Il ritmo e la malinconia di Caracas

Cabruja è un artista venezuelano e genovese d’adozione (dove fa l’insegnante di Scienze), ha appena pubblicato un album omonimo molto intenso, fatto di archi e passione. Gli abbiamo chiesto di farci ascoltare le 10 canzoni imperdibili della sua terra d’origine

Cabruja e le 10 canzoni dal Venezuela
Cabruja e le 10 canzoni dal Venezuela

Cabruja è nato a Caracas in Venezuela ma è genovese d'adozione. Il 5 novembre è uscito il suo primo album chiamato proprio come lui, in cui omaggia gli artisti  e le canzoni che lo hanno accompagnato per tutta la vita, non a caso il singolo estratto è una bella rivisitazione di Father Lucifer di Tori Amos: archi e interpretazione che sembrano venir fuori da un film di Pedro Almodovar.

Non solo cover per lui: gli inediti rappresentano ancora di più il viaggio, il prima e il dopo per questo insegnante di scienze in lingua spagnola di un liceo genovese. Gli abbiamo chiesto di farci conoscere un po' di musica venezuelana e lui ci ha proposto un mix tra tradizione, nostalgia e ritmo, contestualizzando ogni canzone per la rubrica 10G.

Aldemaro Romero - De conde a principal

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 Il titolo di questa canzone fa riferimento a come si dà, ancora oggi, un indirizzo nel centro storico di Caracas (“Conde” e “Principal” sono gli incroci tra i quali si trova il luogo dove bisogna andare). È una canzone che sin da piccolo mi riempie con la malinconia di una Caracas mai vissuta. Massima espressione dell'Onda Nueva venezuelana.

Elisa Rego - Selva 

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Durante gli anni '80, per legge bisognava trasmettere un brano di un artista nazionale per ogni artista internazionale quindi le case discografiche hanno investito tanto nel promuovere talento locale. Elisa Rego fa parte di questo gruppo di artisti e la ricordo con particolare affetto. Questo brano è evergreen... come la selva.

Simón Díaz - Tonada de luna llena 

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Simón Díaz, El Tío Simón, è sicuramente il più importante cantautore di musica criolla. Ha scritto Caballo Viejo, forse la sua canzone più famosa, ma Tonada de Luna Llena, ormai coverizzata da mezzo mondo, Caetano Veloso compreso, è un brano di una bellezza sublime. Ho un rapporto difficile con questo genere di musica venezuelana, ma la "saudade" fa giochi strani.

Yordano - Perla negra 

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Yordano, di evidenti ma storpiate origini italiane, è uno di quegli artisti che fiorì durante gli anni ‘80 e decisamente il mio preferito. Questo brano è uno dei più popolari e ciò non è un caso. Io ero bambino quando ascoltavo le sue cassette e onestamente non so cosa ci ho visto all’epoca, ma ci ho visto bene, visto che ancora mi piace!


King Changó - Confesión

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Música “da festival”, quella delle feste con gli amici in compagnia di una bella birra. Un bell’esempio di sincretismo musicale: il cuatro, strumento tipico della musica folklorica venezuelana, si sente subito all’inizio e per tutto il brano. Mi piace davvero tanto, li ha resi un po’ particolari, diversi dagli altri. Poi, l'evidente riferimento alla Santeria con il nome King Changó, fa molto Venezuela per me.

Sentimiento Muerto - Una extraña sensación de soledad

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Ero piccolo quando i Sentimiento Muerto suonavano in radio. Per i venezuelani di una certa età, sono un punto di riferimento e tutti li ricordano con nostalgia, soprattutto dalla morte di “Cayayo” Troconis, chitarrista e figura fondamentale di questa band. Spruzzano anni ‘80 da ogni poro e penso che sia una questione di “imprinting”, perché sono sonorità che mi sono rimaste dentro e che in qualche modo mi confortano. 

Oscar D’León - Llorarás

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C’è stato un periodo, quando ero ragazzino, che ballare la salsa era considerata una cosa un po’, diciamo, poco borghese. Un pensiero che faceva parte del classismo (e pure razzismo) endogeno venezuelano. Poi le cose sono cambiate, per fortuna. Ballare la salsa è gioia pura, ancora di più se al ritmo di Oscar D’León.

Amigos Invisibles - All day today

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Musicisti molto competenti che hanno deciso di fare i cazzoni, facendolo pure bene. Los Amigos Invisibles sono i venezuelani per eccellenza: a noi piace il “relajo”, il “bochinche” e la “rochela”, cioè, la festa, la spensieratezza e la presa in giro, il casino! All day today è in realtà un brano tradizionale del sud del Venezuela, luogo in cui sono arrivati tantissimi immigrati dalle isole caraibiche alla ricerca dell’oro, portandosi dietro il Calipso. Los Amigos Invisibles hanno fatto la loro versione, un po’ più funk, forse. A me divertono molto queste rielaborazioni.

Caramelos de Cianuro - Canción suave (Despecho #2)

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Il cosiddetto “Rock Nacional” mi riporta alle serate di quando ero all’Università e mi perdevo assolutamente tutto ciò che succedeva intorno a me. Evidentemente facevo dell’altro nel frattempo. Per qualche motivo associo questa canzone alla sensazione di non esserci.

Tambor Urbano - Juana Polinaria

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Questa è la musica della costa venezuelana, dove l’influenza africana si fa sentire. L’ho messa in questa lista perché questa canzone rappresenta il climax di ogni festa venezuelana, sia una riunione tra amici che il matrimonio più chic. Volano i tacchi e le cravatte, si balla fino a sudare l’ultima goccia di rum, o di guarapita (cocktail superalcolico con succo di frutta tipo maracuja o cocco) se ti trovi sul malecón di qualche paese della costa durante le feste di San Juan. Un’euforia così non l’ho mai sperimentata nuovamente. Parliamo di livelli mistici!

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L'articolo Il ritmo e la malinconia di Caracas di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-11-11 08:11:00

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