Cantiere SanBernardo: 20 anni sconsacratissimi

Nel 2002 un gruppo di ragazzi, poi costituito in associazione, occupava una chiesa sconsacrata del 1400 a Pisa. Da allora è diventato un luogo magico in cui fare musica, arte, teatro, cultura. La storia del cagnone con l’aureola raccontata da chi l’ha fatta giorno dopo giorno

Dj Lugi aka Boogie Lou e Katzuma, foto di Elena Govi
Dj Lugi aka Boogie Lou e Katzuma, foto di Elena Govi
11/03/2022 - 09:50 Scritto da Simone Stefanini

A occhio sarà stato il 2010 e con la mia band di allora partecipai a una delle esperienze più interessanti della mia carriera musicale decisamente indipendente: un contest live dal nome Senza Filo, all'interno di una chiesa sconsacrata a Pisa. Quel "senza filo" era letterale: strumenti acustici e voce senza alcun microfono o amplificatore, in un contesto difficilmente replicabile, con candele e tutto il resto. C'è anche un reperto filmato che mi rinfaccerà per tutta la vita l'importanza di una sana vita sportiva e di un outfitt decente quando si va a suonare fuori.

Ricordo però il brivido primordiale della suonata senza filtri né sovrastrutture, senza maschere o cosmesi, solo con la forza della propria musica, che detto così sembra uno di quei claim di un talent su Canale 5 e invece è pura verità, quando capita questo genere di possibilità. 

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La location incredibile è la quattrocentesca chiesa sconsacrata di San Bernardo, in cui l'Associazione Culturale Cantiere Sanbernardo dal 2002 dà vita a concerti e dj set, mostre d’arte e installazioni, teatro e videoproiezioni. Solo nella musica, in tutti questi anni ha ospitato artisti italiani e internazionali. Qualche nome: Telefon Tel Aviv, Eugene Chadbourne, Z’EV, Vadim, Arrington De Dionyso, Daedelus, Dálava (Julia Ulehla e Aram Bajakian), Ares Tavolazzi, Giorgio Canali, Teho Teardo, Dome La Muerte, Zen Cirus, I Gatti Mézzi, Howie B, Dj Gruff, Oxman.

Grazie all'associazione il CSB è di fatto un punto di riferimento per l’arte moderna e contemporanea di Pisa e della Toscana con un occhio di riguardo alle culture giovanili e alle culture sotterranee. Le sacre mura hanno visto transitare artisti di fama internazionale e germogliare artisti locali, con un lavoro vario, ricco e così fitto di collaborazioni da rendere ardua una qualsiasi descrizione dettagliata.

Uno spazio irrinunciabile per la vita culturale pisana, che ha fatto nascere un gruppo teatrale residente (Teatro Cantiere), una rassegna di writing (Materia), progetti video e documentari, crew di dj (BlackFriday) e il succitato contest dedicato alla musica acustica e alla sostenibilità ambientale (Senza Filo). Contatto Ranieri e Giacomo di CSB per conoscere meglio come funzionano le cose, mentre sono tutti indaffarati a esporre la mostra di Frigidaire, Una rassegna di eventi dal 18 al 27 Marzo a sostegno di Frigolandia, il laboratorio di idee fondato da Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna, nonché museo d'arte che custodisce migliaia di pubblicazioni e opere originali prodotte da 40 anni di attività delle riviste Frigidaire e Il Male.

"Quando abbiamo saputo che Frigolandia era sotto sgombero abbiamo contattato Vincenzo Sparagna per raccogliere idee e abbiamo inventato questa mostra benefit, si punta a fargli vendere un po' di cose per permettergli di pagare le spese legali. Ci saranno opere originali e un tot di eventi collaterali per ampliare l'offerta" - mi spiegano. 

Com'è iniziata l'avventura di Cantiere Sanbernardo?

Questa chiesa sconsacrata tutt'ora per il catasto è un magazzino del Comune di Pisa. Abbiamo deciso di occuparlo nel 2002 e quando siamo entrati dentro c'erano finestre aperte, resti di fuochi accesi, siringhe, pannelli, schede elettorali, multe, tutto ammucchiato come un vero magazzino. In una chiesa del 1400 affrescata. Abbiamo contattato il Comune, ai tempi PDS o DS, per trattare e ci hanno detto di uscire, formalizzare un'associazione e che in un secondo momento avrebbero fatto una convenzione con noi. Era estate, a settembre ce l'hanno fatta di 4 mesi rinnovabile e abbiamo istallato la prima mostra di un artista lussemburghese che scolpisce fogli di piombo e di rame. Dal Comune arrivavano un sacco di complimenti ma quando abbiamo chiesto di rinnovarci la convenzione a dicembre, niente da fare. 'Noi vi appoggiamo molto ma non me la sento di portare questa cosa in consiglio', sono state le parole dell'assessore alla cultura. 'Rimanete pure lì e chi s'è visto s'è visto'.

Quindi il Comune chiudeva un occhio ma non dava la legittimità?

L'assessora dei tempi era una delle prime ad anticipare il trend di fare sfilate in Corso Italia o nei negozi, di fare il politico da Instagram, la sinistra fashion. In ogni caso il Comune chiudeva un occhio ma non patrocinava, finché non ha avuto bisogno di fare una mostra dei disegni di Sergio Staino sui Racconti di Natale che aveva scritto Sofri dal carcere. Siamo entrati in trattativa, loro per fare questa cosa avevano dei soldi e noi con quei soldi ci siamo fatti costruire il trabattello per arrivare sul matroneo, la pedana per l'accesso alle persone con disabilità e in quel momento era tutto in regola. Abbiamo iniziato a fare un sacco di attività, il ciclo di mostre Materia e da qui sono passati quelli che sono diventati gli street artist italiani più conosciuti nel mondo: Blu, Ericailcane, Etnik e tanti altri. 

