Blanco smells like teen spirit

È uscito “Blu Celeste”, il primo album di Riccardo, classe 2003: 12 pezzi senza un feat. Un ottimo banco di prova per capire se il golden boy che ha fatto stragi di platino con Mace, Sfera e Madame possa diventare il nome più importante per il futuro del pop. E, soprattutto, se augurarcelo o meno

Un bello scatto di Bogdan @Childays Plakov
Un bello scatto di Bogdan @Childays Plakov

Riccardo è del 2003, ha la faccia tosta di chi sa di essere un Golden Boy (ricordo nitidamente una diretta Twitch fatta con lui e iniziata nel suo bagno) ed è uscito col primo attesissimo album dal titolo Blu Celeste durante la notte scorsa. Da questi 12 pezzi, che non superano quasi mai i tre minuti di durata, tutti i giornalisti del settore si scervelleranno per capire che tipo di stella sia Blanco, se cadente o destinata a illuminare la musica italiana negli anni a venire.

Questo perché Blanco ha avuto un'ascesa più veloce del razzo di Elon Musk: in copertina del singolo Notti in bianco corre nudo e fa 56 milioni di stream. Piace ai piccini e ai grandi, letteralmente, con la sua miscela di punk elettronico, post trap, urban, emo in uno stile molto personale, di falsetti e urla. Poi il botto (come se 56 milioni di stream fossero noccioline): il singolo con MACE e Salmo La canzone nostra che si fa quattro dischi di platino, 64 milioni di stream e domina la classifica FIMI per sette settimane, diventando uno dei singoli dell'anno. Poi fa uscire Paraocchi (disco di platino) e collabora con Madame  in Tutti muoiono, partecipa al Red Bull 64 Bars - The Album con Dio perdonami prodotto da Drast

A giugno scorso pubblica insieme a Sfera Ebbasta la canzone Mi fai impazzire, certificata triplo platino che ad oggi sta a 58 milioni di stream solo su Spotify. Insomma, non è che Riccardo sia un Golden Boy a caso, ha dalla sua i numeri, la voce che usa in modo riconoscibile dopo due secondi, l'attitudine strafottente e il romanticismo teen, la faccia da ragazzo problematico di quelli che facevano innamorare al liceo ma poi non cagavano nessuno e un'aggressività propria della sua generazione, compressa tra i divieti del covid e la necessità di esplodere.

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Mentre ascolto l'album mi viene in mente che un tempo, per un ragazzo di 18 anni al debutto, avremmo capito la sua strada e il suo percorso dopo il terzo album, gli avremmo dato tempo per maturare, per sviluppare il proprio percorso e mostrarci tutte le sue sfaccettature. Andate a leggervi la storia di Lucio Dalla e di quanti tentativi gli hanno concesso prima di diventare Lucio Dalla. Oggi col cazzo: o ci prendi subito o sei già vecchio, c'è un ragazzino di 16 anni dietro di te che spinge per diventare il nuovo Blanco, tha Supreme, Mahmood, Venerus e te sei bruciato, meteora.

Ecco, non m'interessa proprio questo ragionamento perché a 18 anni io suonavo musica talmente brutta e tecnicamente fallace da poter dare mille chance a uno come Blanco, che inizia ora la sua carriera ed è già una star. Intanto la copertina di Blu celeste è bellissima: il ragazzo che sembra correre nel mare nudo, atletico, in bianco e nero a rivelare tutta l'energia possibile. Inizia con Mezz'ora di sole ed è proprio l'intro che spiega il suo mondo fatto di dolore che nessuno capisce. La voce si rompe, è emo allo stato puro, poca facciata e molta sostanza. Dopo c'è il singolone Notti in bianco che già conosciamo bene, che gasa anche dopo un anno o due, che lascia il campo a Figli di puttana, puro post trap con le chitarre, niente di trascendentale.

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La title track si apre con un pianoforte  e una metrica urban che diventa nu soul. È una canzone romantica, molto bella, che mostra la possibilità di un futuro pop in cui Tiziano Ferro abbia sposato artisticamente Venerus. Sai cosa c'è ha una base in stile '80s nel '20s, alla The Weeknd che potrebbe funzionare benissimo come singolo. Paraocchi la conoscevamo già, con quel basso punk legnoso e la rabbia dell'amore teen. Lucciole rallenta il tempo e torna emo, con una serie di invenzioni vocali niente male, a tanto così dal jazz. Parla di morte e il pezzo dopo si intitola Finché non mi seppelliscono, non a caso. Bpm disco '80 con chitarra fine '70, funky, singolo potenziale abbastanza carino. 

foto di Bogdan @Childays Plakov
foto di Bogdan @Childays Plakov

Pornografia (Bianco Paradiso) va con la cassa dritta ed è bella incazzata. Dice: "per me non ci sono regole" ed è vero fino a un certo punto. Sembra che non riesca a uscire da certi cliché musicali che abbiamo già imparato a conoscere, quando la sua voce è la cosa davvero unica. Non è un caso che i momenti più belli siano quelli in cui non cerca il singolo ma si lascia andare completamente. Ad esempio David è una canzone molto interessante, un synth ambient per quasi tutto il pezzo, che verso la fine diventa epico. La penultima canzone è Ladro di fiori, che avevamo già conosciuto. Non il suo miglior singolo ma comunque in Italia c'è gente che ucciderebbe per fare un pezzo così. Il disco di conclude con Afrodite, un pezzo acustico in cui Blanco torna a svolazzi vocali molto interessanti, prima di dare sfogo alla rabbia e racconta di nuovo il disagio, ricongiungendosi all'intro. Michelangelo, Afrodite.

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Vederlo in veste lo-fi con la chitarra e la voce mi piacerebbe un sacco, in questo album invece troppo spesso va su territori che già se hai 25 anni potresti trovare troppo teen ed è un peccato, perché la sua voce e la sua attitudine sono rare. Da qui, torniamo alla domanda che tutti si fanno: Blanco è l'astro nascente della canzone italiana o è una cometa passeggera? Ma che cazzo ne so, ha pubblicato un solo album e ho la ferma intenzione di poter tirare le somme dopo il terzo disco. Blu Celeste consolida quello che già sappiamo, cioè che sa scrivere canzoni che piacciono alla sua generazione, che sa parlare dell'amore e del disagio che si prova da minorenni, quando nessuno ti capisce perché neanche te sai chi sei e tutto sembra sempre maledettamente definitivo.  

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È quasi incredibile che nel suo album non ci sia un feat., questo gli fa guadagnare tantissimi punti e dopo aver ascoltato questo disco mi viene la curiosità di sapere come userà la sua voce nei prossimi anni, quando la trap sarà il ricordo di una stagione e l'emo sarà tornato nell'underground. Di certo potrà diventare quello che vuole, intanto se la goda, che di sostanza ce n'è.

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L'articolo Blanco smells like teen spirit di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-09-10 09:44:00

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