Dieci pezzi per conoscere Cristina Donà

Abbiamo scelto i dieci pezzi più belli e rappresentativi dalla discografia di Cristina Donà, per chi la conosce e per chi vuole ritrovarcisi

- Cristina Donà

Cristina Donà è una delle più belle voci del cantautorato italiano. Affacciatasi sul panorama della musica indipendente nel 1997 con lo straordinario esordio Tregua”, in più di quindici anni di carriera si è distinta per la non comune capacità di descrivere con parole semplici e quotidiane sentimenti profondissimi e conturbanti, creando immagini di rara potenza e grande delicatezza.

Per questo, abbiamo scelto i dieci pezzi più rappresentativi dell’intera discografia della cantante di Rho per tracciarne il percorso musicale e fornire qualche suggerimento a chi ancora non ci si fosse avvicinato.

 

L'aridità dell'aria (Tregua, 1997)

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Chiedimi, chiedimi, chiedimi cosa ne penso / ti lascerò scavare / lacera il ventre il tuo vento e poi / da questa voragine ti lascerò passare. Come cantare delicatamente tutto il pesante senso di un'aria aridissima e sovraccarica, allargata lenta fino ad ogni visibile confine e da cui, più o meno consapevolmente, si desidera fuggire.

 

Stelle buone (Tregua, 1997)

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Un canto d'amore profondo e oscuro, la narrazione di un'alba imminente e di come "lascerò che tutto sia sospeso / fino a quando non ci rivedremo". Percussioni tribali, accordi distorti e vagamente taglienti, le labbra sono ripiegate ma sulla tua pelle "ho visto solo stelle buone". E saprò darti quelle perse, se domani tornerai. 

 

Labirinto (Tregua, 1997) 

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Echi stranianti e ammiccanti riverberi, richiami d'organo e pianoforte a disegnare uno scintillante quanto intricatissimo labirinto, dentro il quale non troverai "niente filo né sassi per orientarti". Si tratta di uno dei pezzi più sensuali di Cristina Donà, un mantra che apre agli interrogativi dell’anima dando loro la sola risposta del lento e incerto incedere in un labirinto.

 

Goccia (Nido, 1999)

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Ma tu sei una goccia che non cade / e rimanda la mia guarigione / come un rumore sospeso che non esplode. Una delle più preziose collaborazioni della cantautrice, con la presenza del musicista britannico Robert Wyatt a cornetta, percussioni vocali, fischi e cori.

 

Triathlon (Dove sei tu, 2003) 

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Di come un legame possa cambiare tutte le sue premesse iniziali e arrivare a richiedere uno sforzo pari a quello necessario per una gara di triathlon. Del pezzo fu registrato un remix da Casasonica (studio ed etichetta dei Subsonica), scelto poi dalla Mescal per il lancio promozionale e per il video ufficiale, al quale presero parte anche Samuel e Max Casacci. E dunque respiri calibrati, battiti al minimo, piedi saldi sul terreno. Aumento la distanza, il vantaggio su di te / E non aspetto che qualcun altro provveda.

 

Dove sei tu (Dove sei tu, 2003)

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Distanze, allungamenti, la faticosa tensione verso qualcosa che non c'è. L'autunno fermo immobile sui rami e impigliato nelle note profonde di un trombone, una promessa necessaria che emerge lentamente tra i pensieri: qualunque sia la distanza / io ti verrò a cercare quando il buio tenta / di far risaltare la tua assenza.

 

Universo (La quinta stagione, 2007)

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Una vertigine che danza, perdersi in un'immensità accesa da miliardi di segnali. "Universo" è un invito soffuso che chiede con garbo di essere parte di un universo sincero e pieno di incanto, sospeso "al di là del tempo". Senza dubbio, uno dei più delicati apici nell'intera produzione della cantautrice.

 

Settembre (Piccola Faccia, 2008)

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Un tiepido settembre a fare da sfondo a un'incalzante esigenza, un crescente percepibile desiderio di imparare a guardare e ascoltare davvero. Di come si possa imparare a cadere e a rinunciare al veleno, di come sia tempo di "dominare il fuoco". Ve la proponiamo nella versione acustica tratta da "Piccola faccia" del 2008, in duetto con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.

 

Lettera a mano (Torno a casa a piedi, 2011)

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Sulle pagine bianche cade inchiostro nero / è il sangue del mio pensiero. In bilico tra il calore di una chitarra folk e l'eco di archi distorti si estende il racconto di una lettera scritta a mano al tramonto, nel cuore un fragile senso di inquietudine, il pensiero annodato "a parole orchidee".

 

Il senso delle cose (Così vicini, 2014)

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Il pezzo, scritto insieme a Saverio Lanza, si è aggiudicato la Targa Tenco 2015 come miglior canzone (ex aequo con "Le storie che non conosci" di Samuele Bersani e Pacifico feat. Francesco Guccini). Il senso delle cose si nasconde dietro alle persone/ Il senso delle cose si racconta con parole silenziose. Basterebbe questa consapevolezza a sintetizzare il valore di uno dei più raffinati percorsi della musica italiana.

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L'articolo Dieci pezzi per conoscere Cristina Donà di Giulia Callino è apparso su Rockit.it il 2015-12-21 09:20:00

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