Preparazione al Pride, foto di Elena Govi
Preparazione al Pride, foto di Elena Govi

La situazione negli anni si è formalizzata o siete ancora una sorta di occupanti?

Nel 2006 è capitato un incidente a uno di noi, senza conseguenze gravi per fortuna: è rimasto attaccato alla corrente all'interno del Cantiere e il Comune ci ha intimato di uscire entro 3 giorni dall'immobile fingendo di non conoscerci. Però l'impianto elettrico che avevamo trovato non era più a norma. Quando sono venuti i vigli del fuoco hanno capito subito la causa e tramite il nostro avvocato gli abbiamo risposto: 'Va bene, te ci mandi via ma questo ragazzo fa partire la denuncia'. Sono immediatamente tornati sui propri passi e ci hanno detto che ci sarebbe stato da fare un impianto a norma. Il preventivo dei tecnici del Comune è stato di 30mila euro, oppure avremmo potuto farlo noi ma certificato. Il Cantiere è stato chiuso per circa un anno, intanto noi abbiamo fatto un po' di iniziative in piazza e quando abbiamo raggiunto un bel gruzzolo, tramite un amico elettricista e uno di noi, ingegnere, che ha fatto il progetto, è stato fatto l'impianto elettrico a norma con circa 7mila euro. Siamo andati in Comune con la certificazione e ci hanno fatto una convenzione di 4 anni + 4 rinnovabili. Da lì è partita l'attività più intensa, eravamo tranquilli e carichi, abbiamo fatto un bel po' di serate con nomi di livello. 

E oggi con Comune leghista come funziona?

Quando è scaduta la convenzione eravamo con la giunta precedente alla Lega, quella PD, che era comunque una roba imbarazzante e non ci ha rinnovato la convenzione. Da allora siamo nella semi illegalità: paghiamo come tutte le associazioni un'indennità di occupazione, sono i soldi che diamo ogni anno alla società del Comune che gestisce i propri immobili. Verso di loro siamo regolari, non in occupazione, però non siamo convenzionati. Nel mezzo ci sono state le elezioni e dopo quelle due splendide giunte è arrivata la Lega. L'indifferenza regna sovrana ma com'era prima d'altronde. Non fosse successo quell'incidente non avremmo mai avuto quella convenzione.

Daedalus, foto di Elena Govi
Daedalus, foto di Elena Govi

È una cosa abbastanza allucinante dal punto di vista politico ma soprattutto culturale, vista la mole di eventi con cui ravvivate Pisa.

Una delle cose che ci fa più piacere è che, nel tempo, i riconoscimenti ci sono arrivati. Non direttamente dal Comune tranne per un breve periodo, ma abbiamo ricevuti dei buoni feedback da posti che sono nati tipo il nostro ma che poi nel tempo si sono istituzionalizzati. Tre anni fa abbiamo fatto uno scambio col 59 Rivoli di Parigi che è stato un posto occupato che in seguito il Comune ha ristrutturato e dato agli occupanti, facendolo diventare una delle gallerie più visitate di Parigi, con residenze di artisti da tutto il mondo. 19 loro artisti hanno esposto qui al cantiere e noi abbiamo raccolto alcuni artisti che sono passati di qui negli anni per farli esporre lì. Questo dà la misura della visione provinciale da parte delle istituzioni verso chi propone cultura.

Ho iniziato parlando di Senza Filo, che per  un musicista è una delle esperienze da ricordare, un concerto diverso da tutti. Com'è nata l'idea?

Abbiamo fatto 8 edizioni di Senza Filo, penso tu abbia partecipato alla prima. All'epoca avevamo già portato qualche nome live al Cantiere, tipo i Telefon Tel Aviv o Daedalus, bei concerti ma abbiamo provato a giocare con un riverbero così intenso come quello della chiesa. Volevamo tornare alle origini, ascoltare la musica in acustico senza alcun microfono per un festival a impatto zero. Anche nell'allestimento e nell'illuminazione ricreammo un ambiente senza elettricità, nell'edizione a cui hai partecipato c'erano solo candele, negli anni invece abbiamo mascherato luce elettrica per illuminare per esigenze fotografiche. All'epoca durava tutti i giovedì del mese di novembre e poi il sabato la finale, grazie all'amicizia con Locusta sono passati di qui tanti ospiti. Abbiamo convogliato intrattenimento non solo musicale: ci sono passati giocolieri, suonatori di bicchieri fino a coinvolgere il museo di calcolo, fare il dj set coi grammofoni. Dopo lo stop del lockdown abbiamo ripreso il discorso, siamo intenzionati a non perderlo, è una delle esperienze più continuative qui dentro. E una delle nostre autoproduzioni che ci dà più felicità: da una chiacchiera serale che parte per la tangente è stato bello svilupparla.

Gaspare Sammartano, foto di Elena Govi
Gaspare Sammartano, foto di Elena Govi

A proposito di lockdown, cos'avete fatto in quel periodo?

Abbiamo dovuto annullare Baraldi-Canali che facevano i Joy Division, con nostro gran dispiacere, Edda e poi ci sono state infinite riunioni online in cui siamo stati fondamentalmente chiusi. Ne abbiamo approfittato per fare dei giganteschi lavori, perché alla fine è un cantiere.

E dal futuro cosa chiedete?

Di rimanere vivi. E di avere un ricambio generazionale che porti avanti il Cantiere Sanbernardo.

 

 

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L'articolo Cantiere SanBernardo: 20 anni sconsacratissimi di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-03-11 09:50:00

Tag: live club

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