The Death of Anna Karina e gli incubi dei piaceri liberisti

La band screamo romagnola ispirata dalla diva di Godard pubblicava nel 2006 "New Liberalistic Pleasures", disco che vira verso il post punk per ridicolizzare il capitalismo e le sue perversioni. E che oggi risuona ancora più forte

La storia di Rockit inizia nel 1997, e da allora sono tantissime le canzoni che sono passate per le nostre orecchie, ci sono entrate sotto pelle e ancora non ne vogliono sapere di scollarsi da noi. Con la serie settimanale di approfondimenti Verdisempre, dalla nostra newsletter Pezzoni (ti ci puoi iscrivere qui), vogliamo raccoglierle e raccontarne la storia dietro al brano, entrarci in profondità, ripercorrere cosa ne pensavamo allora e che effetto fa ascoltarle ora. E c'è anche una playlistona Spotify dove raccoglierle tutte, la trovi qua.

Parte tutto da un film: Vivre sa vie, capolavoro di Jean Luc Godard del 1962, uno dei suoi film più noti e, in generale, uno dei maggiori di successo della Nouvelle Vague. Al centro c'è la parabola umana di Nana, donna finita in disgrazia e costretta alla prostituzione, interpretata qua dalla maggiore ispiratrice di Godard, Anna Karina. È proprio la sua figura in questo film a finire al centro dell'estetica di un gruppo del giro hardcore punk emiliano, nato alla fine degli anni '90 inizialmente col nome di Inedia. Solo poi decideranno di dare ancora più peso a questa film rivelatore, prendendo il nome di The Death of Anna Karina, appunto.

Più che il primo disco omonimo del 2002, andiamo a quattro anni più tardi, quando esce il secondo album della loro discografia. Il titolo, New Liberalistic Pleasures, sembra voler riprendere la domanda che si facevano i Gang of Four, band fondamentale del post punk inglese, in Natural's Not in It, brano all'interno del loro album di debutto Entertainment!: "The problem of leisure, what to do for pleasure?". Ecco, è proprio quel piacere con cui il capitalismo continua imperterrito a fregare le nostre vite che viene messo al centro.

Scegliere uno solo dei brani di questo disco fa un po' peccato, come spesso accade, perché si percepisce l'organismo di album nel complesso, l'idea di prendere un solo ingranaggio per metterlo in mostra sembra togliere risalto a un'opera complessiva che ha del clamoroso. Come recitava la nostra recensione dell'epoca: "I Fugazi che rifanno la colonna sonora del Rocky Horror Picture Show in versione revolt-proletaria. Un Dracula elegantissimo e situazionista che suona le pianole degli At The Drive In con i denti ancora sporchi di sangue". Proviamo quindi a prendere il brano che, concettualmente, restituisce meglio tutto il contenuto musicale e ideologico: I Hear the Sound of New Liberalistic Pleasures On Your CD.

L'attacco di sola batteria prepara il terreno per l'ingresso del riff di chitarra, nervosissimo, subito seguito da un canto sguaiato in inglese:

I hear the seduction of new liberalistic pleasures in your CD

I hear the seduction of new liberalistic pleasures in your fucking CD

Think to a form, it's falling, it's falling

Think to idea, it's missing, it's missing

video frame placeholder

Non solo la lezione dei già citati Gang of Four, ma in questo spirito indomabile si sente anche l'eco di gruppi come The Rapture, all'epoca in un gran momento di forma dopo l'uscita del loro Echoes, caposaldo di quel revival post punk. E infatti, a riascoltare The Death of Anna Karina in questo periodo storico, quando questo genere sta vivendo un nuovo momento d'oro grazie a band come Idles, Fontaines D.C. e Viagra Boys, non si sente minimamente lo scorrere del tempo sulle tracce, anzi, si potrebbe benissimo confondere per qualcosa di appena pubblicato.

Bombardati dalle tentazioni offerte dal mercato – in questo caso specifico quello discografico –, ecco che la soluzione diventa rifugiarsi in una lunga parentesi strumentali: le tastiere entrano a dare un tocco straniante all'arrangiamento, il ritmo si fa in tre quarti, mentre tutto attorno sembra sul punto di crollare su se stesso. Rientra anche la voce, con maggiore disperazione, a cantare in francese lo sgretolamento che la circonda:

Le cadre c'est la vie

Mon amie, mon amie

Le cadre c'est la vie

Mon puti, mon puti

Forse siamo noi per primi vittime della seduzione di cui ci avvisavano The Death of Anna Karina, ma non possiamo non lasciarvi con lo stesso consiglio che lasciavamo nel 2006: "Alza il volume e spingi play e lasciati circolare questo disco nelle vene".

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L'articolo The Death of Anna Karina e gli incubi dei piaceri liberisti di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2024-04-15 14:33:00

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