Cube Festival - Bari

(Max Gazzè al Cube Festival - Foto di Angela Ragone)

Dal 27 al 29 a Bari si è svolta la prima edizione del Cube Festival. Sul palco moltissimi nomi importanti della scena italiana - Bluvertigo, Max Gazzè, Ministri, Le Luci Della Centrale Elettrica e tanti altri - insieme ai finalisti del Cube Contest. Michele 'Wad' Caporosso racconta.



Se torno a Bari è per mille motivi. Non sto certo a dirli a voi qui. E farò di tutto anche per non dirvi niente che sia elogiativo per uno dei pochissimi buoni eventi di different-music in una zona riarsa come la Puglia. Il 27 Giugno arrivo all’Arena delle Vittorie di Bari per la diretta su Radio Popolare Network del Cube Festival. Due tiri a pallone nel campo sull’erbetta vera per sentirsi Cassano. Poi tre gruppi sconosciuti a partecipare al Cube Contest di cui ero sommo giudice con la toga. Bravini i Loud!Saturday. Attacca Le Luci Della Centrale Elettrica. 20 minuti di canzoni da spiaggia deturpata al caldo afoso di un cielo stellato da tardo pomeriggio. E’ bravo Vasco, ma gli manca ancora qualcosa in quel live. Forse qualcuno. Infatti mi dirà: “onestamente forse sto cominciando a rompermi un po' il cazzo da solo. Molte date di quest'estate e tutte quelle che ci saranno quest'inverno saranno con Giorgio Canali che mi affianca suonando la chitarra elettrica e gridando le parole che si ricorda. Mi trovo molto bene con lui. Per le prossime cose è probabile che molesterò qualcuno per farmi dare un paio di mani e di cuori in più”. Poi scorrono anche i Ministri, che diventano più arroganti del solito sul palco, e a Bari l’arrogante a-gratis non lo puoi fare. Però il rutto iniziale convince i duri e puri e per un po’ va tutto bene, ci siamo solo persi di vista. Poi presento gli Amari, chiamati a sostituire i Casino Royale previsti in line up. Al pomeriggio Dariella mi spiegò un po’ di cose in diretta radiofonica e se non avete ascoltato potrete farlo prossimamente, ma certo non sto a riportarvi qui tutto quel cazzo che succedeva prima e dopo i concerti. In sintesi lui era l’unico Amaro a non aver fatto il fighetto tornando in albergo per doccia e massaggino allo scroto, stava lì sotto il sole e al caldo atroce di una Puglia sempre più bella della tua regione del cazzo. Ma comunque gli Amari non hanno brillato moltissimo, nonostante il giorno dopo Morgan dirà durante il suo live che gli piacciono tanto, ma ne parliamo tra un po’. Perché tra una birra, spillata come al cazzo, un po’ di parole regalate all’etere e dischi nell’intermezzo per eccitare le Annine Mie giunte per il concerto di Max Gazzè, arriva il momento del concerto di chiusura del Venerdì. Quello appunto. E io, che non me ne frega un cazzo di Max Gazzè, ero nel campo alle spalle del palco a giocare a pallone. Poi scoprii che inconsciamente conoscevo almeno 8-9 canzoni del nipotino storpiato di Battiato. La favola di Adamo e Max si concluse con un suo assolo al basso, leggermente improvvisato che non si capiva chi glielo avesse chiesto, e una cover. “Get Up Stand Up” di Bob Marley. Fai tu. Si stacca. E si riprende il sabato. Stesso meccanismo. Gruppi emergenti in gara. Bravissimi i Waines di Palermo, che vinceranno il contest. Poi Il Genio. Che lo so che vi piacciono, lo so che sentire questa che ansima come una cavalletta a cui stanno massaggiando il clitoride vi eccita, e lo so che al sesso non si comanda, ma il live su un palco così forse non funziona moltissimo. Dopo i Serpenti, coppia di tamarri baresi amici miei. Poi Fratelli Calafuria, che suonano veloci, velocissimi, molto tecnici e se centrassero qualche ritornello in più passerebbe più facile il tempo del concerto. Subito dopo la selezione dalla consolle diventa infuocata. Con i dischi puttana che arrapano il pubblico, quadruplicatosi rispetto al giorno prima. The Niro, vuoi o non vuoi, suona la sensibilità grazie a quelle due-tre hit per far fidanzare gli instancabili. Poi sfondiamo l’Arena delle Vittorie con hit fondamentali. E poi i Bluvertigo. La reunion in formazione originale, compreso il polpaccio slogato di Morgan. Non hanno scaletta, allungano i pezzi con assoli che si accavallano e diventano intro per la canzone successiva. Voci al vocoder di Andy gasatissimo, e abbracci tra lui e Morgan. Si vogliono bene. Il fonico mi dirà che Morgan starebbe pensando ad un disco nuovo tutt’insieme appassionatamente. No sovrappensiero. A giudicare dal calore del pubblico, dalle urla tipo ‘grazie di essere tornati’ a cui Andy risponde ‘grazie a voi di essere tornati’, il live dei Bluvertigo è una delle cose più interessanti da seguire quest’estate. Poi finisce tutto, partitella. E finisco nel parcheggio vuoto, in macchina con Mari, la cantante dei Queimada. Ma, tranquilli, che se torno a Bari non è per scopare.



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L'articolo Cube Festival - Bari di Michele Wad Caporosso è apparso su Rockit.it il 2008-06-27 00:00:00

COMMENTI (2)

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  • enver 16 anni fa Rispondi

    non sto certo a dirti il perché (cit.)
    solo una cosa: ok il campanilismo, ma magari un giorno ti capiterà di andare in Friuli. e capirai che non è una regione del cazzo.

  • sovietstudio 16 anni fa Rispondi

    Grande serata!
    Caporosso i Soviet Ladies proprio non ti sono piaciuti:)?