che ci fanno divertire", come ebbe a dire il caro Giuseppe Conte in una delle dirette urbi et orbi da presidente del consiglio ai tempi della prima pandemia.

 

 
 
 
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Ecco la notizia che fracassa i cuori di molti di noi: parte venerdì 22 su Rai Uno (e dove se no?) il nuovo talent musicale di Carlo Conti dal titolo The Band, uno show per gruppi musicali in cui non si vince nulla e nessuno viene eliminato (a parte 8 delle 16 band nella prima puntata), pena dover fare cover per tutto lo show, prima di poter portare il proprio inedito alla fine. Niente contratti, dischi o soldi, solo la gioia di poter suonare davanti a un pubblico, dice Carlo Conti in uno dei comunicati stampa e già sembra di sentire i gestori dei locali quando propongono ai gruppi di venire a suonare per la visibilità.

Dunque dal teatro di Montecatini Terme si esibiranno nelle cover un tot di band più giovani o più anziane, alcune formate solo da ragazze, di tutti i generi, che suoneranno live di fronte alla giuria composta da Asia Argento, Carlo Verdone e Gianna Nannini. I gruppi saranno seguiti da otto tutor famosi: Giusy Ferreri, Irene Grandi, Dolcenera, Federico  Zampaglione, Marco Masini, Francesco Sarcina, Rocco Tanica, Enrico  Nigiotti. Ovviamente ci sarà anche una parte comica affidata ai Boiler, altrimenti non è uno show di mamma Rai.

Queste le 16 band in gara nella prima puntata: Riflesso, JF Band, Living Dolls, Achtung Babies, Isoladellerose, Gemini, Cherry Bombs, Xela Unplugged, Dan e i suoi Fratelli, Silent Project, N'Ice Cream, Mons, Anxya Lytics, La chiamata d'emergenza, Rojabloreck, Keller Band.

Ho spulciato un po' tra i profili e i video delle band in questione e al 99% sono onestissime band che fanno cover nei locali, tranne alcune eccezioni tipo una cover band degli U2, una band che ha già partecipato a Tu sì que vales con una cover punk rock di Destinazione Paradiso, una band che fa le cover in versione rockabilly e via dicendo. Cose carinamente televisive per un pubblico over 35 abituato agli apericena o al pub con musica dal vivo per turisti e locals, per quelli che dicono "la musica mi piace tutta". 

 

 
 
 
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Un circuito del tutto diverso da quello delle band che vivono di inediti, che pubblicano album autoprodotti o con etichette indipendenti e che non hanno più club in cui suonare perché negli anni pandemici molti non hanno retto e hanno chiuso, altri si sono riconvertiti e non hanno più fatto suonare gli sconosciuti, preferendo serate dall'incasso assicurato. Non possiamo biasimare nessuno, sono stati tempi duri per tutti i settori, ma da qui a dire che The Band è uno show che aiuta la musica dal vivo, ce ne passano di fiumi.

Le band che fanno cover avranno sempre le loro serate, perché propongono musica senza rischi, canzoni conosciute che il pubblico generalista già sa cantare, e di solito chi frequenta i locali per cover band ha un'età in cui la curiosità verso la nuova musica si è addormentata, che usa le canzoni come esperienza consolatoria, divertente, d'intrattenimento. Di nuovo, nessun giudizio, ognuno con le proprie passioni fa un po' quello che vuole. 

Il settore delle band che fanno cover non ha mai grosse flessioni (tranne in lockdown, ovviamente), perché ha un suo pubblico trasversale e un circuito di locali che va dal pub alla pizzeria, dalla festa di paese al club, pronti a far suonare i gruppi in questione. Il grosso problema del nostro Paese sono le band di fascia medio piccola, quelle che creano la loro musica, che solo 10 anni fa suonavano in centri sociali, circoli ARCI, club, festival e che adesso non hanno più possibilità di fare la gavetta nei locali

Di certo non possiamo aspettarci che Carlo Conti pensi agli indipendenti, che col suo operato in radio ha contribuito ad affondare, ma ci tenevamo a fare un doveroso distinguo tra il claim di un talent Rai per cover band e la verità delle band esordienti che ancora oggi faticano a trovare spazio per proporre la propria musica e trovare un proprio pubblico.

 

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L'articolo The Band: il talent per cover band di cui non sentivamo proprio il bisogno di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-04-21 09:14:00

Tag: tv

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