Live report: i Bachi da Pietra al Bloom, Mezzago

(Foto di Christian Cantori)

Lo scorso venerdì è uscito "Quarzo", il nuovo album dei Bachi Da Pietra. L'hanno presentato ufficialmente al Bloom di Milano insieme ad un altro nome importante del noise italiano, gli Uncode Duello, e già basterebbe per rendere la serata una di quelle che non si dimenticano facilmente. In più il duo Succi-Dorella ha svelato un'anima pop che nessuno si aspettava. Insomma, una botta di vita. Bisognava essere presenti per capirlo, Mario Panzeri ci racconta.



"Questa sera niente arte", sembra il manifesto programmatico del concerto, ben esplicitato dall'adesivo tedesco sulla chitarra di Xabier Iriondo. Paolo Cantù, si sistema dietro ai tamburi. Uncode Duello in duo, corpi metallici che si sfibrano nell'oscurità della pista del Bloom, effetti, chitarre e cavi sparpagliati tra la gente, la batteria motorizzata a tenere il tempo, batticarne e paglietta strisciati a maltrattare le corde, stratificazioni noise e floreali intarsi di delay, i primi venti minuti che martellano e ipnotizzano, poi l'assalto si sforma ma la tensione non scema, un arpeggio sinistro guida la pulsazione, il sapore del Cuba Libre che altera la mia percezione, Xabier si dimena ed il gioco che si fa più ostico, cupo, psichedelico, il filo è nascosto, non è detto che sia necessario ritrovarlo, io mi perdo e non trovo l'uscita, va benissimo così.

Salgono i Bachi da Pietra, cala la "Notte delle Blatte". "Quarzo", quarto atto della saga, esce oggi, Bruno Dorella ha la maglietta di G.G. Allin, Giovanni Succi non dice una parola, gli occhi come spilli: suonano "Bignami", ed è vero, è un pezzo pop, poi ecco "Dragamine" un altro inedito con un ritornello con una bella melodia facile facile facile, non credo alle mie orecchie, allora è proprio così. Confermo che Succi ha deciso di cantare, che Dorella rulla la batteria come non gli ho mai sentito fare...  Intendiamoci, l'attitudine non cambia, le canzoni si fanno accessibili ma rimangono esperienze intensissime che si manifestano solo più nitide nel loro oscuro bagliore, albe nere in cui svegliarsi intorpiditi dal freddo, magnifici giochi del dolore, come in un film di Eastwood od un libro di Mccarthy, dove il dolore è la presa di coscienza dell'esistenza, capire quello che si è, si ha, prima del manifestarsi casuale di un attimo in cui la prospettiva cambia inesorabilmente.

La vera perla della serata è però "Niente Come La Pelle", e sono quasi 10 minuti di magia, classico istantaneo dalle sinuose movenze minimali sui cui Succi pare interrogarsi sulla Vita, il suo senso, le parole fanno davvero male, pura ipnosi, la gente sotto il palco è stregata, roba chimica insomma, che ti fa muovere, tenere il ritmo ma come essere avvolti da una sorta di dub in loop, e più lo segui e più ti ci perdi dentro, ed è magnifico. A ristabilire l'ordine delle cose per i vecchi e numerosi fan ecco poi le confortevoli plumbee catarsi tratte da "Tarlo Terzo" come "Servo", "Lina" - che dal vivo risuona come un blues epocale perduto nel tempo, una canzone tramandata da chissà dove - e ancora la spietata "Lui Verrà".

E c'è chi dice che la loro forza è proprio questa circolarità in blu informe e rarefatta, che la chiave è stata trovata e la personalità ormai raggiunta, ma io stasera mi sento solo un bipede in ciabatte al cospetto dei Bachi che fanno anche Pop e sono e suonano sempre così sontuosi. Insomma, spiazzato ma felice. Commosso anche se non ho capito bene da cosa. Che botta di vita.



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L'articolo Live report: i Bachi da Pietra al Bloom, Mezzago di Mario Panzeri è apparso su Rockit.it il 2010-10-15 00:00:00

COMMENTI (4)

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  • thepigdeal 14 anni fa Rispondi

    chapeau!

  • alsob 14 anni fa Rispondi

    visti e piaciuti parecchissimo.

  • 9filippopapetti9 14 anni fa Rispondi

    capi!

  • rainn 14 anni fa Rispondi

    hai ragione, dal vivo sono sontuosi. bellissimo concerto!