Cassettina will never die!

Chi ordina dalla Repubblica Ceca, chi le incide con la piastra a una a una, quasi tutti si fanno le grafiche da soli (o magari ci pensa la figlia). È l'antica arte DIY che, almeno in certi ambienti, trova sempre nuovi cultori: siam stati a SMANIA, market musicale alternativo, e li abbiamo incontrati

Cassettine di tutti i colori - tutte le foto di Martino Fiumi
Cassettine di tutti i colori - tutte le foto di Martino Fiumi

C’è chi ama ascoltare la musica e c’è a chi non basta usare le orecchie. C’è chi la musica la vuole toccare, girare tra le mani, chi vuole vederne i colori e le immagini. A qualcuno piace personalizzarla. Si attaccano adesivi o si fanno dei segni sul retro dei cd, oppure si sfila un vinile e lo si appoggia sul piatto del giradischi per sentire il suono caldo dell’analogico uscire dallo stereo. “Questi sono discorsi un po’ nerd, ma il cd comunque è un formato digitale perché sono tutti 0 e 1. Le cassette invece hanno un suono tutto loro”, mi dice Tommaso Rolando della Torto Editions. È una delle tante persone con cui ho parlato lo scorso weekend al DAS di Bologna, durante il giro delle bancarelle di 40 e più etichette indipendenti venute da tutta Italia.

La due giorni di SMANIA, market, workshop e incontri finita ieri era curata da Edizioni De Press e Maple Death Records. Un'occasione per incontrarsi, ascoltare un po' di vinili e mettere in mostra il proprio armamentario. Appena arrivo incontro subito James Jonathan Clancy, il fondatore di Maple Death che a breve farà uscire un nuovo album dopo anni di silenzio. "Ci troviamo per darci manforte, per parlarci di persona almeno una volta all'anno tra etichette indipendenti. Ma anche per scambiarci informazioni molto concrete su come stampare le cassette per esempio", dice.

La produzione delle cassette non è un'operazione semplicissima. O meglio, a livello pratico è facile, ma non c'è una ricetta comune. Ognuno ha un suo modo di cavarsela. L'azienda, il collettivo, la fabbrica che vende pezzi, il vecchio registratore della nonna a cui dare in pasto cassette vergini... una alla volta. Ogni etichetta sceglie il proprio modo di arrangiarsi, ma sono tutti un misto di follia e attitudine DIY. I vinili sono esplosi ormai da qualche anno e visti i prezzi è facile capire perché la gente non abbia voglia di sbizzarrirsi a farne edizioni matte. Per le cassette è il contrario. Qui si annida il sottobosco punk e bucaniere della musica analogica. E le etichette si lanciano in sperimentazioni grafiche e cromatiche folli, per non parlare della musica. 

Ci sono decide di banchetti stracolmi di magliette, borse, vinili, adesivi, fanzine e cassette. Sono di tutti i colori, con fuori grafiche pazzesche che sembra di entrare nella tana del bianconiglio. Colori pastello spenti con geometrie minimal, disegni in bianco e nero con grafiche punk, colori flash che trapassano gli occhi. Ambient, techno, metal, polka bolognese e liscio emiliano remixato. Si vendono soprattutto ai collezionisti, gente che le compra perché sono belle e per quel suono analogico vintage che fa impazzire. Non se ne stampano tante, una cinquantina per ogni disco magari o forse anche meno. Ma se le fai bene le devi ristampare, perché la gente rimane ipnotizzata e vuole portarsi a casa un pezzo di questa controcultura analogica.

Parto per una caccia alle 10 cassette più folli degli stand per scoprire una filiera dove la filosofia do it yourself regna ancora sovrana (in un modo o nell'altro).

Cesira Sturloni – Il suono nuovo di trasasso

Un gioiellino di Girovelle Psicotroniche Records, nato in seno al collettivo Sdaure in lotta. Nonne emiliane che tirano la sfoglia in combattimento, per chi non praticasse questo dialetto. Dentro c'è del buon vecchio liscio emiliano remixato techno. "Le cassette le facciamo stampare in Polonia, ma la grafica l'ho fatta io", dice Filippo Bonelli che sta al banchetto.

