Carmen Consoli - Catania in rock (meno) confusi e (più) felici



Tentare oggi un'analisi (che sa di retrospettiva) nei confronti della città siciliana, può essere sinonimo di rischio per la facile tentazione di cadere nel banale e nella ripetizione; la critica specializzata, nel corso di questi anni '90, ha già detto abbastanza (la definizione della "Seattle italiana" è significativa) e forse il mio intervento potrà dire poco di più, se non affermare che finalmente oggi quelle sonorità partorite in terra sicula trovano riscontri a livello di classifica. E quando si fa riferimento alle vendite è facile essere fraintesi: non è mio intento elogiare Carmen Consoli (nella foto), ma capire come questa ragazza sia arrivata a sintetizzare nel migliore dei modi tutte le vibrazioni sonore che ha percepito intorno a lei in questo decennio. Così rimarranno fuori dal testo band che hanno dato molto (una su tutte: i Denovo), si sprecheranno una marea di catalogazioni, e rimarranno delusi quanti pensavano che avrei dato più spazio a tal gruppo anziché ad un altro: la mia conoscenza in materia ha dei limiti che confinano proprio con i personali gusti musicali. E' indubbio che Catania sia una delle tante città protagoniste e il suo rilievo in termini di fenomeni emergenti può essere paragonato a Milano e Napoli, così come negli ottanta Torino e Firenze costituivano il principale riferimento. Perciò se dovessimo trovare delle parole chiave, utili come parte introduttiva dell'argomento, diremo che non si potrebbe prescindere dalla Cyclope records, dal Waterbird studio e dall'uomo che sta dietro a tutto questo: il grande Francesco Virlinzi, produttore di talento che spesso passa inosservato, e che ha invece dato l' imprinting a buona parte del suono di questa metropoli. I primi ad essere "marchiati" sono stati i carissimi Flor (ex Flor de mal), la band di Marcello Cunsolo che nel '91 esordiva col disco omonimo, incrociando suoni di stampo classico americano ("Cover of the mind", "She") con accenni al punk ("A new day", "On") e ai ritmi mediterranei ("Mr. Tought"). Il loro capolavoro assoluto è però "Re visioni", registrato nel '94 tra Athens (l'ispirazione ai R.E.M. e la conseguente collaborazione è cosa risaputa) e Catania, è un' alchimia sonora che mischia inglese e dialetto siciliano toccando vette inesplorate (su tutte troneggiano "Lullaby", "Re dell'est" e "U secunnu"). Il successivo "Aria", che non si discosta dai solchi tracciati, avrebbe dovuto segnare il momento di un successo che non è arrivato e ha visto lo scioglimento dello stesso gruppo, pur se ora si prospettano nuove possibilità. Altra storia è quella di Brando: partito con i Boppin' kids, ensemble composta da... ragazzini (che a quei tempi riscosse molto successo all'estero), realizza l'opera prima nel 1992 intitolandola "Santi e peccatori", disco ben visto dalla critica e che riscosse un discreto successo grazie a brani come "Donne in amore", "Bambina mia" e "Oh Mary". Nel '94 toccherà a "Fuori dal branco", il momento della maturità: la title track, "Fatti i fatti tuoi", "Dimmi come va", "Il treno dei miei sogni", sono solo alcuni titoli di un album suonato alla grande ("Martha" ne è l'esempio) e incentrato sul tema del disagio giovanile, forse una definizione che sta stretta per la grande prova che abbiamo davanti. La sua ultima uscita discografica, che ha per titolo "Buoni con il mondo", segna il distacco da Virlinzi e inaugura la collaborazione con Mauro Pagani: il sound ricalca meno il passato ma l'approccio non varia. Volevo ricordare, tra le altre cose, due ottimi tributi realizzati dalla Cyclope: il primo è nei confronti di Gram Parsons, artista fondamentale nel punto di fusione tra country e rock (presente in alcuni album dei Byrds), mentre "Battiato non Battiato" è la raccolta che decreta la grandezza dell'artista-filosofo, il quale ha avuto i suoi natali proprio in questa urbe. Quando poi cominciamo a sondare fuori dall'orbita Virlinzi ci imbattiamo in artisti di scuderie diverse; prima di tutto negli Uzeda, nati nell'87 e famosi per essere stati finora, dopo la Pfm, gli unici ad aver partecipato alle John Peel Sessions, prestigioso programma dell'omonimo dj della BBC. Catalogare la musica di questo gruppo non è impresa facile: molte distorsioni sonore e soniche che fanno da sfondo alla voce particolare di Giovanna Cacciola, rendendo così molto originale e atipico lo stile della band. Da ricordare il lavoro del '93, "Waters", prodotto dal mago della consolle Steve Albini, collaboratore, tra gli altri, di Smashing Pumpkins e Nirvana. Diversa collocazione invece per Cesare Basile, il quale, dopo aver militato nei Quartered Shadows, è stato adottato dall' altra etichetta della città, la Lollypop records, per il suo "La Pelle" del 1995, un album che frulla sonorità alla Velvet Underground ("Circo d'ombre", "Useless hate" e soprattutto la title-track), radici sicule ("Haiku di Sicilia"), ritmi jazzy ottimamente riusciti ("Un uomo in transito") e pezzi di new wave ("Die jungs vom himmel", "La Gloria arriva"). Tuttavia la perla di questo lavoro è sicuramente "Fari", canzone che esprime al meglio la vena compositiva dell'autore di origine pugliese. Rimane ancora spazio per i Lula di Amerigo Verardi, un ragazzo partito con gli Allison Run sul finire degli anni '80 e poi, dopo la prova solista di "Morgan" del '93, alla ricerca di una personale identità musicale in bilico tra XTC, Syd Barrett e Robyn Hitchcock. Nel '95 riuscirà coll' opera "Da dentro" a raccogliere i semi sparsi nel tempo, dando vita a melodie influenzate dalla psichedelia e da certo rock inglese dei seventies che si condensano nella sua canzone più famosa, ovvero "Marilù darkene".

E la nostra Carmen? E' stata in fondo il pretesto che ci ha spinto a voltarci indietro, a scavare in un passato che lei di certo non disconosce. Suppongo che al di là delle meritate lodi che sta ricevendo, sia ancora presto per portarla sull' altare e consacrarla come nuova eroina: si rischia di bruciare un talento che deve costruirsi con gli anni, pur se già dimostra di avere tutte le carte in regola per esprimere un potenziale che la potrà portare molto lontano, sperando solo che la produzione continui a funzionare come finora ha fatto. E così rispunta Virlinzi e...



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L'articolo Carmen Consoli - Catania in rock (meno) confusi e (più) felici di Faustiko Murizzi è apparso su Rockit.it il 1997-06-12 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    a parte gli Uzeda che levando qualcosina degli inizi non hanno fatto poi che ripetersi all'infinito, se Catania negli anni 90' ha espresso "artisti" come Flor, Boppin' kids, Brando, Cesare Basile, Carmen Consoli la "sanremese"......( senza parlare delle canzoncine orribili di Mario Venuti.....) direi proprio che il paragone con Seattle e' alquanto azzardato..... TANTO RUMORE PER NULLA........