Big CityLife: un giro in limousine sotto le torri di Milano per flexare senza motivo

Abbiamo ascoltato "Big N'Baby", il disco dei due giovani rapper di seconda generazione Touchè e Big P a bordo di un'Hummer limousine coi vetri oscurati per le vie della metropoli. È stato swag, e un po' strano

“Se hai domande da fare tra un pezzo e l’altro, ecco meglio se non ne fai. Big P e Touché vogliono solo ascoltare il disco oggi”. Il responsabile dell’ufficio stampa mi prende così alla sprovvista che acconsento: “Certo, naturale, è il preascolto di un disco che uscirà tra due giorni, non ha senso fare domande ai musicisti”. Non indago oltre.

Arrivo all’appuntamento con la metro lilla, la linea automatica che ruba il lavoro ai dipendenti dell’ATM. Dannata ingegneria. Timbro il biglietto, salgo le scale e mi trovo in Piazza Tre Torri, CityLife, l’angolo più riccanza di Milano. Se Sauron e Saruman avessero avuto una terza torre sarebbe stata sicuramente quella delle Generali che sto fissando col naso in sù. Trentotto piani di turbocapitalismo impilati in modo che sia impossibile trovare un’uscita (ne avevo parlato due giorni fa con una ragazza che ci lavora).

‘Rimani concentrato’, penso. ‘È una cosa seria, sei qui per ascoltare un ep’. “Si hai ragione, ora vado”, dico. Un impiegato delle Generali in pausa mi guarda storto, forse l’ho detto a voce alta. Suona il telefono.

“Pronto?”

“Ciao, guarda alla fine ci vediamo da California Bakery. Mi riconosci subito ho un giubbotto e la berretta rossa”.

Torno indietro, il locale è lì in fondo alle scale della piazza. Vedo la berretta rossa. Ingaggio da manuale, con presentazioni e senza specificare il ruolo che ricopro per la rivista che mi manda.

“Scusa ma siamo un po’ in ritardo. La limousine è andata a fuoco, ne sta arrivando un’altra”. A questo non so come rispondere. Io, un altro ragazzo che è venuto per l’ascolto e il responsabile dell’ufficio stampa di Touché e Big P ci mettiamo a ridere per l’assurdità della frase. Poi arrivano a comunicarci che la limousine su cui ascolteremo l'ep Big N’Baby sta arrivando.

Touché sull'Hammer limousine – foto stampa
Touché sull'Hammer limousine – foto stampa

“Se hai domande da fare tra un pezzo e l’altro, ecco è meglio se non ne fai”. “Certo, naturale”.

Stiamo aspettando sul ciglio della strada e scopro che non saliremo su una semplice limousine, ma su un’Hummer limousine, un fuoristrada di almeno 6 metri. ’Non fare domande ai rapper’ diventa ‘non fare domande ai rapper mentre sei su un’Hummer limousine’. Io e altri cinque fra’ – in gergo – aspettiamo. Due scrivono di musica e gli altri tre sono silenziosi e ci guardano un po’ storti. Sono avvolti in piumini, dolcevita a collo alto e catene.

‘Non fare domande ai rapper su un’Hummer limousine vicino a silenziosi tipi vestiti di nero con catene al collo’. CityLife è il nuovo 8 Mile di Detroit.

Accosta un enorme macchina bianca, cerchioni luccicanti, paraurti neri e finestrini oscurati. È lei, la limo. Sguscia fuori Touché, carichissimo. “Ciao fra’, tutto bene? Grazie per essere venuti”. Saluta tutti e non smette di sorridere. Dietro di lui Big P, più silenzioso e contenuto. Entriamo in uno spazio che da fuori sembrava più grande e ci sediamo sui divanetti, mentre due ragazze vestite con divise dei Miami Heats ci servono da bere. La limousine si mette in marcia.

“Ecco, ora vi facciamo sentire l’ep, Big N’Baby, siete pronti?”. In risposta applausi, fischi, versi di ogni tipo. Non è solo un ascolto, è un’esperienza. Il disco è forte, picchia duro con casse in quarti e uno stile tra rap, trap e drill. Sono pezzi da ballare, su cui fare casino, e qualcuno lo capisce prima di me. Uno dei sempre-zitti si alza e va in fondo alla limousine. Si sdraia su un suo fra’, vicino a Touché e Big P e insieme iniziano a fumare fuori dal finestrino. Qualche nuvola di fumo rimane dentro e si illumina quando arriva davanti alle luci da discoteca gialle, viola, blu, rosse e verdi. Mi sembra di essere nel video di un brano drill, con i due rapper che non stanno mai fermi, cantano e fanno finta di puntare pistole in camera.

 
 
 
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È il posto giusto dove ascoltare Big N’Baby, non ce n’è un altro più azzeccato. Continuiamo a girare intorno a CityLife mentre le due ragazze versano del vino in bicchieri di plastica. In un colpo solo i due capisaldi della politica internazionale degli ultimi anni vengono completamente frantumati. Su una macchina che consuma anche 18,5 litri di benzina ogni 100 chilometri – parlo di modelli recenti, come quello su cui siamo – ci sono tre donne su tredici persone, e due sono qui solo per riempirci i bicchieri. Penso sia grave, ma inizia l’ascolto e MUOVI cattura la mia attenzione.

Dopo il ritornello di Mi piace se ti muovi del film d’animazione Madagascar, Touché canta: “Donna, attenta a muoverlo vicino a me perché non ho controllo”. Istintivamente guardo le due bariste conciate come giocatrici di basket. Non sembrano entusiaste. Anche da qualcun altro che ascolta arriva un commento sarcastico sui testi. “È roba da ballare, devi ascoltare la musica”, è la risposta.

Siamo all’ultima traccia – ANGEL N’DEVIL – e dopo pochi secondi siamo tutti d’accordo che sia il pezzo migliore. “Pensate che stavamo per toglierlo dall’ep”, dice Touché. La canzone parte dritta, con una ritmica serrata e Big P che racconta in poche barre la sua storia. Il lavoro di suo padre, le esperienze difficili e la musica come un mezzo di riscatto. È l’unica canzone in pieno stile hip hop, con una storia cruda raccontata con trasporto e rabbia. Mi accodo volentieri, è il brano migliore.

Big P sull'Hammer limousine – foto stampa
Big P sull'Hammer limousine – foto stampa

Dilaga il caos, Touché e Big P continuano a ballare da seduti con le mani in aria e il fumo invade l’abitacolo. “Allora com’è l’ep?”, ci chiedono. Il verdetto è che ANGEL N’DAVIL è la chicca del disco, mentre MUOVI non passa inosservata, oltre ad essere la versione più spinta di tutte le altre canzoni di Big N’Baby. Siamo tutti d’accordo.

Scendiamo dal titano esattamente dove eravamo partiti. È stata un’esperienza insolita, qualcuno dice ‘una figata’, quello che mi rimane più impresso è l’aver ascoltato un ep nel posto che più gli si addice. Probabilmente hanno pensato la stessa cosa le persone che hanno ascoltato Jimi Hendrix a Woodstock. Effettivamente in un periodo di politiche contro le droghe, anche lui se n’è fregato. Noto una continuità, ma speravo che le veline fossero ormai passate di moda.

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L'articolo Big CityLife: un giro in limousine sotto le torri di Milano per flexare senza motivo di Martino Fiumi è apparso su Rockit.it il 2023-02-24 15:46:00

Tag: album

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