Finisce Babylon ma non la Bellamusica® (e Carlo Pastore è il capo)

Dopo 9 bellissime stagioni chiude uno dei pochi programmi radiofonici capace di raccontarci la contemporaneità.

Nel 2010, siamo al 6° MI AMI, uno delle edizioni più affollate e potenti di sempre, sul palco Zen Circus + Nada, Africa Unite, Ex Otago, Tre Allegri Ragazzi Morti, Giardini di Mirò, Teatro degli Orrori e una cinquantina d'altri tra cui i Criminal Jokers con alla voce Motta. Quanta grazia. Alla splendida età di 25 anni Carlo Pastore ne è il co-direttore artistico. Per molti sarebbe più che sufficiente. Ma mica basta, quell'anno Carlo inizia anche un nuovo programma tutto suo a Radio2 – 'Babylon', appunto - in cui, nei 9 anni successivi, per dirla con le parole che ha usato su FB per annunciare la fine delle trasmissioni - “abbiamo avuto la fortuna di poter creare una oasi incontaminata che è stata – secondo me, ovvio – un vero e proprio laboratorio d'ossigeno per la radio e la musica in Italia. Abbiamo preso gli storici studi della Rai di Milano, bellissimi ma un po' attempati e in fondo poco utilizzati, e li abbiamo aperti alla contemporaneità: dentro Babylon non è mai stata una questione di genere, piuttosto di talento e possibilità, di visione e prospettiva, locale e globale”. Piccolissima nota a margine di costume, ma che fa capire subito le coordinate su cui Carlo traccia la sua rotta di ricerca/curiosità/bellezza: si circonda di collaboratori validi, gente che già dalla prima stagione di Babylon chiama una allora quasi sconosciuta Olimpia Zagnoli a disegnarne la grafica. Figo no? 

 

Bene, cosa succede a Babylon in questi 9 anni?

“Inutile farvi l'elenco degli ospiti, del fatto che (esempio) la prima intervista ufficiale mai fatta a Niccolò Contessa de I Cani o addirittura Fedez sia stata proprio a Babylon. Senza mai ergersi in cattedra, ma con l'idea di fare un programma godibile e fresco, “di tendenza, non di nicchia”, hanno detto gli *esperti*.”

Insomma una bella trasmissione fatta da gente giovane&appassionata senza troppe pippe intellettuali o menate di finta-coolness. Il proprio lavoro fatto per bene. Con grazia e dedizione. Niente di più, niente di meno. Ma per come vanno le cose una piccola oasi felice, se non un piccolo miracolo per chi vuole sempre esagerare.

Avanti fino all'oggi.

Siamo nel 2019 le cose cambiano velocemente e tutto cambia tutto invecchia, tranne Carlo-patto-con-il-diavolo, ok (ma lui ha la Bellamusica® che lo mantiene giovane e vivo e acceso)

“Il mondo, ovviamente, cambia. Lo sappiamo tutti. Cambiano i governi, i papi, i direttori. E cambiano anche i programmi, soprattutto quelli longevi. Guardate anche solo Radio2: dell'arcipelago dei programmi musicali che furono non è rimasto praticamente nulla. Nelle ultime quattro stagioni il livello di comprensione fra programma e rete è stato ai minimi termini. La direzione editoriale si stava trasformando (e si è trasformata) in qualcosa di completamente diverso dalla nostra mission”

E arriviamo al punto del discorso.

Quando un programma radio non viene rinnovato è il classico momento in cui partono le invettive standard: sul degrado culturale, sulla commercializzazione della Kultura, sull'ingerenza della politica stupida e cattiva nel santo&intoccabile discorso culturale nazionale. Cultura Kultura cultura culturale. Sempre per quel lascito dei mai superati anni 70 per cui 'i detentori della cultura, quelli che sanno cos'è bello e cosa no, educano le masse ignoranti dai canali di stato'. Come se la cultura fosse sempre e comunque cosa di pochi, per di più spocchiosi, nella classica accezione della torre d'avorio da cui illuminati lanciano al popolo brandelli della loro Cultura. Ecco, con Carlo semmai siamo all'esatto opposto dello spettro semantico: Carlo è l'eterno fratello maggiore o amico sgamato che, nonostante una riservatezza al limite del patologico, trova il modo di condividere con te le sue scoperte, i suoi dubbi, i suoi innamoramenti, le sue manie, i suoi viaggi, le sue visioni. Ha portato nel servizio pubblico la contemporaneità, anche in questa attitudine. Che non è come spesso si usa dire, quella dello 'sporcarsi le mani', che anche il modo di dire “sporcarsi le mani” è un modo di dire falsato dalla visione 'dei privilegiati' di cui sopra, in cui la cultura è qualcosa di immacolato ed etereo (mentre sappiamo tutti quanto la cultura sia fatta di sangue, nervi, materia organica, elettricità di sinapsi etc). Ecco, Babylon semmai è stata esattamente quella materia, la materia incontenibile di cui è fatta la contemporaneità e per questo Babylon è stato così importante, per essere riuscito a distillarla, puntata dopo puntata, anno dopo anno. Seguendola, annusandola, corteggiandola, scoprendola, ospitandola. Perchè questo è esattamente uno dei pregi di Carlo: essere sempre in mezzo alle cose quando succedono e soprattutto è uno che le cose ha imparato a farle succedere. Senza piaggeria, senza pagare pegno a baroni o professoroni o capitani della minchia. Con umanità apertura e divertimento, che è- lo ripeto- come dovrebbe essere normale. Je repete: n-o-r-m-a-l-e.

Anche in questo Carlo è naturalmente contemporaneo: è new normal prima che andasse di moda il termine :)

Facciamola breve e chiudiamola qui, che tanto ci siamo capiti.

Non mi strappo i capelli che non ho più. Dopo 9 anni ci sta che le cose finiscano. Ci stanno anche la sorpresa e il dispiacere, tutto l'affetto e i messaggi di stima che Babylon sta ricevendo sui social stanno lì a dimostrare quanto di buonissimo fatto in questi anni. Ma il punto del discorso, la cosa più importante è che tanto Carlo spaccherà sempre e comunque, qualsiasi cosa fa e farà (e troverà centomila modi intelligenti e nuovi per farlo.) E tutti i suoi ascoltatori affezionati lo seguiranno naturalmente, o anche no e andrà bene lo stesso perchè tanto poi altri si aggiungeranno, etc etc. 

Certo è un peccato e una perdita per l'azienda Rai, se lo vedo da un punto di vista aziendale sarei molto molto molto triste di aver perso una figura come Carlo (e invece così mega egoisticamente spero che avrà più tempo per dedicarsi a Better Days ;). Ma così vanno le cose così devono andare, canta il poeta. E muoio e rinasco finchè non finirà, gli fa eco un altro poeta. Per cui finisce Babylon ma non la Bellamusica, perchè noi siamo quelli che non finiremo mai di fare, ascoltare e diffondere. Et voilà.

Grazie Babylon.

Siamo così orgogliosi di te Carlo. 

“Sing Loud! Sing Proud!”

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L'articolo Finisce Babylon ma non la Bellamusica® (e Carlo Pastore è il capo) di Stefano 'Fiz' Bottura è apparso su Rockit.it il 2019-06-25 12:41:00

Tag: radio

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