Dall'idea al pezzo, dallo studio al palco: storia di un Songwriting Camp

A Gubbio, in Umbria, c'è un progetto dedicato a giovani musicisti che è un esperimento unico in Italia di scrittura collettiva e contaminazioni reciproche. Ora c'è un disco in arrivo, e tanta consapevolezza in più

I ragazzi del Camp, nella foto di Marianna Riccardini
I ragazzi del Camp, nella foto di Marianna Riccardini

Non è sempre necessario spostarsi in una grande città per trovare progetti di livello sulla scrittura della canzone. A volte è nei luoghi piccoli, di provincia, che si nascondono i gioielli. Il Songwriting Camp! Dall’intuizione, alla canzone, alla registrazione, al palco è uno di questi. Il disco Ouch! è completo e prossimo all’uscita: sosteniamoli partecipando al crowdfunding

Foto simile, ma pose diverse. Scatto di Marianna Riccardini
Foto simile, ma pose diverse. Scatto di Marianna Riccardini

Il progetto Songwriting Camp! Dall’intuizione, alla canzone, alla registrazione, al palco è un percorso formativo di scrittura della canzone che, come si evince dal titolo, copre tutte le fasi di vita di un brano: l’idea, lo sviluppo e la costruzione con testo e musica; l’arrangiamento delle composizioni; l’incisione in studio di registrazione e infine l’esibizione live, senza dimenticare il lato promozionale (qui potete sostenere il progetto tramite crowdfunding. Affrettatevi! Manca meno di un mese). Non si svolge né a Milano, né a Torino, né a Roma. È a Gubbio, in Umbria, ed è completamente gratuito.

Realizzato per la prima volta nel 2021 grazie al finanziamento del Comune di Gubbio, Assessorato alle Politiche giovanili e al supporto dell’Ufficio Informagiovani e ideato dall’Associazione Culturale Arché ETS – Al Fondino, in collaborazione con l’Associazione Umbria in Voce APS (prestigiosa scuola di musica la prima, associazione organizzativa del festival Umbria in Voce la seconda), questo ambizioso progetto di produzione musicale a tutto tondo dedicato ai giovani dai 15 ai 35 anni è arrivato alla sua seconda edizione – e già pensa alla prossima.

È un progetto unico nel panorama italiano a partire dal modo in cui nasce, oltre alla sua ricca offerta formativa: il Songwriting Camp, infatti, è stato pensato innanzi tutto come un collante sociale che potesse connettere giovani musicisti, scrittori, compositori, arrangiatori, autori e producer di età, provenienze e mondi musicali diversi attraverso creatività e collaborazione, accompagnandoli fino ai palchi dei festival del territorio (e non solo) con il supporto di professionisti del settore.

In questi due anni il progetto ha ospitato per workshop ed esibizioni figure come Benedetta Alessi, frontwoman dei Melancholia; i Mezzopalco con il loro progetto Impre; Alessandro Fiori, che il 4 febbraio scorso ha presentato il suo ultimo disco, Mi sono perso nel bosco. Il frutto della prima edizione del Camp, l’album Ritagli, è stato presentato sia al MEI che insieme a Lorenzo Kruger (Nobraino) al Gubbstock Rock Festival 2022, storico evento eugubino che quest’anno festeggerà i suoi primi trent’anni. Dedicato prima di tutto a ospitare giovani band locali, negli anni al Gubbstock hanno suonato artisti come Fast Animals and Slow Kids, I Camillas, Calibro 35, e tanti altri ancora.

