Nessuna canzone descrive l'estate come Caldo dei Diaframma

Caldo, non vale la pena ricominciare con questo caldo

Foto presa dal libretto interno di Boxe dei Diaframma
Foto presa dal libretto interno di Boxe dei Diaframma

"Non basta tenere soltanto gli occhi aperti per buttare giù un sorso di caffè"

Di giorno stai in stand by come i telefoni quando hanno poca batteria e non vuoi farli morire, di notte non prendi sonno, giri e rigiri, fai la cotoletta nel letto e la mattina le lenzuola sono una Sindone proletaria, che traccia la tua sagoma e la voglia di vivere che è rimasta intrappolata lì. Ti trascini verso le cose che hai da fare, prendi magnesio, potassio, creatina, taurina, ginseng, guaranà ma sembrano tutte acqua tiepida. L'afa dissenna, toglie la voglia, secca la passione, sobbolle il cervello. 

La musica non aiuta quasi mai, fa da contorno, spegne la capacità critica e il raziocinio. Puoi ritrovarti a canticchiare una hit estiva con la base reggaeton senza neanche rendertene conto, solo perché ti è rimasta in testa mentre eri in coda al supermercato, con l'aria condizionata di qualità siberiana che quando sei entrato le tue vene sono diventate viola scuro e la tua pelle blu.

Odi l'estate, questa estate, la sua definitivià, il suo retrogusto post-atomico, l'estate macchiata dalla paura della fine del mondo e vorresti urlarlo a quelli che fanno finta di niente, che cercano la migliore angolazione per farsi il selfie con vista mare che farà impazzire i colleghi a lavoro. Annaspi pensando alle palestre all'aperto, sotto la canicola, ai giocatori di beach volley e vuoi tornare a casa. In testa, l'eco di Estate di Bruno Martino. Lui sì che sapeva odiare bene, sapeva che con l'inverno sarebbe tornata la pace, ma quella canzone non basta. È telefonata, parla di un amore finito e del dolore della perdita ma non riesce a soffermarsi sull'afa che scontorna tutto.

Un solo eroe riesce a descrivere l'idea della spossatezza legata alla vita e all'amore. Lui è Federico Fiumani del 1988, ha 28 anni e conosce l'afa come solo uno che sta dalle parti di Firenze può sapere. Coi Diaframma, la sua band, è al terzo album e sta diventando il leader assoluto, il cantautore. Boxe sarà l'ultimo album in cui dividerà la voce con Miro Sassolini per iniziare un percorso intimo e del tutto personale, una new wave urbana, confidenziale e affilata come un rasoio. Boxe é un album bellissimo che si conclude con una traccia di 2 minuti e 41 intitolata Caldo. Un quadro, una magia, ne puoi sentire l'odore.

Miro Sassolini e Federico Fiumani in una foto promozionale di Boxe

Niente batteria, basso o chitarra col phaser, solo un piano e un crooner spossato, un Paolo Conte che viene dal punk, che non s'interessa dell'intonazione perfetta, solo di raccontarti la storia di un uomo che potrebbe essere lui, vestito come in città mentre il caldo gli batte in testa e al cuore, scioglie i suoi affetti e forse li fa cambiare. Lui che è andato a trovarla al mare per guardarla nuotare ed abbracciare i suoi bambini, lui che odia i suoi amici stronzi che "Hanno facce da ricchi premi e cotillon", lui che si domanda se dietro le serrande abbassate ci sia qualcuno che "Ha coraggio da vendere e fa l'amore."

L'estate è spietata, specie se soffri la solitudine, la mente va per gli affari suoi e il viaggio di ritorno sembra un miraggio su una macchia d'olio, su un serpente a forma di autostrada che ribolle. Poi, di nuovo a casa, da solo, sul divano di pelle che appiccica la carne e i pensieri. Uno in particolare, dal nulla: "Sono chiuse le fabbriche". 

Fino a quel momento l'ascoltatore si è fatto cullare, ma Fiumani non culla niente e urla sopra il piano, urla di un'urgenza rara, violenta e violentata, vinta dall'afa, dalle cose della vita, dall'amore che si è sciolto, urla l'unica cosa che ci passa in testa quando arriva la schifosa, prepotente estate: 

"Caldo, non vale la pena ricominciare con questo caldo."

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L'articolo Nessuna canzone descrive l'estate come Caldo dei Diaframma di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-07-24 10:30:00

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