Questa è la sua festa: il live report del concerto di Calcutta allo stadio di Latina

Sue le canzoni, sue le grafiche, suoi gli ospiti scelti e suo il pieno controllo della situazione: questa è la sua festa, e Calcutta fa quello che gli pare

Foto di Kimberly Ross
Foto di Kimberly Ross

Sui treni, sui pullman per Latina tanti giovanissimi che cantano il cuore a mille come se andassero in pellegrinaggio, davanti allo stadio Francioni una fiumana di gente che fa la fila e si annusa, si riconosce. Non è difficile farlo, l'unica via di Latina che abbiamo visitato sembra un enorme discount nell'ora di chiusura e tutta questa vita senza che ci sia una partita, sembra non l'abbia mai vista.
L'idea dello stadio e dell'Arena di Verona come unici concerti estivi per promuovere “Evergreen” di Calcutta sulle prime sembrava una follia, ma quelli di Bomba Dischi ci hanno dimostrato spesso che più un obiettivo sembra irraggiungibile, più c'è fomento e anche stavolta è una sfida vinta per KO sulle emozioni.
Mentre entriamo, Fabio Nirta è in console a selezionare classici dell'itpop inframezzati ai mash-up di PSNZZT e a perle più rare. Il palco è quello da eventi seri, sul prato, in curva e nelle tribune stanno tutti con le sciarpe rosse dell'evento, regalate col biglietto e messe a bandana, bracciale, cintura, sventolate come bandiere.



Mésa prima e Francesco De Leo poi aprono con una personalità invidiabile, con Frah Quintale sul palco all'imbrunire la folla si infiamma e lui non delude, con un set che fa saltare anche gli addormentati dal sole, che va dai successi di “Regardez Moi” fino alla recente “Stupefacenti”, con l'ospitata obbligatoria di Giorgio Poi in “Missili”. Sullo sfondo uno schermo enorme tutto rosso che mostra un cuore bianco al centro. Un altro cambio palco, l'ultimo sing-along su “Wonderwall” degli Oasis e poi si cala l'asso.

Fumo denso, entra la band, entrano le coriste (Chiara Calderale, Valeria Svizzeri, Frances Ascione, Francesca Palmidessi), entra Edoardo D'Erme in arte Calcutta che attacca “Briciole” e “Kiwi” in rapida successione. È tutto surreale, la voce è supportata dal pubblico dello stadio che canterà tutte le canzoni successive, ogni parola, ogni pausa, motivi musicali inclusi. Giorgio Poi suona la chitarra, nella band c'è Daniele Di Gregorio sontuoso al pianoforte e al vibrafono, che durante il concerto avrà i suoi momenti di gloria, poi Alberto Paone alla batteria, Paolo Carlini alla chitarra, Giovanni De Sanctis al basso e Francesco Bellani ai synth e alla programmazione. La musica funziona come e meglio del disco. Si capisce da subito che sarà un concerto molto diverso da quelli a cui Calcutta ci ha abituato: gli arrangiamenti (specie nei pezzi vecchi come “Cani”, “Fari” o “Arbre Magique”) mettono in luce la band che è una bomba, un'orchestra pop che non sbaglia una virgola e si concede di ampliare i pezzi, farli diventare epici.
Calcutta fa il frontman come fosse uno capitato lì per caso: baffi, cappellino in testa, vestito casual sportivo (come direbbero le televendite sulle tv regionali), non si capisce se regge o si sorregge all'asta del microfono. Non suona quasi mai, canta e basta, però lo fa bene e se sulle prime sembra bello emozionato, col passare dei minuti si prende il palco, fa battute, fa salutare la nonna che abita vicino dal pubblico dello stadio, parla della sua gente e dei suoi amici come se fossero amici di tutti, diventati parte dell'immaginario collettivo dopo averli sentito di loro in qualche canzone o qualche storia sui social.

video frame placeholder

Anche le grafiche nello schermo gigante dietro il palco sono di Calcutta insieme a Filippo Rox Rossi (con le illustrazioni di Gio Pastori e Andrea Chronopoulos) e alle luci di Martino Cerati, ed è estraniante vedere video e concept lo-fi sopra un palco in uno stadio. Effetti e riprese amatoriali dell'epoca post-meme mixate con le immagini in diretta del concerto, che trovano il loro apice nelle pubblicità fake di Pardo Fornaciari e della sua Acqua Parda (anche lui presente dietro il palco) ma soprattutto dell'uccello pupazzo Dodò dell'Albero Azzurro che suona il violino su “Rai”. C'è spazio per tutto su quello schermo: titoli di testa e di coda, gente che saluta, un video di Francesco Lettieri e alcuni loop che Calcutta manda direttamente dal palco, perché la festa e sua e la fa un po' come gli pare.



Tutto funziona benissimo e alla fine del concerto, Calcutta ha suonato tutto “Evergreen”, tutto “Mainstream” (compreso “Albero”), qualche pezzo da “Forse” e si è pure concesso il lusso di far cantare “Oroscopo” da Tommaso Paradiso, ospite a sorpresa e collega di Calcutta per questo nuovo miracolo italiano. Ha goduto del momento intimo acustico, ha fatto salire il suo ex bassista sul palco per fargli godere la festa, ha suonato anche un po' di musica elettronica tra un inno e un altro. Difficile scordare i quattro pezzi del finale, che inizia quasi sotto voce con “Le barche” per poi dare in pasto allo stadio “Gaetano”, “Frosinone” e “Pesto”, cantate dalle migliaia di fan come ai concerti di Vasco. Se il suo destino sarà proprio quello di riempire gli stadi, questo debutto dà la misura della sua personalità: non si è fatto schiacciare, ha steso tutti e ha creato uno spettacolo musica-video-luci personale, che rinnova la scena abituata ai grandi palchi.

Nel fare una dedica speciale a Milano, Calcutta ha parlato del proprio percorso, che solo tre anni fa lo faceva suonare un po' dove capitava e oggi gli fa fare fare il pieno allo stadio e all'Arena, in una specie di esperimento talent di cui non si capacita granché neanche lui. Sarà un caso (ma com'è che non ci crediamo?) se i dj dell'aftershow sono Carlo Pastore, che col MI AMI Festival ha lanciato Calcutta tra i grandi e il duo LEOPARDIdi Diesagiowave, la community social che ogni giorno lo santifica.

Morale della favola? Un happening in cui è filato tutto liscio e non è scontato, visto che Latina non è esattamente un luogo in cui vengono fatto concerti ogni giorno. Il live è stato oltre ogni aspettativa, irripetibile (con questa tensione e questo rilascio), da vedere assolutamente a Verona e poi nelle date del tour 2019 che sono apparse sul maxi schermo: Padova, Milano, Bologna, Bari, Napoli, Roma, Acireale.

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L'articolo Questa è la sua festa: il live report del concerto di Calcutta allo stadio di Latina di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2018-07-21 00:00:00

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