“La differenza rispetto agli altri corsi è data dal suo approccio. Non si scrive singolarmente. Si mette in atto la sospensione del giudizio, per superare conflitti interiori e ed esterni. L’ego fa un piccolo passo indietro e si lavora insieme. Si parte da aspetti creativi che si fondano sul potenziamento del talento naturale e della predisposizione, cercando di portare fuori ciò che si ha già dentro di sé”, spiega Claudia Fofi. Cantante, poeta, musicista e autrice (tra i suoi lavori segnaliamo il suo ultimo disco, Teoria degli Affetti, uscito nel 2020), si occupa della parte metodologica della scrittura della canzone, del lavoro sul testo; è affiancata da Michele Menichetti, frontman del gruppo noise La Gabbia e paroliere. Paolo Ceccarelli, chitarrista che ha collaborato con grandi nomi come quello di Mannarino, è incaricato insieme a Edoardo Pedretti degli aspetti più tecnici della creazione di una canzone, ovvero quelli che riguardano l’arrangiamento, la stesura delle partiture, l’utilizzo di software digitali.

Si scrive, si compone, si canta e si registra insieme; i ragazzi e le ragazze prestano agli altri partecipanti la propria voce, i propri strumenti, le proprie intuizioni. Il lavoro è sempre collettivo – non a caso è proprio Collettivo Vivo il nome che porta ogni edizione il gruppo di partecipanti e che troveremo sull’album -, anche per chi arriva con parole o addirittura intere canzoni già praticamente pronte da registrare: chi ha un testo ha bisogno di un arrangiamento; chi ha la melodia ha bisogno di parole. Chi ha già entrambi, di un parere esperto e dell’influenza altrui.

Foto di Marianna Riccardini
Foto di Marianna Riccardini

Non possiamo dimenticare che la musica è anche un prodotto comunicativo: per questo all’interno del Camp si lavora sia sulla promozione social, sulle piattaforme che possono facilitare la diffusione del proprio progetto (si è parlato anche di Rockit PRO) che sulla ideazione e messa in atto di una campagna di crowdfunding per sostenere le spese della realizzazione di Ouch!.

Se il primo disco uscito grazie al Camp 2021/2022 si chiama Ritagli (il titolo è stato scelto come rimando alla tecnica di scrittura utilizzata per la prima edizione, dove le canzoni sono nate, appunto, da ritagli di libri e di giornali), l’album di dieci tracce che uscirà questa estate sarà intitolato Ouch!, come la canzone di Stefani Dimitrievska, 18 anni. E Ouch! rappresenta perfettamente come lavorare in maniera collettiva sia bello, ma anche pieno di aggiustamenti, compromessi e collisioni. D’altra parte, mettere in comunicazione persone diverse è sempre una sfida, ma spesso dalle sfide che nascono le intuizioni più brillanti.

Il Collettivo Vivo, la piccola tribù che viene a crearsi con i partecipanti al corso, in maniera spontanea finisce per valicare i confini della formazione e tramutarsi in vere e proprie amicizie e nuovi progetti creativi e dimostra come la musica, forse più di ogni altra forma di espressione e di contatto, riesca a superare ogni blocco. Non solo quelli che nascono dal rapporto con gli altri; anche quelli con noi stessi.

Gioia, 16 anni, la più giovane del gruppo racconta che non avrebbe mai pensato di cantare davanti a qualcuno una propria canzone, figuriamoci registrarla; arrivata in sala di registrazione, invece, i suoi compagni di Camp l’hanno descritta con la forza di un leone. “Fare esperienza in studio è come specchiarsi per la prima volta,” dice Paolo Ceccarelli “vedere in loro questa emozione, sentirli dire ho veramente fatto questo? è un’emozione anche per noi insegnanti”.

Registrato presso Al Fondino, con la collaborazione sia dei partecipanti al Collettivo Vivo che di giovani musicisti del territorio e Walter Lanzara al mix, Ouch! uscirà questa estate, e noi non vediamo l’ora di ascoltarlo, soprattutto live, per vedere messi in atto i frutti di questo percorso così ricco e completo.

Se siete giovani tra i 15 e i 35 e siete interessati a un percorso totale e completo sulla scrittura della canzone e la promozione musicale, vi consigliamo di tenere gli occhi aperti per l’edizione 2023/2024 del Songwriting Camp. Non è a Milano, ma è una figata.

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L'articolo Dall'idea al pezzo, dallo studio al palco: storia di un Songwriting Camp di Maria Stocchi è apparso su Rockit.it il 2023-05-05 10:13:00

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