Dieci canzoni di merda

O meglio sulla merda. In occasione del "World Toilet Day" del 19 novembre vi offriamo una playlist di grandi autori italiani che non hanno avuto paura di sporcarsi le mani e si sono confrontati con il tema della cacca

La celebre scena da 'Trainspotting'
La celebre scena da 'Trainspotting'

Il 19 novembre si festeggia il World Toilet Day. Non c’è niente da ridere, stiamo parlando di una giornata istituita nientedimeno che dall’Onu per ricordare le difficoltà legate all’accesso ai servizi igienici, un problema molto sentito, soprattutto nei Paesi del Terzo Mondo.

Bene, noi che siamo di gran lunga più prosaici dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ci limitiamo a ricordare che in bagno si fanno essenzialmente due cose: una solida e l’altra liquida. Certo, ci può stare una via di mezzo, ma lasciamo stare...

La playlist che vi proponiamo si concentra esclusivamente sul fronte solido: ebbene sì, ecco dieci canzoni sulla cacca. Potete dirlo forte: questa è una playlist di m…  

ROBERTO BENIGNI – L’INNO DEL CORPO SCIOLTO

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Dimenticate il Roberto Benigni di oggi. Ricordiamoci dei suoi esordi in teatro, in televisione, al cinema, quando il futuro Premio Oscar era cattivo, irriverente, sfrontato. L’inno del corpo sciolto esce su 45 giri nel 1979 e rappresenta un’ode alla defecazione, che Benigni paragona a un atto rivoluzionario: “La voglio reggere per una stagione e con la merda poi far la rivoluzione. Pieni di merda andremo a lavorare, poi tutto a un tratto si fa quello che ci pare, e a chi ci dice, fai questo o quello, gli cachiamo addosso e lo copriam fino al cervello”. Leggere questa cosa qui ogni tanto invece che menarcela con la Divina Commedia proprio no? 

BUGO – PIEDE NELLA MERDA

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Il Bugo di Dal lofai al cisei in un blues malato e sghembo, quasi apocalittico. Cristian Bugatti riversa il proprio furore nel testo di Piede nella merda, un ricordo di un giorno di inizio estate, di un movimento sbagliato al momento sbagliato. E mettiamoci pure che le scarpe sono nuove. La cosa peggiore è che non puoi nemmeno prendertela con Morgan. Anche se, volendo…

CAPAREZZA – CACCA NELLO SPAZIO

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L’uomo colonizzerà mai lo spazio? Prenderemo possesso di Marte, Giove o di qualche altro pianeta a caso? Forse sì, extraterrestri permettendo. Nel frattempo, conviene farci conoscere. E quella di Caparezza è un’idea niente male: mandare cacca nello spazio. Con uno Shuttle. Così, qui sulla Terra, staremo più larghi. E dato che ci siamo, ne approfitteremo per cercare mano d’opera a buon mercato. Braccia in cambio di cacca: un affarone. 

ELIO E LE STORIE TESE – CATETO 

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Gli Elii dell’esordio, quelli di Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu. Cateto è il brano posto a conclusione dell’album, una storia d’amore tra un uomo di Chicago, al quale cresce l’erba sulla faccia, e una donna molto bella di Erba, alle prese con un problema: i suoi pori secernano escrementi invece che sudore. I due, che sembrano fatti l’uno per l’altra, riusciranno a incontrarsi nel mezzo di un incidente aereo. E sarà amore. Non è l’unica volta che Elio e le Storie Tese hanno inserito il tema della cacca nelle loro canzoni: alcuni accenni possono trovarsi già in Silos, ma non dimentichiamo Shpalmen, La ditta, Cani e padroni di cani o Verso l’ignoto.  

GIORGIO GABER – LA CACCA DEI CONTADINI

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Il teatro canzone di Giorgio Gaber e i suoi immancabili spoken-word. Nel testo di La cacca dei contadini si parla di Franco Fortini, della rivoluzione sovietica e di gesti di distruzione ispirati dalla cacca. Se i contadini russi entravano nei palazzi dello Zar e la facevano senza ritegno su vasi di valore inestimabile, Gaber dice che al giorno d’oggi (siamo nella prima metà degli anni ’70 dello scorso secolo) si potrebbe ripetere il gesto ma nei confronti di un televisore. Un’idea condivisibile. Giorgio Gaber ha affrontato il tema della cacca anche nella canzone L’odore.  

MAURO PELOSI – HO FATTO LA CACCA

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Mauro Pelosi è stato uno dei cantautori più originali e dotati di talento che abbiano mai attraversato gli anni ’70 italiani. Mai baciato dal successo di massa, è rimasto un artista di nicchia, grazie anche a pezzi come Ho fatto la cacca. Una canzone folle, una sorta di protesta contro l’omologazione. “L'ho fatta dappertutto. Il gabinetto, in fin dei conti, mi sembra proprio il posto meno adatto. E poi, per essere obiettivo, m’è costata fatica: mi son cacato addosso”. Quando si dice il karma. 

ANTON VIRGILIO SAVONA – LA MERDA

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Il nome di Anton Virgilio Savona è legato in modo indissolubile al Quartetto Cetra: dei quattro, lui era quello con gli occhiali, il marito dell’altra Cetra, Lucia Mannucci. Savona conduceva una sorta di doppia vita: da una parte le canzoncine rassicuranti (anche se non sempre…) del quartetto destinate alle famigliole imbalsamate di fronte al tubo catodico, dall’altra il cantautore impegnato che visitava le fabbriche occupate e incitava gli operai in lotta. La merda appartiene a quest’ultima categoria: si tratta di un brano ispirato a una poesia dello scrittore tedesco Hans Magnus Enzensberger sparata a bomba contro l’allora Presidente Usa Richard Nixon (siamo nel 1973 e la guerra in Vietnam non è ancora terminata) ma non solo. Tant’è che la merda finisce per essere rivalutata: “Sempre pazienti la aspettiamo e ogni giorno la creiamo: mite, umilissima, garbata, utile, onesta e riservata. Non la dovremmo tirar fuori per definire gli sfruttatori”. Già, Nixon merda… 

SKIANTOS – MERDA D’ARTISTA

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Il riferimento a Piero Manzoni è chiaro sin dall’attacco del pezzo. Ma Freak Antoni e gli Skiantos approfittano dell’artista lombardo per buttare giù una breve ma originale disanima sull’arte. E sulla merda. Che non si somigliano per niente. “L'arte è ingenerosa, la cacca è coraggiosa. Perché si offre sempre, mentre l'arte si vende”. Non fa una piega. 

SQUALLOR – GENTLEMAN

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"Testo" e musica di Gianni Boncompagni. Su tutto il resto, inutile commentare. 

GIOVANNI TRUPPI – COME UNA CACCA SECCA

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“Quando nasce un amore non è mai troppo tardi, scende come un bagliore da una stella che guardi”, cantava da par suo Anna Oxa, una che la sa lunga. Già, ma quando l’amore finisce? Quando si rimane soli e il vuoto scava dentro di te? Come ci si sente? La risposta di Giovanni Truppi è lapidaria ma altresì convincente: come una cacca secca. È più prosa che poesia.  

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L'articolo Dieci canzoni di merda di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2023-11-17 12:50:00

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