Blu oltremare – Lost and Blue

Questa è un esempio di cassettina super autoprodotta. Il cartoncino è tagliato un po' storto e la grafica l'ha fatta il musicista. "Puoi farci quello che vuoi. Sono oggetti che puoi personalizzare o tenere in casa perché hanno dei colori che ti piacciono, tanto si ascolta tutto qui", e il ragazzo dietro al tavolo della We Work Records tira fuori dalla custodia della cassetta il qr code di Bandcamp.

Rolando Merlino – Duemiladiciotto

"Qui suoniamo siamo io e un altro musicista. La grafica l'ha fatta sua figlia, l'ho stampata come adesivo e attaccata sulla custodia della cassetta", dice Tommaso Rolando di Torto Edizioni. "Per questa ho ordinato i pezzi da una fabbrica di cassette con Tape It Easy, poi ho assemblato tutto io. Arrivano le cassette, le custodie in cartoncino e gli adesivi da attaccare con i titoli per ogni lato".

Matto Zoppi – Dedalo

La cassetta di Dedalo è tutta azzurra, con l'immagine di un pinguino di fianco a un bambino che dorme in copertina. I ragazzi di Fango Radio Editions ordinano le cassette vergini dalla Germania, poi con una piastra ne incidono una alla volta. Dicono che di gente che usa il mangianastri ce n'è ancora. Anzi, rimangono un po' sorpresi che io non lo usi.  

Solvent Cobalt – Dead of Night Debris

Nell'angolo metal del salone spicca un tavolo con i mangianastri (o meglio, i trabiccoli) per ascoltare sul posto le cassette. I Solvent Cobalt sono un trio giapponese che suona un miscuglio denso di musica dark e noise spinoso. Precisamente quello che ci si aspetta da una cassetta trasparente glitterata. Tutto quello che si trova su quel banchetto è stato mandato a un collettivo punk della Repubblica Ceca per farlo stampare e rispedire in Italia.

DJ Balli – Polkabolognoise

Sonic Belligeranza stampa a Milano, e le grafiche sono tutte dalle tinte scure. Mi incuriosisce un titolo scritto con un font graffiato attorno al disegno di un ometto verde che mi guarda da sotto un portico bolognese disegnato in bianco e nero. Mi informo. "È un esperimento di decostruzione di polka bolognese... polkabolognoise".

Dominique Vaccaro – Overlapped Memories

Tss Tapes è una realtà dal design minimale, come è anche la produzione delle cassette. Le grafiche sono fatte in casa e i file audio sono inviati in Repubblica Ceca. Da lì tornano in un campionario di colori da far invidia alla Pantone. "Sono artisti che suonano principalmente oggetti. Alcuni sono impegnati nello studio della ruvidità, grattano le superfici per creare suoni diversi". Dominique Vaccaro è uno di questi. Nel suo album usa strumenti non convenzionali, ma anche il verso di animali e il rumore del vento tra i rami.

Artetera – Exotic Ésot​é​rique Vol​​​.​​​3

La compilation in due cassette dell'etichetta Artetetra apre le porte al mondo delle cassette doppie. "Sono una trentina di brani che spaziano molto. Si va dall'elettronica ai sound sperimentali". Dentro c'è un po' di tutto, una raccolta enciclopedica di tutta l'etichetta, racchiusa in una doppia cassetta. Per comodità loro  stampano tutto in Repubblica Ceca (un Paese che torna spesso in questo mondo).

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Tonto – Cerbiatto

Grandine Records si appoggia a diverse etichette per stampare le cassette. "Chiediamo a qualcuno che ha già i materiali per poter fare il lavoro". E il risultato è un ep come quello di Tonto, un batterista che lavora con trigger ed effetti. Fa lui le copertine delle sue cassette, compresa quella di Cerbiatto.

German Army – Corrosion

Chiudiamo con un duo di professori di storia americani e le loro fusioni fuso chitarre elettriche a effetti ambientali saturi. Le grafiche di Corrosion sono tanto pulite da sembrare un disco con grafiche da grandi produzioni. Rigorosamente fatte dalla label Biodiversità Records, ossia Pietro Michi, che ha anche masterizzato l'album.

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L'articolo Cassettina will never die! di Martino Fiumi è apparso su Rockit.it il 2024-01-21 22:15:00

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